La Gazzetta dello Sport

«Lo comprendo: scelta coraggiosa e fatta col cervello» Ma lui con Sarri non sarebbe finito nel dimenticat­oio

●Verdi avrebbe giocato più di altri acquisti passati: perfetto per il 4-3-3 e anche per cambiare sistema

- Andrea Elefante

● Paolo Rossi, anche lei declinò l’offerta del Napoli nel 1979. Altri tempi, ma si sente di comprender­e Verdi?

«Il mio passò per un rifiuto ma in fondo parlai dieci minuti con il presidente Ferlaino e gli chiesi se avesse intenzione di allestire una squadra competitiv­a. Capii che non era ancora arrivato quel momento e l’idea di tornare prima o poi alla Juventus fu più forte... Verdi? Credo abbia avuto timore di non sapere quante gare avrebbe potuto giocare, perché sul fatto che il Napoli sia competitiv­o non ci sono dubbi».

● Quindi: questione di titolarità o anche di crescita graduale? «Se da una parte credo sia un obbligo del giocatore cercare di migliorare, ecco, penso altresì che Verdi abbia ritenuto il momento non opportuno, che la sua fase di crescita definitiva potrà raggiunger­e l’apice con altri cinque mesi di titolarità in un Bologna in cui gioca sicuro».

● Il 28 gennaio ci sarà NapoliBolo­gna: il San Paolo fischierà Verdi come successe a lei? «Non lo so ma credo che alla fine Verdi abbia pensato che il treno di una grande squadra potrà passare nuovamente a fine stagione. Io declinai per una questione tecnica, lui ha preso una decisione umana, coraggiosa e col cervello».

Il «caso Verdi» non ha avuto l’epilogo desiderato da Sarri, che con l’attaccante esterno del Bologna puntava a consolidar­e in tempi brevi il Napoli, ma può almeno fare un po’ di chiarezza – questa sì più gradita – a proposito di una delle etichette che lo accompagna­no: allenatore che non fa giocare i teorici rinforzi. Anche se sono giocatori già allenati e dunque da lui ben conosciuti.

MINUTAGGIO Fino a prova contraria, che a questo punto difficilme­nte ci sarà, Verdi in questo Napoli avrebbe giocato. Non ne sarebbe diventato un titolare e però molto probabilme­nte a maggio non si sarebbe pentito del suo minutaggio. Ma di questo e dei motivi parleremo più avanti. Prima è utile fare delle distinzion­i – perché questo rafforza la premessa – a proposito dei giocatori utilizzati poco, o quasi mai, da Sarri. Il confine, che è linea di demarcazio­ne nelle scelte del tecnico, sembra sottile ma non lo è così tanto: nel suo caso non è questione di non far giocare qualcuno, ma di far giocare qualcun altro. Non è un sottostima­re chi resta in panchina, ma di stimare così tanto da considerar­lo quasi sempre preferibil­e chi reputa più forte in assoluto. O più adatto al suo gioco. Discutibil­e, ma coerente.

ALTER EGO C’è di più: non tutti i giocatori poi finiti in una specie di dimenticat­oio sono stati scelti, o chiesti, da Sarri. Due esempi su tutti, e non casualment­e giocatori del suo Empoli: Tonelli fu un acquisto in toto di De Laurentiis e Valdifiori fu messo in cassaforte dal Napoli prima della firma di Sarri. Che in realtà, potendo chiedere un suo ex, avrebbe scritto sul taccuino di Giuntoli il nome di Saponara. Ancora: Mario Rui, Diawara, Rog e Giaccherin­i hanno «pagato» in realtà l’insostitui­bilità, per Sarri, di totem come Ghoulam, Jorginho, Allan, Callejon e/o Insigne; Pavoletti la definitiva consacrazi­one di un modulo offensivo rivisitato nelle fondamenta, con Mertens in versione centravant­i. Il vero caso di giocatore penalizzat­o da un importante cambio di vedute dell’allenatore è Maksimovic. Lui sì acquisto totalmente avallato dal tecnico: nel serbo vedeva l’alter ego ideale di Albiol, allenandol­o ha via via cambiato idea.

INCOGNITA DEULOFEU In un certo senso – ma qui la situazione è in progress – quello che GETTY è successo con Ounas. Che Sarri considera ancora acerbo e comunque non completame­nte sintonizza­to (e sintonizza­bile?) con i suoi principi di gioco. Al contrario di Verdi, e non (solo) perché il tecnico lo ha svezzato nell’Empoli per due anni, dal 2013 al 2015. Verdi conosce a memoria il vangelo di Sarri, nell’attuale 4-3-3 Verdi avrebbe potuto giocare largo a destra oppure a sinistra, con Verdi il tecnico avrebbe addirittur­a potuto pensare di cambiare sistema di gioco, piazzandol­o alle spalle di due punte. Tutto ciò che difficilme­nte Sarri potrebbe (potrà?) chiedere a Deulofeu: giocatore con meno scelte di gioco e più propension­e a giocare a testa bassa, preferibil­mente in contropied­e. Magari è un azzardo, ma la buttiamo lì: se mai arriverà, lo spagnolo giocherà. Però meno di quanto avrebbe giocato Verdi.

IL RIMPIANTO

Il tecnico lo conosce bene: lo avrebbe schierato a destra, a sinistra e forse anche trequartis­ta dietro due punte

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Maurizio Sarri, 59 anni, dal 2012 a Empoli dal 2015 a Napoli

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