La Gazzetta dello Sport

SONO

Bilanciato­re e ala moderna La Germania ci scommette

- p.f.a.

Alto, filiforme, con qualità tecnico-tattiche da calciatore maturo: Julian Weigl, 187 cm e 71 kg, alla terza stagione a Dortmund sembra un veterano eppure ha soltanto 22 anni. Arrivato dal Monaco 1860, si è rivelato subito adatto per il gioco di Thomas Tuchel: è un «numero sei» ideale davanti alla difesa per possesso, equilibrio, coraggio nel chiedere la palla, attirare l’avversario e servire il compagno libero. Preferisce il gioco basso, l’apertura in verticale per le frecce del Borussia. Nell’andata di Bundesliga si dice che abbia pagato la spensierat­ezza di Peter Bosz, successore di Tuchel, che lo proteggeva poco. Ma più che altro ha scontato l’infortunio di maggio (frattura della caviglia) che oltre ad avergli fatto saltare la Confederat­ions Cup, lo ha limitato nella preparazio­ne ed è tornato soltanto a metà settembre. Nella prima da titolare dopo il k.o. ha segnato il suo unico gol in Bundesliga: perché questo è il suo difetto, una sola rete in 109 gare di prima e seconda divisione. Anche in nazionale è a secco, ma con 5 presenze.

L’ATTACCANTE Anche l’altro Julian che piace a Mirabelli, l’attaccante Brandt del Leverkusen, fa parte del gruppo dei campioni del mondo di Joachim Löw e ha buone possibilit­à di essere convocato per il Mondiale. Ventunenne, con già 115 presenze e 22 gol in campionato, l’esterno del Leverkusen ha dribbling e velocità sul lungo da ala, preferendo la fascia sinistra per rientrare sul destro. Si può muovere anche da seconda punta, capisce quando si libera lo spazio e si butta dentro cercando di sorprender­e. In nazionale (13 gare, 1 gol), Löw lo ha messo anche esterno destro nel 3-5-2 e Brandt non si è perso.

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