Inter, ecco Rafinha Oggi le visite mediche Joao Mario dice solo no
●Il centrocampista brasiliano è arrivato ieri a Milano. E il collega di reparto Vecino ritrova il sorriso: «Non potevamo perdere»
Vede la Roma e si ricorda che nel suo bagaglio c’è anche il gol. Matias Vecino era fermo al guizzo che aveva sigillato il 3-1 dell’Olimpico all’andata ed è tornato a segnare proprio ai giallorossi. Una rete pesantissima non tanto perché permette all’Inter di rimanere l’unica delle prime cinque imbattuta negli scontri diretti ma soprattutto perché evita l’aggancio di Nainggolan e compagni, che mercoledì recupereranno il match contro la Samp. Così come la Lazio - ora appaiata al terzo posto - si metterà in pari affrontando l’Udinese. Quello di Vecino è appena il sesto gol stagionale dei centrocampisti nerazzurri - terzo negli ultimi 780’ di gioco, Coppa Italia compresa - ed è arrivato con uno di quegli inserimenti in area che servono come il pane per non lasciare Icardi da solo a fare a sportellate con i centrali avversari. «In effetti sembra che la Roma mi porti bene. Non potevamo perdere - racconta Vecino, arrivato in estate dalla Fiorentina -, le abbiamo provate tutte e nel secondo tempo abbiamo messo sotto gli avversari. Meritavamo il pareggio. Non potevamo continuare a non fare punti ma ora dobbiamo già pensare alla prossima gara. Dobbiamo tornare subito alla vittoria ma è stata positiva la reazione della ripresa. Siamo in un momento di difficoltà, ma questa è la strada giusta per tornare a fare i tre punti. Con qualche minuto in più potevamo anche vincere. Siamo una squadra fisica e possiamo fare il nostro meglio quando siamo in forma. Nella sosta abbiamo rimesso le gambe a posto». Con il colpo di testa sul cross di Brozovic, Vecino tra l’altro ha fatto dei giallorossi la sua vittima preferita. Il palo di Icardi è invece il tredicesimo colpito dai nerazzurri, secondi solo alla stessa Roma (14) che rimane in credito anche nello scontro diretto, dopo i tre dell’andata.
ECCO RAFINHA Ieri intanto è sbarcato a Milano Rafinha. Atterrato alle 19 a Linate con un volo privato, il 23enne brasiliano si è trasferito in hotel dove ha visto Inter-Roma con il padre-agente Mazinho. Tra tempi stretti e opportunità, si è preferito evitare che l’ex Barcellona sedesse in tribuna al Meazza. Tecnicamente infatti deve ancora superare le visite mediche e firmare il contratto che lo legherà all’Inter almeno fino a giugno, con vista su un quadriennale nel caso i nerazzurri esercitassero il diritto di riscatto fissato a 35 milioni più 3 di bonus. Tra Humanitas e Coni, stamattina Rafinha svolgerà i consueti test. Poi sarà agli ordini di Spalletti a tutti gli effetti. Di mercato aveva parlato prima del match il d.s. Piero Ausilio: «Il Barcellona non voleva privarsi di Rafinha se non in prestito. Ma noi siamo l’Inter e non possiamo lavorare sempre per gli altri. Ora potremmo anche restare così. Nessuno dei nostri ci ha chiesto di andare via». Verissimo, tanto che Joao Mario ha rifiutato tutte le proposte (soprattutto in Premier) pervenute. I radar restano però accesi per regalare a Spalletti un altro centrocampista. Senza uscite, a meno che Suning non cambi idea, l’unica soluzione resta comunque quella del prestito senza obbligo di riscatto. Ramires non è sfumato del tutto, ma rimane complicatissimo.
L’autore dell’1-1: «Siamo in una fase difficile, ma questa è la strada per tornare a vincere»