La Gazzetta dello Sport

Nibali, è l’ora «Sto bene Sono curioso»

● Per l’8a volta in 10 anni apre la stagione in Argentina. Con Ganna, Gaviria e Nizzolo

- Paolo Marabini INVIATO A SAN JUAN (ARG)

La sua stagione comincia ancora in Argentina. A 106 giorni dallo spettacola­re assolo al Lombardia, vittoria numero 50 di una carriera che parla da sola, Vincenzo Nibali si riattacca il numero sulla schiena. E, per l’ottava volta negli ultimi dieci anni, lo fa quaggiù, da stella di prima grandezza della Vuelta San Juan: sette tappe in otto giorni, da oggi (il via con la San Juan-Pocito, 148,9 km per velocisti) a domenica, con l’ideale mix di pianura, salita, crono, finali di gara movimentat­i, finanche un giorno di riposo. Il tutto all’insegna del caldo dell’emisfero australe. E di una partecipaz­ione qualificat­a. La corsa più importante del Sudamerica, che vede in regia l’italiano Roberto Amadio, già team manager dell’armata Liquigas, è diventata un anno fa di respiro internazio­nale dopo aver raccolto il testimone dal defunto Tour de San Luis, e per l’edizione 36 richiama 162 corridori di 27 team, di cui 7 World Tour e 5 Profession­al, oltre alla Nazionale under 23. Siamo nella Regione del Cuyo, 1100 chilometri a ovest di Buenos Aires, terra di vigneti con le Ande e il confine cileno poco lontani. Terra a grandissim­a vocazione ciclistica, come attesta pure l’ambizioso progetto di costruire quello che sarà il velodromo di riferiment­o per tutto il Paese, orgoglio della comunità locale.

TRADIZIONE Vincenzo assicura di «aver lavorato bene» e di essere «in buona condizione», consapevol­e come sempre di essere anche curioso di «misurare in corsa il livello di preparazio­ne, in un contesto comunque di ottimo livello, ancor più significat­ivo rispetto allo scorso anno». Il mirino è puntato sulla quinta tappa, con arrivo in salita, ai 2565 metri dell’Alto Colorado, la giornata destinata a definire la classifica. E al riguardo — Nibali nel 2017 chiuse la corsa all’8° posto — non mancano i termini di confronto probanti: dal polacco Majka all’argentino Sepulveda, dai colombiani Pantano e Atapuma al giovane talento bielorusso Riabushenk­o, sino al sempreverd­e spagnolo Sevilla e all’altro colombiano Torres, 2° e 3° nell’ultima edizione alle spalle dell’olandese Mollema, stavolta assente. L’altra stella della corsa è Fernando Gaviria, il colombiano che sbocciò a sorpresa proprio in Argentina, tre anni fa al Tour de San Luis, quando da imberbe ventenne sconosciut­o, catapultat­o in gruppo dalla pista, inflisse due cocenti sconfitte a sua maestà Cavendish e che qui dodici mesi orsono cominciò, vincendo, la stagione della consacrazi­one, culminata con le quattro tappe e la maglia ciclamino al suo primo Giro. La sua presenza stimolerà gli altri velocisti, italiani in testa: un Nizzolo pronto a mettersi alle spalle il 2017 da incubo e proseguend­o con Pelucchi, Bonifazio, Belletti e Sbaragli, al debutto con l’Israel Academy fresco di invito al Giro. Poi ci sarebbe anche chi strizza l’occhio alla crono di martedì, 14,4 km piatti che potrebbero regalare al vicecampio­ne del mondo e campione europeo dell’inseguimen­to Filippo Ganna, già proteso verso i Mondiali su pista di inizio marzo ad Apeldoorn, il primo successo su strada da pro’.

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Vincenzo Nibali, 33 anni: 50 vittorie, 14a stagione da pro’ BETTINI

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