La Gazzetta dello Sport

Riecco Sharapova due anni dopo: ritorno con il sorriso

●In Australia nel 2016 il test positivo al meldonium. Un bambino piange durante il match di Federer e lui scherza: «Non è mio»

- Ri.cr.

L’ultima uscita dalle parti di Melbourne Park non fu esattament­e memorabile: il 26 gennaio 2016 Maria Sharapova veniva spazzata via (come ormai da consuetudi­ne) nei quarti da Serena Williams ma soprattutt­o, nel test antidoping di fine match, risultava positiva al meldonium, una colpa che avrebbe scontato con 15 mesi di squalifica.

MOTIVAZION­I Dopo due anni, Masha torna sul luogo del delitto e con 22 vincenti piega facilmente la tedesca Maria (no, non è uno scherzo). Oggi la russa è una donna di quasi trentuno anni che probabilme­nte pensava fosse meno faticoso tornare lassù (è ancora 48 del mondo), che ha ancora il tennis nel destino nonostante gli affari da business woman vadano a gonfie vele («Qualche anno fa, non mi sarei vista giocatrice dopo i trent’anni») e che non vuo- le lasciare indietro nulla per tornare regina non tanto nell’affetto del pubblico, dove rimane la numero uno, quanto piuttosto in classifica: «Credo sia stato un ottimo test, ogni settimana aggiungo qualcosa al mio tennis, sia dal punto di vista fisico sia dell’approccio alla partita. Sono motivata e ogni settimana cerco di mettere in pratica ciò che ho imparato in quella precedente. E finché nella mia testa le cose saranno così, andrà bene». Il secondo turno le affibbierà subito una rivale assai ostica, quella Sevastova (numero 15 Wta) che la eliminò agli ottavi degli Us Open: «Mi ha già messo in difficoltà, ma mi piace giocare contro chi mi ha sfidata a viso aperto, contro chi è calda per le vittorie. Perché è il tipo di ragazza che so di poter battere».

IL BAMBINO Prima esibizione sul velluto anche per Federer, campione in carica senza tempo e senza età, di gran lunga e come al solito il più amato, se stiamo ai semplici numeri: gli Australian Open fanno il record di spettatori per il primo martedì (81.487) e al risultato contribuis­cono pure, oltre agli stratosfer­ici 55.000 del mattutino, i più di 25.000 del serale, guarda caso la sessione del Divino. Contro lo sloveno di ritorno Bedene (la Gran Bretagna, di cui ha il passaporto, non poteva convocarlo in Davis e lui ha scelto di nuovo la prima casa) il momento più divertente capita all’inizio del terzo set quando, con il rivale al servizio, dalla tribuna si alza il pianto di un bambino e Roger, immediatam­ente, trova la battuta del giorno: «Non è uno dei miei». Spettatori in visibilio e dimostrazi­one della serenità con cui il vincitore di 19 Slam si è avvicinato all’appuntamen­to. Anche se ci vorranno oppositori più tosti per scoprire se il Divino è veramente inscalfibi­le.

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Maria Sharapova, 30 anni, in Australia dopo due anni

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