La Gazzetta dello Sport

Il Toro va avanti con Obi Poi si sveglia Berardi

●Una rete in mischia del centrocamp­ista granata illude Mazzarri Il Sassuolo pareggia con l’attaccante, a segno dopo 10 partite

- Foto: Joel Obi, 26 anni

È

tornato – lo speriamo tutti – Berardi: ricomparso quasi all’improvviso, ricordando­si nei pochi attimi usati per costruirsi il fantastico 1-1 di avere un grande futuro alle spalle e di essere capace di segnare gol così. Invece il Toro di Mazzarri deve ancora arrivare: non era (tutta) vera gloria quella del 3-0 al Bologna. E la pausa del campionato, come temeva il neo tecnico granata, non lo ha aiutato. Non serviva la partita di ieri per chiarirlo, non potevano bastare i tre gol del 6 gennaio per confutarlo: a questa squadra per sperare davvero ancora nell’Europa serve tremendame­nte Belotti. E non solo per colpa di Niang in versione «sostituto centravant­i»: dei tre davanti ieri il più presente, o comunque il meno latitante al di là di errori evidenti.

CAMBIO SISTEMA La verità è cruda, il Torino ha segnato al suo primo tiro in porta su di un mezzo regalo del Sassuolo: punizione di Berenguer, respinta di Acerbi carambolat­a addosso a Falcinelli e quindi sul piede di Obi. E poi, dopo aver preso l’1-1 per un altro di quei cali di tensione temuti dal tecnico, ha provato a vincere in maniera più sporadica che progettata: un colpo di testa fuori di De Silvestri, una chance per N’Koulou murata alla grande da Goldaniga. Stop. A Mazzarri non è servito neppure giocarsi la carta annunciata del cambio di sistema in corsa con il «suo» 3-5-2: rinunciand­o a una punta – Berenguer in appannamen­to prolungato – per aggiungere un difensore centrale, Moretti. Qualcosa di più si è visto a proposito di presenza sulle fasce, ma sono mancati, quanto e più che nel primo tempo, Baselli e Iago. Il primo già in avvio aveva avuto licenza di avvicinars­i, fino a trasformar­e il 4-3-3 a tratti in una sorta di 4-4-1-1, tanto e spesso a Niang; compito delegato con la svolta tattica allo spagnolo, che lo ha assolto pigramente e con rarissimi sprazzi di qualità. Il senegalese, così, in mezzo si è ritrovato solo e assediato: non a caso ha offerto le cose migliori arrivando in area per vie periferich­e e avendo provato a non staccare la spina, anche in fase di copertura, ha chiuso la gara sfinito e senza vere chance per risolvere il problema del gol.

REBUS GOL Il rebus-tormento di Iachini, che con il secondo peggior attacco del campionato – 14 gol, e appena 5 segnati in casa – rimugina su una partita che avrebbe anche meritato di vincere, se solo avesse concretizz­ato occasioni ben più facili di quella trasformat­a da Berardi: invito lungo di Duncan, stop con il sinistro, gioco di gambe (e di prestigio) per portarsela sul destro lasciando sul posto Molinaro, rasoiata all’incrocio più lontano. Già orfano di Politano per turbamenti influenzal­i e forse anche di mercato, il Sassuolo senza quell’invenzione del suo talento più puro forse si sarebbe ancora accartocci­ato sulle chance mai morse fino in fondo dagli altri suoi attaccanti: due volte da Falcinelli prima del gol di Obi, due volte da Berardi e poi da Ragusa dopo lo 0-1, due volte da Matri dopo l’1-1. E con tante grazie alla loro poca cattiveria, alla prontezza di Sirigu e a san palo che ha protetto la sua porta su colpo di testa di Peluso, il Toro ha preso e portato a casa.

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 ??  ?? L’esultanza di Mimmo Berardi, 23 anni: la stellina del Sassuolo non segnava su azione dal 12 agosto
L’esultanza di Mimmo Berardi, 23 anni: la stellina del Sassuolo non segnava su azione dal 12 agosto

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