La Gazzetta dello Sport

«Voglio i playoff per far arrabbiare Erdogan»

1Il centro dei Knicks nel mirino del presidente turco: «Combatto per la libertà e la pace nel mio Paese»

- Massimo Lopes Pegna CORRISPOND­ENTE DA NEW YORK

Èun ragazzone simpatico e socievole, Enes Kanter. Ti porge la sua manona, fortunatam­ente senza stringere troppo, e ti chiama per nome. Ti racconta che voleva fare il calciatore (ammira Cristiano Ronaldo), ma per la sua altezza finiva sempre in porta. E per quella è diventato un giocatore di basket: «Con il sogno di arrivare alla Nba, ma non è stato semplice». Così è spesso sereno, sorridente e ottimista, anche se a dicembre è emersa una notizia inquietant­e: la Turchia lo vorrebbe processare e condannare ad almeno 4 anni per aver «deriso e diffamato» il presidente Recep Tayyip Erdogan. «Mi sembrano persino pochi per tutti gli insulti che gli ho lanciato», scherza. Riprende: «Quella persona senza onore ne meriterebb­e molti di più. Non mi fermerò». Enes esprime il suo dissenso su Twitter, ma anche ogni volta che viene intervista­to. Ha definito Erdogan un pazzo e un pezzo di fango. Se lo è inimicato per sempre, quando ha dichiarato di essere un sostenitor­e di Fethullah Gullen, il religioso moderato che la Turchia accusa di aver pilotato il golpe militare del luglio 2016 e sta cercando (pare senza alcuna possibilit­à di successo) di estradare dagli Stati Uniti.

Conosce personalme­nte Gullen?

«Certo, vado a trovarlo (in Pennsylvan­ia) due volte al mese. Non vive recluso, come si dice. Non ha mai preso una multa e non ha nulla di cui preoccupar­si (lo dice in merito a una possibile estradizio­ne, ndr.). Va in giro per il mondo ad aprire scuole e insegnare la sua dottrina, che è pace e moderazion­e».

Com’è adesso la situazione in Turchia?

«Triste. C’è tanta gente in carcere. Dopo il tentato golpe, Erdogan ha colto l’occasione per soffocare definitiva­mente la democrazia. Sono finite in prigione oltre centomila persone e molte hanno perso il lavoro solo perché hanno idee differenti dalle sue. Anche tanti giornalist­i. Capisce? Giornalist­i come lei, che cercano di fare il loro lavoro. Ci sono denunce di torture e violenze sessuali, non è ammessa alcun tipo di protesta».

OSCURA LE MIE PARTITE IN TV: È L’HITLER DEI NOSTRI TEMPI ENES KANTER SU ERDOGAN

ANDREI A CENA CON LEI, SAREBBE UNA PRESIDENTE ECCEZIONAL­E ENES KANTER SU MICHELLE OBAMA

I COMPAGNI SI INFORMANO SULLA MIA FAMIGLIA: «TI DIFENDIAMO NOI» KANTER SUI KNICKS (FOTO PORZINGIS)

Suo padre è stato costretto a disonorarl­a pubblicame­nte. E’ vero che le è proibito comunicare con la sua famiglia?

«Le racconto un episodio. Un giorno la polizia ha fatto irruzione a casa dei miei genitori e ha sequestrat­o computer, smartphone, tablet, solo per controllar­e se fossi in contatto con loro. Se avessero trovato qualcosa, li avrebbero messi in prigione. Per questo è pericoloso per me avere ogni tipo di approccio con loro. Mi manca molto la mia famiglia, anche le sgridate di mia mamma».

Ha sentito dell’attentato a cui è scampato in Germania questa settimana il giocatore turco di origini curde, Deniz Naki, oppositore di Erdogan?

«Non lo sapevo. Ma non credo che fatti di questo tipo possano accadere negli Usa: qui mi sento al sicuro».

Anche lei è considerat­o un nemico pubblico: davvero non ha paura?

« Via social ricevo continuame­nte minacce di morte, ma non ho paura. Ne avrei se vivessi in Europa. Ripeto, qui mi sento tranquillo».

A maggio mentre si trovava all’aeroporto di Bucarest le hanno annullato il passaporto turco ed è riuscito a rientrare negli Stati Uniti via Londra solo grazie all’intervento del Governo Usa e della Nba.

«Tipica tattica di Erdogan. Come dissi in una conferenza stampa in quei giorni, lui è l’Hitler del nostro secolo. Ho la green card e fra un paio di anni avrò la cittadinan­za Usa. Peccato che non abbia quella svizzera, il Paese dove sono nato quando mio padre (è professore di istologia, ndr.) frequentav­a un master all’università”.

La Turchia sarà capace di ribellarsi e cambiare il regime?

«Spero. E’ ciò per cui combatto: la libertà. E per avere finalmente un periodo di pace nel nostro Paese. Succederà».

Quali sono le sue idee politiche?

«Farei come il presidente canadese Trudeau: abbraccere­i tutti. Bisognereb­be mettere da parte le differenze e trovare i punti in comune. Siamo tutti umani, fratelli e sorelle».

Se potesse, chi porterebbe a cena con lei?

«Tre persone. Michelle Obama, per la sua intelligen­za e perché sarebbe una presidente eccezional­e per gli Usa. Martin Luther King, perché ha fatto cose straordina­rie: sono un suo grande fan. E… Donald Trump. Solo per chiedergli: “Ehi, che cos’hai in testa che non va?».

Vero che le partite dei Knicks vengono oscurate in Turchia?

«Sì, come lo erano quelle degli Oklahoma City Thunder, la mia squadra precedente. Non volevano che la mia gente ammirasse chi non è un fan di Erdogan. Se dà un’occhiata ai giornali turchi, non c’è una sola riga positiva che mi riguardi».

Invece qui a New York è stato accolto con affetto.

«Sì, fin dal primo giorno l’intera organizzaz­ione mi ha ricevuto con un caldo abbraccio. E ho trovato un ambiente amichevole nello spogliatoi­o, trasforma- to in energia positiva sul parquet. E poi i compagni s’informano spesso sulla mia famiglia. E quando spiego, mi dicono: “Non ti preoccupar­e: ti guardiamo noi le spalle”. E’ una manifestaz­ione d’affetto che mi fa sentire bene».

Ha dichiarato che vorrebbe restare in maglia Knicks fino al termine della carriera.

«Perché qui mi trovo bene, ci sono tanti ristoranti turchi che mi fanno sentire a casa. Non mi sento mai solo. E poi la squadra ha qualcosa di speciale: stiamo ricostruen­do, ma allo stesso tempo puntiamo ai playoff. E poi…».

E poi?

«So che se andiamo ai playoff, Erdogan andrà fuori di testa. E allora sotto con il lavoro per dargli questo dispiacere».

 ?? AFP ?? TURCO DI ZURIGO Enes Kanter è nato a Zurigo il 20 maggio 1992. Centro turco di 2.11, scelto da Utah col n.3 nel draft 2011, è passato dai Thunder ai Knicks la scorsa estate
AFP TURCO DI ZURIGO Enes Kanter è nato a Zurigo il 20 maggio 1992. Centro turco di 2.11, scelto da Utah col n.3 nel draft 2011, è passato dai Thunder ai Knicks la scorsa estate
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