Pellegrino da applausi Nello short track doppio oro Valcepina
●Federico brucia il norvegese con un finale show a Dresda. «Tutto come da programma...»
La decima è davvero la più bella. Forse solo il trionfo mondiale ha regalato a federico Pellegrino una gioia più grande: ed anche in quella circostanza, sotto i riflettori finlandesi di Lahti, a pagare dazio fu Johannes Klaebo, l’ultimo marziano dei norvegesi che in questa stagione le aveva vinte tutte meno una 15 km a Dobbiaco, aveva saltato il Tour de ski e si era presentato baldanzoso sul circuito di Dresda. Un colpo d’occhio, per la Sprint a tecnica libera di Coppa del Mondo in versione cittadina: dunque con poche salite vere, molti rischi di cadere e una tattica da calcolare al millimetro. Quando si tratta di marcare, nessuno ha l’acume di Chicco, che dopo aver perso a Davos il 9 dicembre dal vichingo aveva ammesso: «Adesso è il più forte, ma non è imbattibile». E gli ha servito la pariglia sulla neve tedesca e uno sfondo mozzafiato.
COSTRUZIONE Il decimo successo in Coppa per l’iridato — quinto al mondo a raggiungere la doppia cifra — non è stato, però, facile da costruire: se si pensa al quinto tempo di qualificazione, al secondo posto nei quarti, al terzo in semifinale e dunque con il ripescaggio da primo degli esclusi grazie al miglior crono: ma al momento giusto, Pellegrino ha sfoderato un’altra delle sue prestazione superbe, stupende. E, soprattutto, ha battuto il fenomeno che ha l’esuberanza del compagno storico (Petter Northug), i modi di fare e sciare. E’ stato corretto, in verità, anche in un frangente della finale, spalla a spalla con il valdostano, ed è stato sublime il sorpasso del nostro sul norge nella breve rampetta, e poi in discesa per allungare, accelerare ed aspettare il ritorno del rivale che ci ha provato sino alla spaccata. Pellegrino ha vinto pure d’astuzia, di classe. Il fenomeno della sprint a skating è lui e nel confronto diretto stagionale siamo 1-1, la distanza dalla vetta della Coppa di specialità si assottiglia a 55 punti, ma quel che più conta è il messaggio incluso nel successo: caro Klaebo quando si tratta di sprintare, se Chicco sta bene, bisognerà fare i conti sempre con il re del mondo. Anche se ai Giochi di PyeongChang la Sprint è prevista nel passo che piace più al norvegese, quello alternato.
TATTICA Ma pure sui binari, Pellegrino - una vittoria in Coppa ed un 5° posto ai Mondiali di Falun 2015 - si fa valere. E vedremo nel prossimo fine settimana a Planica se sarà ancora duello tra il primo vincitore di Coppa non scandinavo e il marziano che vuole riscrivere la storia del fondo. «Klaebo è un bravo ragazzo, avrebbe potuto bloccarmi ed ostacolarmi col rischio di cadere, ma lui mi ha dato la precedenza». Nel traffico di una pista stretta e con neve scivolosa, Pellegrino è stato impeccabile ad accendersi per l’attacco nella prima parte di gara, quasi illudendo gli avversari (il terzo sarà il francese Lukas Chanavt) che non ne avesse abbastanza. Invece li ha fatti sfogare e li ha salutati alla sua maniera. Con una progressione che appartiene a pochi nel mondo. «Klaebo e Chavanat sono più giovani di me, sapevo
che all’inizio della gara sarebbero partiti molto veloci, così ho aspettato per mettere a punto l’attacco».
OBIETTIVI Cosa cambia con questo successo da 10 e lode? «Tutto procede secondo programma - fa il poliziotto di Nus -. Sapevo che si trattava di una gara difficile per il tipo di tracciato che trovavamo ed è successo esattamente così. Mi sono tolto la soddisfazione di battere colui che sta dominando da cima a fondo la stagione, tuttavia non mi stupisco più di tanto, perché sto seguendo fedelmente la tabella preparata ad inizio anno con gli allenatori. Anche il ripescaggio della semifinale è stato in un certo senso calcolato, perché mi trovavo in una semifinale veloce. Ed ho riaperto il discorso per la Coppa di specialità (vinta due stagioni fa, ndr) anche se pago soprattutto i punti lasciati nella Sprint del Tour annullata ad Oberstdorf. Quest’anno la classifica non è la mia priorità, l’obiettivo principale resta un altro, i conti li faremo solo alla fine». Un trionfo in un colpo d’occhio: «E’ stato abbastanza bello a Dresda, ma la domanda è un’altra: è meglio portare il fondo in città oppure la città verso il fondo?».
LA CHIAVE «Una grande soddisfazione battere il più bravo della stagione. Ma non mi sorprendo più di tanto»