Chung vince il derby Next Gen con Zverev Dal successo di Milano alla sorpresa Slam
●Il coreano con gli occhiali in costante crescita. Ora affronta il suo idolo Djokovic: «Mi godrò ogni momento»
Sascha alle Next Gen Finals di Milano era venuto per un’esibizione prima di volare a Londra dove lo attendeva il masters dei «grandi». Hyeon Chung invece era forse il meno attraente degli otto rampolli presenti alla prima edizione del torneo ma alla fine è stato il trionfatore. I due a Rho non si sono incrociati, ma a Melbourne il derby delle nuove generazioni li ha visti protagonisti al terzo turno. Il sudcoreano con gli occhiali e l’apparecchio ha decretato che non è ancora il momento, per Sascha il predestinato, di conquistare un torneo dello Slam. Tre ore e venti e cinque set ci sono voluti al numero 58 al mondo, per sconfiggere il tedesco numero 4 e puntare dritto all’ottavo di finale contro il suo idolo Novak Djokovic a cui molti lo paragonano. E’ dunque lui, il ragazzo con gli occhiali, l’unico sopravvissuto della generazione futura nello Slam down under. Diventa anche il terzo sudcoreano, tra uomini e donne ad aver raggiunto gli ottavi di finale di un Major: «E’ stato un match molto difficile — ha detto Chung —, Sascha è un giocatore fortissimo e in più sappiamo come giocare l’uno contro l’altro il che ha reso la battaglia ancora più dura». FRUSTRAZIONE Il «muro» coreano rimandava indietro a Zverev ogni buona intenzione, tanto che il tedesco si è anche beccato un warning per aver frantumato la racchetta in un picco di frustrazione: «Devo capire cosa mi succede nei momenti decisivi degli Slam — ha detto Zverev —. Mi è successo a Wimbledon, poi a New York e qui. Sono giovane, ho il tempo dalla mia parte ma devo lavorare su questo aspetto». Il premio per Hyeon invece è giocare con il serbo: «Ci siamo affrontati due o tre anni fa — ha detto —, voglio godermi ogni momento della nostra partita». Di poche parole, Chung corre qua e là per il campo, proprio come il suo prossimo avversario faceva nei tempi migliori. E’ freddo, non si lascia sovrastare dalle emozioni, proprio come sapeva essere il Nole che triturava i rivali. Quel medico che aveva consigliato ai genitori di fargli fissare una palla gialla su un campo verde per migliorare il suo difetto ottico ci aveva visto giusto. «Quando gioca così — ammette Zverev — può fare del male. Certo, bisogna vedere se riuscirà a mantenere questo livello». E’ sempre questione di punti di vista.