Renzi sfida M5S «Incompetenti» E al centrodestra «Causò lo spread»
● Il leader del Pd: «Gioco di squadra per Palazzo Chigi» Berti pro Di Maio: nuove polemiche
Il 4 marzo si avvicina e scalda il clima politico. Ieri è stato il segretario del Pd, Matteo Renzi, ad aprire la sua campagna elettorale e a rinfocolare le polemiche, con affondi contro il M5S, accusato di «incompetenza», critiche al centrodestra («alleanza dello spread», ha detto Renzi all’assemblea nazionale degli amministratori dem, a Torino), e una stoccata anche per Liberi e Uguali, il partito di sinistra reo di aver spaccato l’alleanza per le Regionali in Lombardia, correndo da solo e non sostenendo il candidato del Pd, Giorgio Gori (diversa invece la scelta nel Lazio, dove il leader di LeU, Pietro Grasso, ieri ha ribadito il sostegno a Nicola Zingaretti). «Serve gioco di squadra per portare uno del Pd a Palazzo Chigi, abbiamo 50 giorni», ha detto Renzi.
DA TORINO La prima stoccata è stata al M5S. «Per mesi si è parlato del buon governo dei Cinquestelle a Torino, ma per prima cosa hanno tagliato sulla cultura. Noi siamo gli amministratori che non falsificano i bilanci, non mettono 5 milioni in più a penna. E nella nostra città i revisori dei conti non si dimettono», ha detto Renzi. Poi un’accusa alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, anche sui costi dell’alberto di Natale, il celebre “Spelacchio”. «Non puoi gridare onestà e alla prova dei fatti dimostrarti incapace di risolvere i problemi». E al centrodestra: «Si presenta come un’alleanza solida, ma sono stati loro il governo dello spread, noi siamo dovuti intervenire per far ripartire il Paese». Dal M5S è arrivata la risposta della sindaca Raggi: «Il segretario del Pd, ancora una volta, mistifica la realtà. Se vuole parlare di raddoppio dei costi, si interroghi su quelli per la Metro C causati dalle precedenti gestioni», ha detto.
IN RADIO E in un clima di tensione, persino la cantante Orietta Berti diventa tema da campagna elettorale, dopo che a «Un giorno da pecora», su Radio 1, Berti ha detto di voler votare per il M5S, beccandosi la promessa di un esposto dai dem. «Ho ricevuto parole di apprezzamento dalla Berti - dice il candidato premier del M5S, Luigi Di Maio -; possibile che il Pd la denunci all’Agcom perché ha detto che potrebbe votare M5S? È un atto di censura; io sorrido, ma c’è da piangere». E lo scenario politico ieri è stato analizzato dal Wall Street Journal, che ha dedicato un titolo al segretario del Pd. «Le speranze di un ritorno di Renzi svaniscono mentre l’auto-definitosi “rottamatore” affonda nei sondaggi», ha scritto il Wsj, che ha ipotizzato un governo di larghe intese, tra Pd e Forza Italia.