L’omicidio Regeni Perquisito l’ufficio della tutor egiziana
●Il ricercatore assassinato al Cairo nel 2016: acquisiti il pc e il cellulare della sua docente
Arriva da Cambridge una possibile svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. La perquisizione dell’ufficio e della abitazione della professoressa della prestigiosa università, Maha Abdelrahman, tutor del ricercatore, potrebbe aprire nuovi scenari nella difficile ricerca della verità su quanto accaduto nelle settimane precedenti la scomparsa del giovane. Gli inquirenti italiani, in missione in Inghilterra e in collaborazione con le autorità locali, hanno proceduto all’acquisizione del pc personale della professoressa, di pen- drive, hard disk esterni e del suo cellulare. La perquisizione è stata effettuata dopo l’audizione svolta lunedì della docente, lungamente attesa ma giudicata insoddisfacente dagli investigatori. Secondo Maha Abdelrahman, che resta persona informata sui fatti, l’argomento della ricerca realizzata al Cairo fu una libera scelta di Giulio ma la donna lo aveva già detto.
LA CHAT I magistrati di Roma vorrebbero ora ascoltare anche una studentessa che era stata inviata in Egitto per svolgere studi molto simili a quelli che erano stati delegati a Regeni, concentrati sui sindacati autonomi del Paese africano. La professoressa avrebbe chiesto ai propri studenti interviste sul campo al Cairo per raccogliere materiale di analisi e alcuni di loro sarebbero stati allontanati dalle autorità locali. Regeni sapeva di una collega mandata in Egitto l’anno precedente per svolgere la sua stessa ricerca, espulsa dal Paese e poi costretta a rivolgersi alle cure di uno psicologo, per superare il trauma. Del resto, fra i temi di questa inchiesta compaiono le ambiguità della professoressa, che lo stesso Regeni definiva, in una chat trovata nel suo pc, «una grande attivista».