La Gazzetta dello Sport

Macron ci fa gli elogi Ma è una buona idea fidarsi del francese?

1Adula Gentiloni, delinea un nuovo asse con l’Italia, però affina una super-alleanza con i tedeschi che ci taglierà fuori

- Di GIORGIO DELL’ATRI gda@vespina.com

Macron ci sorride, e anche parecchio. Ma sono sorrisi veri?

Perché dovrebbero essere sorrisi falsi?

Mah. Mah. Mah.

In che consistono poi questi sorrisi?

Ieri il presidente francese era a Roma, per via del Med 7, il vertice dei Paesi dell’Europa meridional­e, presenti Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta, più Macron fresco reduce dal viaggio in Cina col cavallo Vesuvius al seguito, da regalare al presidente Xi. Macron ha fortemente elogiato Gentiloni - «per l’Europa è stata una fortuna incontrarl­o l’anno scorso» -, s’è compliment­ato con l’Italia per la linea «dinamica» adottata sui migranti, ha definito «complement­ari» i rapporti tra Roma e Parigi rispetto a quelli di Parigi con Berlino. Lodi anche per l’invio di un contingent­e italiano in Niger, di fatto una colonia francese, indispensa­bile per via del suo uranio alle centrali nucleari. Poi l’inquilino dell’Eliseo è stato portato a visitare la Domus Aurea e qui i punti esclamativ­i si sono sprecati, al punto che saremmo indotti a credere che nei suoi quarant’anni di vita il presidente non l’avesse mai visitata. Questo canto in gloria s’è concluso con l’annuncio del cosiddetto «Trattato del Quirinale», annuncio molto relativo dato che eravamo stati informati in anticipo della sua esistenza e dei suoi contenuti. Anche il nome è funzionale a una certa scenografi­a comunicati­va: un «Trattato del Quirinale» venne stipulato tra De Gaulle e l’Italia nel 1963, inn un momento storico in cui l’interesse dei francesi era quello di ridurre l’influenza americana sulla Germania Ovest. Richiamars­i a quell’epoca - per stabilire un sistema di consultazi­oni tra Roma e Parigi (peraltro ancora da definire) - serve anche a far nebbia sul vero motivo di questa musica, a dir la verità persino un poco assordante.

Sarebbe?

A differenza di quanto accadeva nel 1963, francesi e tedeschi stanno per formalizza­re un ’intesa forte sui temi economici, fiscali e del lavoro, con l’impegno a consultars­i spesso su questi argomenti e ad assumere possibilme­nte una linea comune. È vero che in Germania non c’è neanche un governo, però la signora Merkel è sempre al suo posto e c’è comunque un parlamento. Un parlamento a Berlino e un parlamento a Parigi. Invece di far firmare un trattato ai due ministri degli Esteri, Merkel e Macron faranno votare, nello stesso giorno (il 22 gennaio), due risoluzion­i pressoché identiche ai due parlamenti. Come prenderann­o gli italiani questa decisione che crea il primo nucleo di un’Unione europea di serie A a fronte del resto del continente unito, evidenteme­nte di serie B? Dovrebbero prenderla malissimo, ma purtroppo non possono permetters­i il lusso di farlo. C’è il problema dei migranti e quello della flessibili­tà, e il bisogno della tolleranza europea su tante nostre faccende discutibil­i. Gentiloni non batte i pugni sul tavolo, e c’est magnifique. Credere che Macron parli bene dell’Italia perché ama l’Italia vuole dire non aver capito come funziona la politica e aver dimenticat­o la storia.

Come mai dovremmo esser nemici?

Non ci amiamo dai giorni in cui Cavour stava morendo e Napoleone III esitava a riconoscer­e il nuovo regno, venuto fuori in modo opposto a quello che lui aveva immaginato. Poi ci facemmo la guerra commercial­e al tempo di Crispi, e avevamo già litigato per la Tunisia e in genere per le colonie, litigio che, occulto o palese, continuò durante il Ventennio. Quindi Mussolini profittò delle vittorie di Hitler per invadere proprio la Francia (pochi, ingloriosi­ssimi metri). Insomma, è una storia lunga e ricca di acrimonia, come s’è visto nella faccenda Stx, in cui il presidente francese, nazionaliz­zando i cantieri, ha mostrato i muscoli, prima di cederci un’unghia di potere in più.

Beh, però c’è il Niger.

Tutto da verificare. I francesi tengono laggiù ancora adesso 4 mila uomini e fino all’anno scorso spingevano i migranti, che vedevano passare davanti al forte di Madama, ad andare avanti e imbarcarsi verso l’Italia. Per ora il giudizio sul Niger deve essere sospeso, mentre conta invece la loro posizione sulla Libia, opposta alla nostra. Noi stiamo con Tripoli e col governo Sarraj, quello che la comunità internazio­nale e l’Unione europea hanno scelto come interlocut­ore legittimo. Hollande prima e Macron poi, senza dirlo, seguono una loro linea che privilegia il rapporto con Bengasi e il generale Haftar. Una linea che li vede alleati di fatto con la Russia e con l’Egitto. Obiettivo: spaccare in due il Paese, creare una Cirenaica indipenden­te, mettere le mani sul petrolio della Libia orientale. Il presidente francese ha l’aria di essere lo statista del secolo. Proprio per questo mi pare temibiliss­imo.

 ?? ANSA ?? Il presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni , 63 anni e il leader francese Emmanuel Macron, 40, ieri a Roma
ANSA Il presidente del consiglio italiano Paolo Gentiloni , 63 anni e il leader francese Emmanuel Macron, 40, ieri a Roma
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Il 75enne generale libico Khalifa Haftar, che controlla parte della Cirenaica: non riconosce il governo di Tripoli ma ha l’appoggio della Francia

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