SPENDERE PER GUADAGNARE E MAGARI ANCHE PER VINCERE
L’effetto più visibile della prima abbuffata calcistica sotto l’albero di Natale è stata la scrematura in vetta. Napoli e Juve sono andate in fuga creando le basi per un probabile duello-scudetto, mentre Inter, Lazio e Roma sembrano destinate a una lunga volata per gli altri due posti che qualificano alla Champions League. E’ un po’ come il gioco della sedia: chi resterà in piedi alla fine della musica rischierà di compromettere la prossima stagione, perché i soldi garantiti dalla Champions sono indispensabili per impostare una strategia di rafforzamento della rosa e di consolidamento societario. E così vale la pena di spendere qualcosa ora per rendere meno complicato il cammino da qui a maggio. Questo discorso, naturalmente, coinvolge anche chi insegue l’Europa League o la salvezza. Adesso che le vacanze sono finite e la Serie A si prepara a ripartire, anche il mercato entra nella fase cruciale.
Quando non ci sono molti soldi, il primo comandamento è non sprecarli. E quindi colmare le lacune trovando le giuste condizioni economiche. Il Napoli ha bisogno di un esterno che dia più garanzie di Ounas: non una riserva che faccia rifiatare Callejon e Insigne, ma un titolare aggiunto. Dietro al digiuno di Mertens, tra l’altro, si nasconde un piccolo problema: nel tempo qualche contromisura al gioco di Sarri è stata individuata. Verdi sta a destra e a sinistra, calcia con entrambi i piedi ed è più bravo di Callejon nell’uno contro uno: è un jolly e può sparigliare le carte.
La ricerca della qualità è un mantra per le squadre di vertice: il secondo passo che il bravo allenatore cerca di compiere dopo aver completato il primo (la solidità). Nei primi mesi Spalletti ha dato forma e identità all’Inter, portandola fino al massimo rendimento possibile. Il calo delle ultime settimane è fisiologico, i nerazzurri dopo aver recuperato una condizione atletica dignitosa torneranno a vincere. Ma la qualificazione alla Champions, che sembrava blindata, è tornata in discussione per la mancanza di qualità alle spalle di Icardi. Del trequartista, Borja Valero non ha il passo e nemmeno i numeri: nel senso che non segna mai e fa pochissimi assist. E se gli esterni si eclissano, il problema diventa pesante. Le alternative (Brozovic ed Eder) non convincono per motivi diversi e allora Rafinha potrebbe rivelarsi prezioso. Un arrivo low cost non cambierebbe il volto dell’Inter, ma regalerebbe più qualità e un cambio di passo utile magari anche sulle fasce. E l’innesto di Ramirez in mezzo consentirebbe di stuccare un muro che nell’ultimo periodo aveva mostrato qualche crepa.
Diversa la situazione delle due romane, che sfruttando i rispettivi recuperi potrebbero essere davanti (Lazio) e pari (Roma) all’Inter. Lotito sta provando a blindare uno dei suoi top-player: il rinnovo di De Vrij sarebbe un segnale a tutto l’ambiente, già eccitato per il rendimento di una squadra che è in corsa su tre fronti e che ha già abbracciato Caceres.
In controtendenza c’è la Roma, che valuta la cessione di Nainggolan. Il club vorrebbe andare subito all’incasso, convinto di arrivare in Champions grazie a Pellegrini e al resto della rosa, sicuramente di alto livello. Però con la concreta possibilità di piazzarsi tra i primi 8 in Europa (Shakhtar permettendo) e la necessità di non indebolirsi rispetto a Inter e Lazio, l’addio di Nainggolan sarebbe una perdita pesante: le casse si riempirebbero, ma si svuoterebbe il serbatoio di grinta, personalità e qualità.
E mentre le altre si muovono, la Juve resta ferma? Tutt’altro: il vero effetto dell’egemonia bianconera sta nella possibilità di programmare. Marotta viaggia costantemente con sei mesi di vantaggio, come gli stilisti che in inverno presentano la collezione estiva. Emre Can è l’ultima dimostrazione: la Juve resta la più strutturata (sotto ogni aspetto) in chiave futura. Un motivo in più per provare a strapparle lo scudetto quest’anno.