«Lo comprendo: scelta coraggiosa e fatta col cervello» Ma lui con Sarri non sarebbe finito nel dimenticatoio
●Verdi avrebbe giocato più di altri acquisti passati: perfetto per il 4-3-3 e anche per cambiare sistema
● Paolo Rossi, anche lei declinò l’offerta del Napoli nel 1979. Altri tempi, ma si sente di comprendere Verdi?
«Il mio passò per un rifiuto ma in fondo parlai dieci minuti con il presidente Ferlaino e gli chiesi se avesse intenzione di allestire una squadra competitiva. Capii che non era ancora arrivato quel momento e l’idea di tornare prima o poi alla Juventus fu più forte... Verdi? Credo abbia avuto timore di non sapere quante gare avrebbe potuto giocare, perché sul fatto che il Napoli sia competitivo non ci sono dubbi».
● Quindi: questione di titolarità o anche di crescita graduale? «Se da una parte credo sia un obbligo del giocatore cercare di migliorare, ecco, penso altresì che Verdi abbia ritenuto il momento non opportuno, che la sua fase di crescita definitiva potrà raggiungere l’apice con altri cinque mesi di titolarità in un Bologna in cui gioca sicuro».
● Il 28 gennaio ci sarà NapoliBologna: il San Paolo fischierà Verdi come successe a lei? «Non lo so ma credo che alla fine Verdi abbia pensato che il treno di una grande squadra potrà passare nuovamente a fine stagione. Io declinai per una questione tecnica, lui ha preso una decisione umana, coraggiosa e col cervello».
Il «caso Verdi» non ha avuto l’epilogo desiderato da Sarri, che con l’attaccante esterno del Bologna puntava a consolidare in tempi brevi il Napoli, ma può almeno fare un po’ di chiarezza – questa sì più gradita – a proposito di una delle etichette che lo accompagnano: allenatore che non fa giocare i teorici rinforzi. Anche se sono giocatori già allenati e dunque da lui ben conosciuti.
MINUTAGGIO Fino a prova contraria, che a questo punto difficilmente ci sarà, Verdi in questo Napoli avrebbe giocato. Non ne sarebbe diventato un titolare e però molto probabilmente a maggio non si sarebbe pentito del suo minutaggio. Ma di questo e dei motivi parleremo più avanti. Prima è utile fare delle distinzioni – perché questo rafforza la premessa – a proposito dei giocatori utilizzati poco, o quasi mai, da Sarri. Il confine, che è linea di demarcazione nelle scelte del tecnico, sembra sottile ma non lo è così tanto: nel suo caso non è questione di non far giocare qualcuno, ma di far giocare qualcun altro. Non è un sottostimare chi resta in panchina, ma di stimare così tanto da considerarlo quasi sempre preferibile chi reputa più forte in assoluto. O più adatto al suo gioco. Discutibile, ma coerente.
ALTER EGO C’è di più: non tutti i giocatori poi finiti in una specie di dimenticatoio sono stati scelti, o chiesti, da Sarri. Due esempi su tutti, e non casualmente giocatori del suo Empoli: Tonelli fu un acquisto in toto di De Laurentiis e Valdifiori fu messo in cassaforte dal Napoli prima della firma di Sarri. Che in realtà, potendo chiedere un suo ex, avrebbe scritto sul taccuino di Giuntoli il nome di Saponara. Ancora: Mario Rui, Diawara, Rog e Giaccherini hanno «pagato» in realtà l’insostituibilità, per Sarri, di totem come Ghoulam, Jorginho, Allan, Callejon e/o Insigne; Pavoletti la definitiva consacrazione di un modulo offensivo rivisitato nelle fondamenta, con Mertens in versione centravanti. Il vero caso di giocatore penalizzato da un importante cambio di vedute dell’allenatore è Maksimovic. Lui sì acquisto totalmente avallato dal tecnico: nel serbo vedeva l’alter ego ideale di Albiol, allenandolo ha via via cambiato idea.
INCOGNITA DEULOFEU In un certo senso – ma qui la situazione è in progress – quello che GETTY è successo con Ounas. Che Sarri considera ancora acerbo e comunque non completamente sintonizzato (e sintonizzabile?) con i suoi principi di gioco. Al contrario di Verdi, e non (solo) perché il tecnico lo ha svezzato nell’Empoli per due anni, dal 2013 al 2015. Verdi conosce a memoria il vangelo di Sarri, nell’attuale 4-3-3 Verdi avrebbe potuto giocare largo a destra oppure a sinistra, con Verdi il tecnico avrebbe addirittura potuto pensare di cambiare sistema di gioco, piazzandolo alle spalle di due punte. Tutto ciò che difficilmente Sarri potrebbe (potrà?) chiedere a Deulofeu: giocatore con meno scelte di gioco e più propensione a giocare a testa bassa, preferibilmente in contropiede. Magari è un azzardo, ma la buttiamo lì: se mai arriverà, lo spagnolo giocherà. Però meno di quanto avrebbe giocato Verdi.
IL RIMPIANTO
Il tecnico lo conosce bene: lo avrebbe schierato a destra, a sinistra e forse anche trequartista dietro due punte