Marchisio, il futuro è tutto da scrivere
●I tifosi lo «bloccano» con uno striscione, lui vorrebbe più spazio: il campionato Usa lo tenta, ma non si vede lontano da Torino
Itifosi hanno già deciso: «Claudio Marchisio non si tocca, resta con noi», dice lo striscione esposto ieri, in occasione della ripresa degli allenamenti, a Vinovo. Al Principino, appena rientrato da una vacanza alle Maldive con moglie, figli e alcuni compagni di squadra (Barzagli e Sturaro), di sicuro avrà fatto parecchio piacere, visto che non sta attraversando un bel momento. Un po’ per l’infortunio pre sosta che l’ha costretto a un nuovo stop, molto per una stagione che non l’ha mai visto tra i protagonisti. Marchisio è molto amato dal popolo bianconero, è cresciuto con la maglia della Juventus cucita addosso, come ricorda spesso. Lo striscione è la risposta alle voci di mercato secondo cui a fine stagione il Principino, visto lo scarso utilizzo, potrebbe prendere la drastica decisione di separarsi dalla Signora. Voci che erano già circolate la scorsa estate, dopo l’aumento della concorrenza (gli acquisti di Matuidi e Bentancur), ma subito smentite dalla Juventus e dal giocatore. Voci che non trovano conferma neanche adesso, anche se un accenno di mal di pancia non può non esserci, visto lo scarsissimo utilizzo nei primi 5 mesi della stagione.
SOTTO UTILIZZATO Marchisio è passato dalle 52 presenze (e 3 gol) nel 2014-15, primo anno con Massimiliano Allegri al timone (record del centrocampista in bianconero), alle 11 attuali, di cui 5 da titolare (quante Bernardeschi: solo Howedes ne ha fatte meno: 1). È vero che è stato fermo due mesi a inizio stagione per un problema al ginocchio sinistro, quello operato ad aprile 2016 (saltando 10 partite tra campionato e Champions League), ma dalla data del rientro (22 ottobre) al derby di Coppa Italia (3 gennaio) è sempre stato a disposizione. Sicuramente si aspettava di giocare di più, ma Allegri, che già difficilmente rinuncia a Pjanic e Khedira, ha trovato un altro punto fermo in Matuidi. Così anche con il ritorno al centrocampo a tre Marchisio ha faticato a trovare spazio (titolare solo in Coppa Italia con Genoa e Torino). Da inamovibile e pupillo del tecnico (che lo avrebbe voluto già ai tempi del Milan) è diventato un ripiego, buono per le partite di basso calibro (titolare con Cagliari, Benevento e Crotone oltre che nelle due di Coppa Italia). Anche i rapporti con Allegri sono meno idilliaci del passato: Marchisio è stato spesso provato in settimana tra i titolari ma poi è finito in panchina il giorno della partita e la cosa non lo ha reso felice.
SIRENE USA Ieri il centrocampista ha fatto un controllo insieme agli altri infortunati: confermati i 30-40 giorni di stop per trauma distrattivo agli adduttori della coscia, anche se l’evoluzione della lesione (che è lieve) è positiva e c’è ottimismo: Claudio spera di riuscire ad accorciare i tempi. Non vorrebbe, invece, essere costretto a lasciare la Juventus, casa sua, perché non c’è più spazio per lui. La Mls, dove ha chiuso la carriera Pirlo, lo tenta, ma ancora non riesce a vedersi lontano da Torino. Valuterà a fine stagione, anche in base alle scelte di mercato della società (per cui il giocatore ora non è sul mercato). Sapendo bene che, se alla fine dovesse decidere di andare via, per i tifosi sarebbe un colpo dritto al cuore.