RECALCATI: «A TORINO TRA STORIA E FUTURO»
●L’ex coach azzurro ha firmato fino a giugno 2019: «La strada tracciata da Banchi è buona, devo soltanto aggiungere esperienza. Torino ha storia e guarda al futuro»
Domenica la baruffa di Varese, lunedì le dimissioni di Luca Banchi, ieri il primo assaggio di Charlie Recalcati al PalaRuffini, stasera il suo debutto nella terza giornata della Top 16 di EuroCup contro il Lietuvos Rytas. La Fiat cerca di uscire dalla centrifuga e di ricominciare a pensare soltanto al basket dopo il ribaltone delle ultime ore. Recalcati sta vivendo intensamente le prime ore da nuovo coach di Torino, una avventura che gli è stata proposta nella tarda serata di lunedì e che lo ha visto rispondere con l’entusiasmo di un bambino. Accanto alla voglia di scoprire il nuovo giocattolo, però, Charlie dovrà utilizzare l’esperienza accantonata in una vita trascorsa sul parquet. E gli servirà tanto buonsenso per dosare con il misurino da farmacista parole e mosse, decisioni e interventi: il rischio, infatti, è quello di rovinare quanto di buono la Fiat abbia accumulato in cinque mesi di duro lavoro con Banchi. TERREMOTO Non soltanto l’esperienza di una istituzione del nostro basket, però; dalla sua, Recalcati, ha anche la proverbiale signorilità: «Ho provato a chiamare Banchi per esternargli il valore del suo lavoro, ma capisco non voglia parlare – è il primo messaggio –. Luca ha fatto ottime cose e io non devo stravolgere nulla ma solo aggiungere la mia esperienza. Non sarà facile ma non mi spaventa: sarà esaltante. In carriera ne ho viste tante e cerco sempre di fare tesoro del passato. Ovvio, qui c’è stato un terremoto. Torino è una piazza storica e ha un progetto rivolto al futuro, come dimostra il mio contratto di un anno e mezzo. Se mi spaventa il fatto di essere il quinto allenatore in tre anni e mezzo? No, ormai questa è la logica del nostro lavoro. Oggi il mondo va così e bisogna stare al passo».
REGOLAMENTO Nessuno strappo alla regola è però disposto a fare a proposito della esclusività dello spogliatoio, così centrale nell’addio di Banchi: «Fa parte del mio regolamento: l’allenatore è l’unico legittimato a gestirlo, è l’unico che può dire di esserne il padrone». E il presidente? «Se vuol parlare con la squadra entra e parla, ma rispettando tempi e modi. Capisco che oggi qui sia un argomento frizzante ma per me è sempre stato così. Però io non sono un caterpillar, meno che mai in un caso del genere: devo essere realista per tenere il tanto di buono che è stato fatto». Anche gli obiettivi sono in linea con quelli di Banchi: «La strada tracciata è buona e alcuni traguardi già raggiunti – precisa –. Prima della Coppa Italia cercheremo di passare il turno in EuroCup e poi di chiudere bene la regular season di A». LA SQUADRA Sarà interessante vedere come la squadra reagirà alla rivoluzione. Nel chiuso dello spogliatoio farà affidamento sugli uomini che già conosce, a partire da capitan Poeta: «Con Peppe siamo invecchiati insieme: lo ricordo ragazzino ad un raduno in Nazionale quando ancora giocava a Battipaglia e si sparò due allenamenti continuati, quattro ore di basket a mille all’ora. Da allora è diventato il mio idolo indiscusso. Con Mazzola ho vissuto due anni da uomini veri a Montegranaro, mentre Vujacic l’ho scoperto bambino a Udine e Washington lo volevo a Montegranaro ma poi finì a Pistoia». Già, i ricordi, come quel passato da rivale al PalaRuffini che da oggi sarà casa sua: «Stagione 1989/90, quarti di finale scudetto. Torino aveva Dawkins e io a Cantù avevo Bouie infortunato: ma per mia fortuna Pessina ne fece 34». Infine il messaggio ai tifosi: «Dico di stare tranquilli su un fatto: ad un gruppo di persone serie si è aggiunta una persona seria che ama il suo lavoro e farà di tutto per portare l’Auxilium dove merita».
SE IL PRESIDENTE VUOLE PARLARE OK, RISPETTANDO PERÒ TEMPI E MODI
CHARLIE RECALCATI SU ANTONIO FORNI
È IL MIO IDOLO: IN NAZIONALE LO VIDI FARE 4 ORE FILATE DI ALLENAMENTO
CHARLIE RECALCATI SUL CAPITANO POETA