Milano, siamo all’Euro-incubo
1AX travolta dal Cska: squadra arrendevole, piovono fischi. Goudelock fa le bizze e si allontana dalla panchina. Pianigiani: «La classifica comincia a pesarci nella testa»
Di bello c’è solo, all’intervallo, il video celebrativo sugli 82 anni dell’Olimpia, compiuti in settimana. Il resto è uno spettacolo ben poco decoroso che fa a schiaffi con la storia. La Milano pugnace su ogni campo vista all’andata non c’è più. Tornano adesso, dopo i fischi del Forum in coda a una gara di fatto mai nata, vecchi tarli che rosicano i nervi di un ambiente depresso. Il possibile primato in Italia, da giocarsi domenica contro Venezia davanti alle alte gerarchie federali (ci saranno il presidente del Coni Malagò, quello Fip Petrucci e il guru Fiba Baumann), non può sollevare l’umore generale se in Europa fioccano le figuracce.
COACH POMPIERE Il Cska domina, chiudendo a 107 punti e toccando il +30, un’Armani sghemba che deve prima di tutto affrontare le lune dei suoi americani. Theodore non c’è a causa della botta al ginocchio destro rimediata a Pistoia, mentre Jerrells e Goudelock sono solo proiezioni di se stessi. L’ex Maccabi poi (chiuderà con zero punti, in 12’ sul parquet) è irritante nel suo latente scioperare sia davanti che dietro. Pianigiani li panchina tutti e due nella ripresa rimettendoli solo quando c’è da ingurgitare l’acre sapore del dissenso. Poi l’ultimo timeout con Andrew che si allontana stizzito dalla panchina. Il coach Olimpia fa il pompiere: «Nulla di eclatante, io sono qui a difendere i miei giocatori e faccio fatica a parlare dei singoli perché poi nascono incomprensioni con frasi che mi si attribuiscono e che io non ho detto. Goudelock è in crisi di fiducia come lo sono stati Bertans, M’Baye o Jerrells. È come l’attaccante che è a digiuno di gol: si tratta di aspettare e tornerà a segnare».
STRAPOTERE Intanto Milano sconta lo strapotere russo in ogni dove, soprattutto in chi deve creare. L’impari lotta in regia affiora implacabile quando, dopo le triple di Bertans e il fugace vantaggio milanese (13-10), l’Armata Rossa si mette nella manine d’oro di De Colo e Rodriguez. Il fenomenale duo franco-spagnolo chiude il primo tempo con 20 punti (39 alla fine) e 5 assist, lievitando così la pochezza dei dirimpettai. La formula con i tre palleggiatori appare, senza Theodore, irrimediabilmente dannosa. Jerrells e Kalnietis piroettano consumando il parquet con inutili palleggi, mentre Goudelock ormai è un caso: 0/1 dopo 20 minuti di vuoto che innescano fischi finora mai sentiti.
TESTA Nulla porta a Pianigiani il quintetto ex sovietico: è contro Kalnietis, Bertans, Micov, Gudaitis e Kuzminskas (troppo molle per essere vero) che Mosca ingrana la quinta. Alla prima sirena è 23-15, solo un otti- mo M’Baye a livello offensivo illude Milano di poter restare in scia (24-27), ma la melliflua reattività a rimbalzo e le 7 palle perse (contro una soltanto del Cska), indirizzano il match verso gli ospiti già prima che De Colo si metta a fare i numeri chiudendo, cola tripla sulla sirena, il 50-36 di metà gara. Pianigiani riparte dal quintetto iniziale, con Cincia in regia, quello più decoroso. Le triple di Kuzminskas danno il -6 «poi – conclude Pianigiani – la nostra classifica ha cominciato a pesare nella testa, ci siamo persi nelle nostre paure. Aspettavamo solo la fine, mentre loro ci hanno preso alla giugulare».