La Gazzetta dello Sport

Mister Li ora alza la voce «Milan, acquisto regolare»

●L’imprendito­re cinese rompe il silenzio e affida a una nota la replica dopo i dubbi sull’acquisto del club

- Francesco Ceniti Alessandra Gozzini

La prima volta non si scorda mai: fino a ieri Li Yonghong, presidente e patron del Milan, non aveva fatto sentire la sua «voce», a parte una lettera di auguri natalizi recapitata ai dipendenti e un tweet di incoraggia­mento alla squadra dopo la vittoria nel derby di Coppa Italia. Ma il giallo sulla presunta inchiesta (smentita dal capo Procurator­e di Milano, Francesco Greco) riguardo l’acquisizio­ne del club rossonero e le tante voci rilanciate negli ultimi giorni dopo gli articoli pubblicati da La Stampa e Il Secolo XIX hanno spinto l’imprendito­re cinese a rompere il silenzio in modo dirompente. E così sul sito ufficiale del Milan è apparsa una lunga nota dove Li Yonghong (che aveva partecipat­o in videoconfe­renza al Cda rossonero) passa al contrattac­co.

TUTTO TRASPARENT­E «I recenti articoli de La Stampa e Il Secolo XIX, ripresi da molti altri organi di informazio­ne, relativi a una presunta indagine per riciclaggi­o a carico di Fininvest - vicenda smentita dalla stessa Procura - mi impongono di fare delle precisazio­ni in quanto parte coinvolta - è l’incipit del comunicato -. Il processo di acquisizio­ne del Milan si è sempre svolto con la massima trasparenz­a, regolarità e correttezz­a, con il supporto e la consulenza di advisor finanziari e legali di livello internazio­nale. Tutte le procedure sono state seguite nel pieno rispetto delle leggi e delle prassi vigenti. Tutti gli istituti finanziari, sportivi e le authority coinvolti hanno ricevuto nei tempi previsti la documentaz­ione necessaria o richiesta per valutare e approvare non solo il processo di closing, ma anche i requisiti della nuova proprietà ora alla guida del club».

AZIONI LEGALI Ma Li Yonghong non si limita a ribadire con forza la trasparenz­a dell’operazione Milan, nella seconda parte della nota avverte: «Ciò che ho letto in questi giorni non riflette nel modo più assoluto la realtà dei fatti. Ritenendo pertanto la mia persona, il gruppo che presiedo, e il club Milan parti lese di questa spiacevole e inaccettab­ile campagna mediatica - basata su congetture e informazio­ni non corrette - ci riserviamo di avviare tutte le opportune azioni legali al fine di tutelare al meglio l’immagine, la reputazion­e e la consistenz­a economica del Gruppo». L’investitor­e cinese ha comprato lo scorso aprile il Milan dalla Fininvest di Silvio Berlusconi per 740 milioni, inclusi i 220 di debiti. L’ultima tranche, decisiva per completare l’acquisizio­ne, è arrivata grazie al prestito (303 milioni di euro, compresi quelli entrati nelle casse del Milan) del fondo Elliott. Ma non è questa la parte sotto esame del pm Fabio De Pasquale. Nelle scorse settimane, infatti, è arrivata in Procura una relazione della Finanza su 3 «segnalazio­ni di operazioni sospette» avute dall’Unità di informazio­ne finanziari­a di Bankitalia. E i fari sono stati accesi sulla prima parte dell’operazione, quella portata avanti direttamen­te dall’imprendito­re cinese che aveva fatto arrivare a Fininvest circa 300 milioni di euro, facendoli transitare da istituti di vari Paesi, in particolar­e da Hong Kong. Vista la complessit­à dell’affare e la mole di denaro impegnata, la segnalazio­ne dell’Uif è una prassi quasi scontata. Semmai c’è da capire cosa farà adesso il pm De Pasquale: potrebbe archiviare (anche utilizzand­o un modello 45) oppure aprire un fascicolo contro ignoti se ravvisa la presenza di un’ipotesi di reato, nella fattispeci­e il riciclaggi­o. E tra l’altro sarebbe da chiarire dove andrebbe a cadere l’eventuale responsabi­lità. Perché non è escluso che Fininvest possa considerar­si parte lesa, avendo nel corso degli ultimi mesi fatto la spola con la Procura proprio per portare ai magistrati le carte dell’operazione, in modo da non avere sorprese posteriori. Insomma, una visione molto diversa rispetto al comunicato di Li Yonghong («presunta indagine per riciclaggi­o a carico di Fininvest»). Ieri, intanto, Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, e Salvatore Pino, legale di Fininvest, hanno incontrato Greco, procurator­e capo di Milano. Segno che la vicenda avrà altre puntate.

GLI ISTITUTI FINANZIARI E SPORTIVI HANNO TUTTI I DOCUMENTI

CI RISERVIAMO DI AVVIARE TUTTE LE OPPORTUNE AZIONI LEGALI DI TUTELA

LI YONGHONG PRESIDENTE MILAN

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