GRANDE WIERER IL BIATHLON MIRA I GIOCHI
Impeccabile al poligono torna a vincere nella 15 km di Ruhpolding «La freddezza fa la differenza»
Dorothea delle meraviglie, anzi perfetta. Fredda ed appassionata, la faccia da spot del biathlon è diventata ieri anche l’azzurra più vincente in coppa del Mondo. Si lancia così, la Wierer, sui Giochi coreana: con la mira perfetta, le gambe che tengono, la fiducia che cresce. «Però non mi monto la testa», ed è il suo solito refrain dopo le gare, consapevole che questo sport folle, incerto e dipendente da un refolo di vento, può regalare una giornata di grazia come questa che Doro (per tutte) ha vissuto a Ruhpolding (Germania), o può farti saltare come è successo alla fenomenale tedesca della scorsa stagione, Laura Dahlmeier, che stava davanti all’azzurra prima di crollare alla terza serie di tiri con 3 errori. E questo pare il numero perfetto dell’altoatesina, ormai di stanza a Predazzo: 3 vittorie su 4 nell’individuale, 3 podi in crescendo in stagione. 3a nella sprint di Hochfilzen, 2a nell’inseguimento di Oberhof sabato, infine 1a sulla pista che l’aveva già esaltata due anni fa (prima donna a infilare la doppietta in questa location). Se l’inseguimento è la gara che più la gasa come dimostrano i 10 podi in carriera su 20, la 15 km è quella in cui Doro riesce ad esprimersi: dei suoi 4 trionfi soltanto uno l’ha messo a segno in un altro format (mass start).
PRECISA Doro era stata implacabile al poligono anche sabato, ma la biolimpionica slovacca Kuzmina, leader di Coppa, era stata più veloce di lei sugli sci: non s’era fatta raggiungere. Stavolta, è stata la Wierer a non farsi raggiungere, perché quei brividi nel finale in attesa di Rosanna Crawford, mai sul podio prima e in gara col pettorale 96, sono stati lunghi nel timore di una beffa. La canadese sorella d’arte (Chandra, olimpionica nel fondo a sprint) sul podio ci saliva ma da 3a a 21” dall’azzurra. Che aveva, invece, già vinto il confronto con la finlandese Makarainen, 2a a 12” con un errore e davanti nella classifica generale di Coppa del Mondo, il trofeo che da anni è nei piani di Doro, ora 3a nella classifica generale finale 2016, quando conquistò proprio la Coppa di specialità individuale (ora dela bielorussa Skardino, 7a ieri).
CHA TIRO Due gare di fila senza un errore e la 15a volta che le succede: davvero la Wierer, che ha cambiato fucile, decollando verso la gloria. «Sono soddisfatta — racconta —, alla partenza non mi sentivo al 100% ma sapevo che alla fine sarebbe stata una gara di tiro e mi sono presentata abbastanza sicura Anche se in piedi non ero stabilissima ho fatto il mio dovere al poligono, mostrando quello che ho fatto vedere nelle ultime settimane in allenamento». Il grazie al team che «dà grande fiducia a me e alla squadra, e il fatto di tornare a salire sul gradino più alto del podio nella specialità dell’individuale dopo avere vinto la Coppa 2 stagioni fa è solo un caso, però è positivo il fatto che sono arrivata sul podio in tre differenti gare, saranno tutte chance in più da giocarsi al- l’Olimpiade». C’è questo di bello della bella Dorothea: che può essere capace di tutto in tre specialità, che può trascinare la staffetta rosa (anche domani) e quella mista, bronzo uscente ai Giochi. Una Wierer che ora misurerà anche il fattore-pressione, l’aspettativa che aumenta su di sé dopo una stagione scorsa dalla quale non aveva raccolto i risultati attesi né trovate la sensazioni cercate. «Questo è un mese importante in vista di PyongChang e sapere che la condizione cresce con questi risultati aumenta la consapevolezza di poter far bene all’Olimpiade. Il momento magico al poligono? Serve pazienza». Una sfida con se stessa più che con le altre grandi, un’Olimpiade in arrivo attraverso la quarta vittoria in carriera che la pone adesso al vertice del movimento rosa di sempre, è adrenalina pura per lei che ama fare baldoria, sempre mattatrice: «Ogni gara è identica alle altre, magari ai Giochi ci sarà tanta gente che innervosisce e non è facile gestire certe dinamiche. La gara olimpica è diversa solo in questo dalle altre. Chiaro che sarebbe bello tornare sul podio come a Sochi. Ma ogni anno il livello cresce».
SICUREZZA E’ arrivata anche la Crawford, le big non mollano ma stavolta sono tutte dietro, anche la Kuzmina dopo 2 podi insieme. «Se sto bene so che posso battere tutte, vorrei solo rimanere tranquilla perché quando non mi sento abbastanza forte ho un altro approccio -, analizza Doro- anche se è una questione mentale, di sicurezza. Se dubiti di te cominciano i primi errori, entri in un buco nero. Devi imparare a gestire quei momenti. Se pensi troppo non va bene». E dopo la vittoria-bis a Ruhpolding, Doro è attesissima in casa, per crescere ancora nella forma e fondo: «Il mio programma è essere al top a febbraio». Ma gli acuti di percorso fanno bene al morale...