«LUCIONI USO’ STEROIDI» UN ANNO DI SQUALIFICA
●Il capitano del Benevento fermato per l’uso di uno steroide: scontati 3 mesi, tornerà a ottobre Al medico del club stop di 4 anni
Tre ore di camera di consiglio, una decisione sofferta, una lettura amarissima. Poche parole, pesanti come pietre, pronunciate intorno alle 19 dai giudici della prima sezione del Tribunale nazionale antidoping: il capitano del Benevento Fabio Lucioni condannato a un anno di squalifica, il medico del club Walter Giorgione a 4. Entrambi presenti alla lettura della sentenza, ed entrambi, l’uno assistito dall’avvocato Saverio Sticchi Damiani, l’altro da Eduardo Chiacchio, faranno ricorso alla seconda sezione, ma con la prospettiva di aspettare almeno 2-3 mesi prima di avere la sentenza d’appello. Per Lucioni, dunque, la stagione è praticamente finita. «Mi sento come se mi fosse caduto addosso un fulmine a ciel sereno – ha detto a caldo Fabio –, dopo l’ammissione di colpa del dottore non credevo che mi venisse dato un anno di squalifica». COLPEVOLE Già. Il difensore è colpevole di aver assunto il Clostebol – uno steroide anabolizzante vietato – contenuto in uno spray cicatrizzante. Il medico, che si è assunto le sue responsabilità fin dal primo momento, di averglielo somministrato al termine di un allenamento. Accolte le richieste della Procura, che per il difensore del Benevento reclamava il minimo della pena, convinta dalla buona fede, ma non dalla totale inconsapevolezza del ragazzo. «Il collegio ha riconosciuto tutte le attenuanti previste dalla normativa, ma non si è sentito di applicare la norma sull’assoluta mancanza di responsabilità, che era quello che chiedevamo», il commento del legale Sticchi Damiani. «Credevo che avermi fatto rigiocare dopo la sospensione cautelare significasse che intendevano darmi i tre mesi per negligenza – racconta Lucioni –, ora invece mi trovo a scontare altri nove mesi (fino a metà ottobre, ndr) per rientrare in campo». C’è amarezza nelle sue parole. «Speravo in una giustizia differente – dice –, non mi sento responsabile. Mi hanno tolto un sogno, ma continuerò a lottare perché venga ridotta questa squalifica in appello».
RABBIA Per i giudici del Tna è stato impossibile slegare il destino del giocatore da quello del medico, condannato per il capo di imputazione iniziale, la somministrazione, e non per il solo possesso, che senz’altro sarebbe stato meno grave. La squadra, in ritiro alle porte di Lecce, è rimasta senza parole. Ora c’è rabbia e preoccupazione per il probabile contraccolpo psicologico. Roberto De Zerbi è durissimo: «Credevo che nel calcio ci fosse una vera giustizia calcistica e morale, ma la squalifica comminata a Lucioni mi ha fatto ricredere e poi ci meravigliamo che in campo ci sono ancora calciatori che hanno patteggiato dopo il calcioscommesse. È una sentenza inconcepibile, neanche i calciatori avessero l’obbligo di studiare medicina per sapere cosa gli è stato somministrato. È stata fatta un’incredibile ingiustizia innanzitutto alla persona, perché il calcio viene dopo. Per la squadra si tratta di una grave perdita, ma correremo ai ripari».
MERCATO Ora la società dovrà accelerare le trattative per sistemare il pacchetto difensivo, se crede davvero al miracolo salvezza. Ancora in piedi l’ipotesi di vedere Pisacane in giallorosso, ma il Cagliari chiede Letizia, che per De Zerbi è intoccabile. Però ci sono contatti ben avviati con la Lazio per il brasiliano Mauricio. Chiusa la trattativa per il trequartista serbo Filip Djuricic, in prestito dalla Sampdoria.