Fontana inesauribile È il titolo europeo n. 7
●Vince i 1000 e poi supera la Valcepina, splendida seconda
Esono sette: dopo Ventspils 2008, Torino 2009, Heerenveen 2011, Mlada Boleslav 2012, Malmö 2013 e Torino 2017, ecco Dresda 2018. Arianna Fontana non finisce più. E in Europa (vanta anche due argenti e un bronzo), è sempre più regina. Solo la bulgara Evgenia Radanova, una leggenda del pattino corto, a inizio anni Duemila ha vinto tanti titoli quanti lei. L’ultimo ha una valenza tripla: perché ottenuto a meno di un mese dal via dall’Olimpiade (nel 2010 e nel 2014, prima dei botti ai cinque cerchi, si «accontentò» di un argento e di un bronzo) e perché, alle sue spalle, si piazza una splendida Martina Valcepina. Per la terza volta sul podio dopo gli argenti 2011 e 2012, ma mai così in alto. E se l’Italia maschile, tra il 1997 e il 2006, piazzò sette doppiette (con persino tre triplette), per quella femminile si tratta di una prima, prestigiosissima volta. LE GARE Dopo l’uno-due di sabato di mamma Martina (5001500), l’ultima giornata regala ad Arianna il successo nei 1000 e, a doppietta allround di fatto acquisita, la seconda piazza nei 3000 finali. Con la conterranea valtellinese (compagna anche in Fiamme Gialle) caduta nella finale per il 5° posto della prima distanza (chiusa all’8°) e poi 7a nella seconda. «Sabato – ricorda la prossima portabandiera – tra una caduta provocata, il ghiaccio “rotto” e il filo del pattino che ha ceduto in un momento-clou, ero stata un po’ sfortunata. Non è stato facile rimanere “dentro” la gara. Ma avevo poco da perdere. E nei 1000 me la sono ben giocata». La sfida con la 20enne olandese Suzanne Schulting è stata entusiasmante, fatta di continui sorpassi e risolta praticamente al fotofinish per 21/1000. Poi i 3000, con la Valcepina incapace di chiudere con le migliori e l’ininfluente successo alla russa Sofia Prosvirnova. «Peccato solo per la mia caduta nella semifinale della staffetta che ha pregiudicato il risultato – commenta la signora Lobello – mi è dispiaciuto soprattutto per Lucia Peretti e Cynthia Mascitto, le altre frazioniste, che avrebbero meritato di festeggiare con noi. Poi, però, nella finale 5° posto, con tanto di miglior tempo di giornata, abbiamo tenuto a bada un’Olanda che anche ai Giochi sarà pericolosa».
SQUADRA Da domani e per una settimana il gruppo sarà di nuovo al lavoro a Courmayeur. Poi, dopo un paio di giorni a casa, giovedì 25 la partenza per Seul e per un’ultima settimana di raduno preolimpico, prima del trasferimento a PyeongChang. « Son convinta che questi risultati diano una bella spinta per tutta la squadra – dice Arianna – sono la conferma che abbiamo lavorato bene. Io stessa non credevo molto nel titolo...». Gli uomini, come ormai da tempo, tornano a casa con meno soddisfazioni, anche se il 4° posto di Tommasi Dotti nei 1000 (8° nella generale) e della staffetta composta anche da Yuri Confortola, Nicola Rodigari e Andrea Cassinelli meritano applausi. Il c. t. Kenan Gouadec dovrà ora sciogliere gli ultimi nodi circa la formazione olimpica (due uomini e cinque donne). Nel primo caso i favoriti dovrebbero essere gli stessi Dotti e Confortola, individualisti già a Dresda. Nel secondo dipenderà dalle condizioni di Cecilia Maffei, pronta al rientro dopo un infortunio a una caviglia. Con Fontana, Valcepina e Peretti sicure, lei, Mascitto ed Elena Viviani paiono in lizza per gli altri due posti.