La Gazzetta dello Sport

Abidal e il tumore Critica Messi poi fa retromarci­a

- Messi in compagnia di Abidal

Scorrono le immagini. Messi che abbraccia Abidal. E’ il 28 maggio 2011. Il Barcellona ha appena vinto la Champions, battendo lo United per 3-1, a Londra, con il francese, già malato di tumore al fegato, titolare. Al posto di Puyol. Un gesto simbolico, forte, voluto dai compagni per sostenere il terzino che ha di nuovo evocato quel periodo in un documentar­io girato dal- l’ex interista Olivier Dacourt. Ma nel film trasmesso domenica da Canal+ c’è un passaggio che scotta e tira in ballo proprio Messi: «Mi chiese di non inviare più messaggi di incoraggia­mento alla squadra. Loro vedendomi così ci stavano male». Non proprio un commento delicato verso un amico che rischiava di morire, e che ha suscitato polemiche. Così Abidal è stato costretto in parte a ritrattare.

CADAVERE Il francese allora era alle prese con una ricadu- ta, per emorragia di bile, dieci giorni appena dopo il primo intervento. Ci fu una seconda operazione, altrettant­o a rischio. Altro trapianto. E poi una convalesce­nza difficile: «Ero praticamen­te un legume – racconta Abidal nel documentar­io -, ma avevo fatto un video per sostenere i miei compagni prima di una partita, dimostrare che ero con loro e che non si dovevano preoccupar­e per me. E invece Messi mi disse che non avrei dovuto inviarlo perché quelle immagini li aveva fatti star male. Io mi vedevo bene, ero felice di incoraggia­rli. Loro mi dissero che avevano visto un cadavere in piedi e che questo li aveva abbattuti». Insomma, da parte di Messi non fu proprio un gran gesto.

TATTO Inevitabil­i quindi le polemiche scoppiate in Spagna, che Abidal ha tentato di smorzare dal suo account twitter: « Leo non disse che non avrei dovuto inviare altri video così, né che non volesse saperne nulla. Ma solo che non gli piaceva vedermi così. Mai mi rivolse parole negative». L’argentino però di fatto non si esibì neppure in una grande lezione di tatto. Fatto confer- mato indirettam­ente dallo stesso Abidal che nel documentar­io ricorda come a trovarlo in ospedale durante la malattia andarono ex colleghi che magari non giocavano più nel Barcellona, o amici: da Henry, già a trasferito­si a New York, a Evra, a Touré. Ma in ospedale non si fece vedere di sicuro Messi, né gli altri compagni di squadra del Barcellona: «Solo uno in tutto il club: Keita». Anche se poi i giocatori del Barcellona andarono a casa sua, una volta guarito, per festeggiar­e tutti insieme la guarigione dalla terribile malattia.

SU TWITTER Ieri il francese ha corretto il tiro: «Leo non disse di non mandare altri video, ma solo che non gli piaceva vedermi così»

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EPA Messi e Abidal al Barça

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