Eurostar Valcepina, doppia favola «Ori per le mie gemelle»
●Bronzo a Sochi incinta, Martina vince i 1500 e poi i 500 seguita dalla Fontana: «Che fatica conciliare sport e maternità». Oggi si chiude
Due ori, uno a gemella: «Così, almeno, non litigano...». Martina Valcepina, agli Europei di Dresda, sigla una splendida doppietta 500-1500, prime finali della rassegna e il pensiero corre subito alle sue bimbe, Rebecca e Camilla, con lei (in grembo) quando con la staffetta conquistava il bronzo olimpico di Sochi 2014. Dopo la loro nascita, del settembre dello stesso anno, è stata ferma due stagioni, sul punto di smettere. Adesso, a meno di un mese da nuovi Giochi, passando dai podi sui 500 delle tappe di Coppa del Mondo di Dordrecht e di Seul, torna prepotentemente a graffiare.
RECORD Sono Europei, sembrano campionati italiani. Almeno in campo femminile. In vetta alla generale, quella che stasera dopo i 1000 e i 3000 assegnerà il titolo allround – il più prestigioso – ci sono due azzurre: dietro la 25enne finanziere valtellinese, c’è Arianna Fontana, stesso club e stessa valle, a caccia del settimo acuto complessivo. La portabandiera tricolore a PyeongChang è sfortunata nei 1500 (vien fatta cadere a poco più di un giro dal termine, quando è in testa e finisce quarta) ed è seconda nei 500. Distanza sulla quale perde il record nazionale: a Salt Lake City, il 13 novembre 2016, pattinò in 42”829. La Valcepina a Dresda, calottina rossa di leader in testa, dopo una falsa e un folle giro intermedio da 8”6, sigla un clamoroso 42”805. Il divario tra le due è considerevole. Ma oggi, considerando le rispettive caratteristiche, tutto sarà in discussione. Più arduo credere che l’oro finale, con l’olandese Van Kerkhof terza, possa andare ad atlete di altri Paesi. La Valcepina, nell’allround, vanta i bronzi di Heerenveen 2011 e Mladò 2012: il titolo, in quei casi, andò alla Fontana.
I 1500 «La vigilia – racconta Martina, emozionata – è stata difficile. Di recente abbiamo caricato tanto. E io aggiungo la gestione delle bimbe, coi trasferimenti Bormio-Courmayeur, nostra sede di allenamento. Senza il c.t. Kenan Gouadec, che da sempre ha fiducia in me, non so se sarei partita per la Germania. Ero esausta. Così nella semifinale dei 1500 mi son messa in coda, ultima e un po’ staccata. Non ci credevo più, ma negli ultimi due giri ho rimontato. In finale puntavo a spendere poco e ho ripetuto il copione. Ai meno due ci ho provato. Davanti Arianna e la russa Efremenkova battagliavano, l’olandese Schulting, poi squalificata, ha azzardato un’azione e le ha fatto cadere. Diversamente sarei finita terza».
I 500 Poco dopo, i 500. «Sono la mia gara – sorride –: in semifinale l’altra russa Prosvirnova mi ha superata nella penultima tornata, ma in finale, partendo da seconda, ho “saltato” tutte subito e non ho più mollato». Con, appunto, tanto di record. «E dedica alle mie figlie – aggiunge – la cosa più bella che mi sia mai capitata, ora a casa con la febbre, a mia sorella Arianna, la mia forza e alle maestre dell’asilo di Courmayeur. Cosa succederà ora? I 1000 non mi piacciono, nei 3000 sono scarsotta. Darò tutto, ma sarà dura. E all’Olimpiade, per ora, nemmeno penso». Peccato per la staffetta, composta anche da Cynthia Mascitto e Lucia Peretti: in semifinale, facilmente in testa, ha alzato bandiera bianca per una caduta della stessa Fontana a sei giri dal termine, prima dell’ultimo cambio con la Mascitto. Bravi invece Tommaso Dotti, Yuri Confortola, Nicola Rodigari e Andrea Cassinelli, oggi finalisti (dopo l’esclusione dai Giochi) con Russia, Ungheria e Olanda.
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ALLROUND
I titoli allround europei femminili italiani (su 21): 6 da Arianna Fontana, 3 da Marinella Canclini