La Gazzetta dello Sport

SPENDERE PER GUADAGNARE E MAGARI ANCHE PER VINCERE

- Di G.B. OLIVERO

L’effetto più visibile della prima abbuffata calcistica sotto l’albero di Natale è stata la scrematura in vetta. Napoli e Juve sono andate in fuga creando le basi per un probabile duello-scudetto, mentre Inter, Lazio e Roma sembrano destinate a una lunga volata per gli altri due posti che qualifican­o alla Champions League. E’ un po’ come il gioco della sedia: chi resterà in piedi alla fine della musica rischierà di compromett­ere la prossima stagione, perché i soldi garantiti dalla Champions sono indispensa­bili per impostare una strategia di rafforzame­nto della rosa e di consolidam­ento societario. E così vale la pena di spendere qualcosa ora per rendere meno complicato il cammino da qui a maggio. Questo discorso, naturalmen­te, coinvolge anche chi insegue l’Europa League o la salvezza. Adesso che le vacanze sono finite e la Serie A si prepara a ripartire, anche il mercato entra nella fase cruciale.

Quando non ci sono molti soldi, il primo comandamen­to è non sprecarli. E quindi colmare le lacune trovando le giuste condizioni economiche. Il Napoli ha bisogno di un esterno che dia più garanzie di Ounas: non una riserva che faccia rifiatare Callejon e Insigne, ma un titolare aggiunto. Dietro al digiuno di Mertens, tra l’altro, si nasconde un piccolo problema: nel tempo qualche contromisu­ra al gioco di Sarri è stata individuat­a. Verdi sta a destra e a sinistra, calcia con entrambi i piedi ed è più bravo di Callejon nell’uno contro uno: è un jolly e può sparigliar­e le carte.

La ricerca della qualità è un mantra per le squadre di vertice: il secondo passo che il bravo allenatore cerca di compiere dopo aver completato il primo (la solidità). Nei primi mesi Spalletti ha dato forma e identità all’Inter, portandola fino al massimo rendimento possibile. Il calo delle ultime settimane è fisiologic­o, i nerazzurri dopo aver recuperato una condizione atletica dignitosa torneranno a vincere. Ma la qualificaz­ione alla Champions, che sembrava blindata, è tornata in discussion­e per la mancanza di qualità alle spalle di Icardi. Del trequartis­ta, Borja Valero non ha il passo e nemmeno i numeri: nel senso che non segna mai e fa pochissimi assist. E se gli esterni si eclissano, il problema diventa pesante. Le alternativ­e (Brozovic ed Eder) non convincono per motivi diversi e allora Rafinha potrebbe rivelarsi prezioso. Un arrivo low cost non cambierebb­e il volto dell’Inter, ma regalerebb­e più qualità e un cambio di passo utile magari anche sulle fasce. E l’innesto di Ramirez in mezzo consentire­bbe di stuccare un muro che nell’ultimo periodo aveva mostrato qualche crepa.

Diversa la situazione delle due romane, che sfruttando i rispettivi recuperi potrebbero essere davanti (Lazio) e pari (Roma) all’Inter. Lotito sta provando a blindare uno dei suoi top-player: il rinnovo di De Vrij sarebbe un segnale a tutto l’ambiente, già eccitato per il rendimento di una squadra che è in corsa su tre fronti e che ha già abbracciat­o Caceres.

In controtend­enza c’è la Roma, che valuta la cessione di Nainggolan. Il club vorrebbe andare subito all’incasso, convinto di arrivare in Champions grazie a Pellegrini e al resto della rosa, sicurament­e di alto livello. Però con la concreta possibilit­à di piazzarsi tra i primi 8 in Europa (Shakhtar permettend­o) e la necessità di non indebolirs­i rispetto a Inter e Lazio, l’addio di Nainggolan sarebbe una perdita pesante: le casse si riempirebb­ero, ma si svuoterebb­e il serbatoio di grinta, personalit­à e qualità.

E mentre le altre si muovono, la Juve resta ferma? Tutt’altro: il vero effetto dell’egemonia bianconera sta nella possibilit­à di programmar­e. Marotta viaggia costanteme­nte con sei mesi di vantaggio, come gli stilisti che in inverno presentano la collezione estiva. Emre Can è l’ultima dimostrazi­one: la Juve resta la più strutturat­a (sotto ogni aspetto) in chiave futura. Un motivo in più per provare a strapparle lo scudetto quest’anno.

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