Milano, strage in fabbrica Morti intossicati 3 operai
●Tragedia alla Lamina, un altro dipendente in fin di vita per il gas La disperazione di un collega: «Soccorsi arrivati in grande ritardo»
Stavano ripulendo un forno interrato a circa due metri di profondità, poco prima delle 17, dentro una specie di “campana” nel terreno, quando hanno iniziato a stare male per l’inalazione di gas tossici (forse azoto), che li ha fatti svenire. Così sono morti, nonostante il disperato ricovero in ospedale, tre operai della Lamina, una storica azienda di manufatti in acciaio e titanio (fondata nel 1949) nel quartiere Greco di Milano, periferia industriale sulla strada verso Sesto San Giovanni. Un altro operaio è in gravissime condizioni all’ospedale San Raffaele, mentre altri due sono rimasti intossicati e sono in codice giallo all’ospedale Santa Rita. Gli operai coinvolti nell’incidente sono tutti italiani, lavoratori esperti e hanno tra i 43 e i 62 anni. IL DRAMMA «Due operai sono entrati nella struttura e non ne uscivano – ha raccontato un collega fuori dalla fabbrica di via Rho, dove la strada è stata chiuso al traffico – e a quel punto altri due sono scesi per vedere che cosa stesse succedendo». Ma c’è anche un’accusa, che riguarda i tempi dei soccorsi: «Un mio collega ha gridato perché ha visto un uomo a terra. Io, seguendo la procedura, sono uscito fuori per aspettare i soccorsi. I primi sono arrivati dopo tanto tempo, almeno mezz’ora», è la drammatica ricostruzione di Pasquale Arcamone, un altro degli operai della Lamina. «Sono in questa azienda da 28 anni e non è mai successo nulla. L’azienda è sempre stata attenta alla salute — sottolinea — non capisco come sia potuto accadere. Un mese fa hanno fatto anche i controlli ai sensori. Ma stavolta l’allarme non è suonato. Il nostro titolare è molto attento alla sicurezza. Se qualcuno non indossa le protezioni prende un euro di multa che poi va in beneficenza». Sarà comunque un’inchiesta, avviata dalla procura di Milano, a cercare di fare piena luce sull’episodio. I carabinieri della compagnia Milano-Porta Monforte lavorano per capire se si sia trattato di un errore umano o del malfunzionamento di qualche strumento. «Terribile l’incidente sul lavoro di Milano. Un pensiero commosso alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie», è il tweet del presidente del consiglio, Paolo Gentiloni. «È una notizia tragica. In Italia c’è una buona legislazione, ma abbiamo sempre incidenti di questo tipo. C’è bisogno di controllo, e noi controlliamo 200 mila aziende, ma c’è bisogno anche di una grandissima responsabilità degli imprenditori a gestire al meglio la sicurezza perché non deve accadere che un lavoratore rischi la vita», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
LA SICUREZZA La tragedia di Milano riaccende i riflettori sulla sicurezza del lavoro in Italia. In complesso, nel 2016 sono aumentati lievemente gli infortuni sul lavoro ma continuano a calare gli incidenti mortali toccando un nuovo minimo storico. Secondo la Relazione annuale dell’Inail, le denunce complessive di infortunio sono state poco meno di 642 mila con un aumento dello 0,66% rispetto al 2015. Le denunce che riguardano incidenti mortali sono scese a 1.104 (-14,2%) mentre le morti accertate dall’Inail sono state 618 (-12,7%), il 54% delle quali «fuori azienda», per incidenti avvenuti con un mezzo di trasporto o “in itinere”, andando o tornando dall’ufficio. Le giornate di lavoro perse con gli infortuni sono state 11 milioni.
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IL BILAN CIO
Le morti accertate dall’Inail nel 2016 sono state 618, ma in calo del 12,7% rispetto al 2015
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GLI INFORTUNI Nel 2016 le giornate di lavoro perse con gli infortuni sul lavoro sono state 11 milioni