La Gazzetta dello Sport

Fontana inesauribi­le È il titolo europeo n. 7

●Vince i 1000 e poi supera la Valcepina, splendida seconda

- Andrea Buongiovan­ni

Esono sette: dopo Ventspils 2008, Torino 2009, Heerenveen 2011, Mlada Boleslav 2012, Malmö 2013 e Torino 2017, ecco Dresda 2018. Arianna Fontana non finisce più. E in Europa (vanta anche due argenti e un bronzo), è sempre più regina. Solo la bulgara Evgenia Radanova, una leggenda del pattino corto, a inizio anni Duemila ha vinto tanti titoli quanti lei. L’ultimo ha una valenza tripla: perché ottenuto a meno di un mese dal via dall’Olimpiade (nel 2010 e nel 2014, prima dei botti ai cinque cerchi, si «accontentò» di un argento e di un bronzo) e perché, alle sue spalle, si piazza una splendida Martina Valcepina. Per la terza volta sul podio dopo gli argenti 2011 e 2012, ma mai così in alto. E se l’Italia maschile, tra il 1997 e il 2006, piazzò sette doppiette (con persino tre triplette), per quella femminile si tratta di una prima, prestigios­issima volta. LE GARE Dopo l’uno-due di sabato di mamma Martina (5001500), l’ultima giornata regala ad Arianna il successo nei 1000 e, a doppietta allround di fatto acquisita, la seconda piazza nei 3000 finali. Con la conterrane­a valtelline­se (compagna anche in Fiamme Gialle) caduta nella finale per il 5° posto della prima distanza (chiusa all’8°) e poi 7a nella seconda. «Sabato – ricorda la prossima portabandi­era – tra una caduta provocata, il ghiaccio “rotto” e il filo del pattino che ha ceduto in un momento-clou, ero stata un po’ sfortunata. Non è stato facile rimanere “dentro” la gara. Ma avevo poco da perdere. E nei 1000 me la sono ben giocata». La sfida con la 20enne olandese Suzanne Schulting è stata entusiasma­nte, fatta di continui sorpassi e risolta praticamen­te al fotofinish per 21/1000. Poi i 3000, con la Valcepina incapace di chiudere con le migliori e l’ininfluent­e successo alla russa Sofia Prosvirnov­a. «Peccato solo per la mia caduta nella semifinale della staffetta che ha pregiudica­to il risultato – commenta la signora Lobello – mi è dispiaciut­o soprattutt­o per Lucia Peretti e Cynthia Mascitto, le altre frazionist­e, che avrebbero meritato di festeggiar­e con noi. Poi, però, nella finale 5° posto, con tanto di miglior tempo di giornata, abbiamo tenuto a bada un’Olanda che anche ai Giochi sarà pericolosa».

SQUADRA Da domani e per una settimana il gruppo sarà di nuovo al lavoro a Courmayeur. Poi, dopo un paio di giorni a casa, giovedì 25 la partenza per Seul e per un’ultima settimana di raduno preolimpic­o, prima del trasferime­nto a PyeongChan­g. « Son convinta che questi risultati diano una bella spinta per tutta la squadra – dice Arianna – sono la conferma che abbiamo lavorato bene. Io stessa non credevo molto nel titolo...». Gli uomini, come ormai da tempo, tornano a casa con meno soddisfazi­oni, anche se il 4° posto di Tommasi Dotti nei 1000 (8° nella generale) e della staffetta composta anche da Yuri Confortola, Nicola Rodigari e Andrea Cassinelli meritano applausi. Il c. t. Kenan Gouadec dovrà ora sciogliere gli ultimi nodi circa la formazione olimpica (due uomini e cinque donne). Nel primo caso i favoriti dovrebbero essere gli stessi Dotti e Confortola, individual­isti già a Dresda. Nel secondo dipenderà dalle condizioni di Cecilia Maffei, pronta al rientro dopo un infortunio a una caviglia. Con Fontana, Valcepina e Peretti sicure, lei, Mascitto ed Elena Viviani paiono in lizza per gli altri due posti.

 ??  ?? Arianna Fontana, 27 anni, nella finale dei 1000 precede l’olandese Suzanne Schulting di 21/1000 AP
Arianna Fontana, 27 anni, nella finale dei 1000 precede l’olandese Suzanne Schulting di 21/1000 AP
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Fontana e Valcepina, 1a e 2a

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