Crollo Real: adesso è crisi
CONTINUA IL MOMENTO NO DEI BLANCOS. E IN PREMIER PAREGGIA ANCORA IL CHELSEA
Sconfitta interna con il Villarreal, solo un punto in 3 gare e Barça a +16. Mai così male da 12 anni a questa parte
Arrivare in vetta, giusto il tempo di scattarsi una foto, ripartire e nella discesa iniziare a scivolare pericolosamente. Il 16 dicembre, battendo il Gremio, il Madrid alzava il quinto trofeo del 2017, record del club. Da allora, un punto su 9 in Liga con le sconfitte contro Barcellona e Villarreal in casa e il pari a Vigo e una vittoria (col Numancia, Serie B, in Coppa del Re) in 5 gare. In Liga il Barça è a +16, che oggi può diventare +19, e il quarto posto è in pericolo: Villarreal a -1, il Siviglia se batte l’Alaves agguanta il Madrid. A corredo, i fischi del Bernabeu, l’agitazione della stampa e la preoccupazione diffusa nel sempre volubile madridismo. E tra un mese al Bernabeu arriva il Psg per gli ottavi di Champions: sappiamo che il Madrid considera l’Europa una splendida e gloriosa priorità e la Liga un fastidioso appuntamento, però contro Neymar Zizou si gioca la stagione in due partite. E resta da vedere come ci arriverà, perché se va avanti così il morale, già bassissimo, può sprofondare. ● ● FOTO DI UNA CRISI Questa la fotografia numerica della Real crisi, in 7 flash. In tutta la scorsa Liga il Madrid ha perso 21 punti, in questa dopo 18 giornate siamo già a 22. Mai nella storia del club dopo 18 giornate il pichichi della squadra aveva segnato la miseria di 4 reti, come ora (sono in 4: Ronaldo, che in Champions in meno della metà delle partite ha fatto più del doppio dei gol rispetto alla Liga, Bale, Isco e Asensio). Il Madrid con Zidane ha infilato addirittura 73 partite consecutive segnando almeno un gol, poi è rimasto a secco 5 volte nelle ultime 25. Lo score dei gol in Liga è molto diverso tra prima e seconda parte:
23-6 contro 9-11.
In casa in questa stagione il Real
Zizou ha vinto solo il 50% delle partite, 8 su 16 con 3 sconfitte
(Betis, Barça e Villarreal). Era dal 2005-06 (la stagione delle dimissioni di Florentino Perez) che il Madrid, guidato prima da Luxemburgo e poi da Lopez Caro, non faceva così pochi punti nelle prime 18 giornate: allora erano 30, oggi sono 32. Per dare un’idea, nel 2015 Rafa Benitez è stato cacciato quando ne aveva fatti 37. Due sconfitte consecutive in Liga al Bernabeu non si vedevano dal 2009, senza segnare (come ora) dal 2007. LIMITI DIALETTICI Zidane non rischia, perché non ci sono alternative, perché dalla conquista della cima è passato meno di un mese, perché può ancora alzare Coppa del Re e Champions League (sarebbe la terza di fila…) e soprattutto perché in 2 anni ha vinto 8 dei 9 trofei che ha iniziato col Madrid. La sua rete è ancora ampia e solida. Però il francese è in evidente difficoltà: ha scelto di morire coi suoi fedelissimi e non fa cambi e ieri ha mostrato grandissimi limiti dialettici nell’analisi della sconfitta: «Siamo stati sfortunati, meritavamo di più, la palla non vuole entrare, dobbiamo lavorare, è solo un momento negativo che finirà appena vinceremo una partita, non ho spiegazioni». Gli scarni concetti ripetuti come un pallido mantra da Zizou. Inquietante l’ultimo frammento: dopo averlo ribadito più volte, quando Zidane si è reso conto che dire di non avere spiegazioni non era proprio una gran risposta è tornato sui propri passi senza però darne una, di spiegazione. Senza vittorie e senza risposte Zizou spera che una vittoria faccia cambiare il vento. E i madridisti sbuffano.
È SOLO UN MOMENTO NEGATIVO CHE FINIRÀ, NON HO SPIEGAZIONI
ZINEDINE ZIDANE TECNICO REAL MADRID