La Gazzetta dello Sport

Nibali-Aru, Vuelta da prova del 9

●Il via dal museo Pompidou di Malaga, sul monte Oiz (18%) girate alcune scene di «Trono di Spade». Con nove arrivi in quota è l’avviciname­nto ideale alla gara iridata. E Froome?

- Claudio Ghisalbert­i Una scena di «Trono di Spade»

E’una sensazione strana quella di assistere alla presentazi­one di una corsa, per giunta una delle più importanti al mondo, senza sapere chi ha vinto l’edizione precedente. Ieri a Estepona, piena Andalusia, è stata svelata l’edizione numero 73 della Vuelta: partenza da Malaga il 25 agosto e arrivo il 16 settembre a Madrid. Lo scorso anno, nella capitale spagnola, a salire sul gradino più alto del podio è stato Chris Froome davanti a Vincenzo Nibali e al russo Ilnur Zakarin. Impresa storica quella del britannico perché l’accoppiata Tour-Vuelta non era mai riuscita a nessuno da quando la corsa spagnola è stata spostata da aprile a settembre. Peccato che nelle settimane scorse sia stata svelata un’irregolari­tà del corridore del Team Sky al controllo antidoping al termine della quart’ultima tappa: il livello di salbutamol­o nelle urine era «solo» il doppio del consentito. Caso che è ben lontano dall’essere risolto. «Ma questo non è solo un problema della Vuelta - spiega Javier Guillen che della corsa è l’organizzat­ore-. Il problema vero è che è molto brutto iniziare una nuova stagione senza sapere chi ha vinto le corse dell’anno prima. E forse è peggio non sapere chi potrà correre e chi sarà il vero vincitore delle prossime corse. Sarebbe tremendo ripercorre­re il “caso Contador” del 2011. Il ciclismo ha bisogno di una cosa più delle altre: certezza. Su Froome serve chiarezza subito».

IL PERCORSO E la certezza della prossima edizione è che sarà una corsa molto dura, soprattutt­o nella seconda parte. Malaga per la 30a volta ospiterà la partenza. Il via verrà dato dal Museo Pompidou e, dopo 9 anni, la prima tappa sarà di nuovo una crono individual­e. Poi, sparsi nelle canoniche 21 tappe, 9 arrivi in salita, 46 gpm, 5 tappe di montagna, 6 di mezza montagna e 6 pianeggian­ti ma 2 con finale in salita. Due anche le crono, oltre la prima ci sarà quella di 32,7 km da Santillana de Mar a Torrelaveg­a, in Cantabria. I chilometri complessiv­i saranno 3.271,4. Quest’anno non ci sarà il totem, l’Angliru, ma tre tappe sono da brividi. La 9a termina alla Covatilla, la 15a ai Lagos de Covadonga mentre la 20a, l’ultima vera prima della passerella finale nella capitale, tutto nel territorio di Andorra è la frazione più dura: 5 gpm prima del finale in alto a La Gallina. Ma attenti alle sorprese. Il traguardo a Caminito del Rey (2a tappa) e lo spettacola­re Balcon de Bizcaia (17a), con il Monte Oiz (punte al 17-18%), scenario di alcuni episodi del «Trono di spade» potrebbero rivelarsi micidiali.

I FAVORITI Una corsa che guardando il profilo altimetric­o sembra disegnata per Vincenzo Nibali e Fabio Aru, che non è ipotizzabi­le corrano con il freno tirato pensando al Mondiale. Però la Movistar non vorrà, e ne potrà, fare la brutta figura dello scorso anno. Per questo ai nastri di partenza la corazzata spagnola ha i mente di schierare il tris d’assi: Quintana, Valverde e Landa. E quest’ultimo, se proprio sarà costretto a fare da gregario a Nairo al Tour, punterà i piedi per essere il leader nella corsa di casa. E Froome?

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 ??  ?? Il podio 2017: Vincenzo Nibali (2°), il britannico Chris Froome (vincitore) e il russo Ilnur Zakarin (3°) BETTINI
Il podio 2017: Vincenzo Nibali (2°), il britannico Chris Froome (vincitore) e il russo Ilnur Zakarin (3°) BETTINI

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