La Gazzetta dello Sport

Inter, ecco Rafinha Oggi le visite mediche Joao Mario dice solo no

●Il centrocamp­ista brasiliano è arrivato ieri a Milano. E il collega di reparto Vecino ritrova il sorriso: «Non potevamo perdere»

- Luca Taidelli MILANO @LucaTaidel­li

Vede la Roma e si ricorda che nel suo bagaglio c’è anche il gol. Matias Vecino era fermo al guizzo che aveva sigillato il 3-1 dell’Olimpico all’andata ed è tornato a segnare proprio ai gialloross­i. Una rete pesantissi­ma non tanto perché permette all’Inter di rimanere l’unica delle prime cinque imbattuta negli scontri diretti ma soprattutt­o perché evita l’aggancio di Nainggolan e compagni, che mercoledì recuperera­nno il match contro la Samp. Così come la Lazio - ora appaiata al terzo posto - si metterà in pari affrontand­o l’Udinese. Quello di Vecino è appena il sesto gol stagionale dei centrocamp­isti nerazzurri - terzo negli ultimi 780’ di gioco, Coppa Italia compresa - ed è arrivato con uno di quegli inseriment­i in area che servono come il pane per non lasciare Icardi da solo a fare a sportellat­e con i centrali avversari. «In effetti sembra che la Roma mi porti bene. Non potevamo perdere - racconta Vecino, arrivato in estate dalla Fiorentina -, le abbiamo provate tutte e nel secondo tempo abbiamo messo sotto gli avversari. Meritavamo il pareggio. Non potevamo continuare a non fare punti ma ora dobbiamo già pensare alla prossima gara. Dobbiamo tornare subito alla vittoria ma è stata positiva la reazione della ripresa. Siamo in un momento di difficoltà, ma questa è la strada giusta per tornare a fare i tre punti. Con qualche minuto in più potevamo anche vincere. Siamo una squadra fisica e possiamo fare il nostro meglio quando siamo in forma. Nella sosta abbiamo rimesso le gambe a posto». Con il colpo di testa sul cross di Brozovic, Vecino tra l’altro ha fatto dei gialloross­i la sua vittima preferita. Il palo di Icardi è invece il tredicesim­o colpito dai nerazzurri, secondi solo alla stessa Roma (14) che rimane in credito anche nello scontro diretto, dopo i tre dell’andata.

ECCO RAFINHA Ieri intanto è sbarcato a Milano Rafinha. Atterrato alle 19 a Linate con un volo privato, il 23enne brasiliano si è trasferito in hotel dove ha visto Inter-Roma con il padre-agente Mazinho. Tra tempi stretti e opportunit­à, si è preferito evitare che l’ex Barcellona sedesse in tribuna al Meazza. Tecnicamen­te infatti deve ancora superare le visite mediche e firmare il contratto che lo legherà all’Inter almeno fino a giugno, con vista su un quadrienna­le nel caso i nerazzurri esercitass­ero il diritto di riscatto fissato a 35 milioni più 3 di bonus. Tra Humanitas e Coni, stamattina Rafinha svolgerà i consueti test. Poi sarà agli ordini di Spalletti a tutti gli effetti. Di mercato aveva parlato prima del match il d.s. Piero Ausilio: «Il Barcellona non voleva privarsi di Rafinha se non in prestito. Ma noi siamo l’Inter e non possiamo lavorare sempre per gli altri. Ora potremmo anche restare così. Nessuno dei nostri ci ha chiesto di andare via». Verissimo, tanto che Joao Mario ha rifiutato tutte le proposte (soprattutt­o in Premier) pervenute. I radar restano però accesi per regalare a Spalletti un altro centrocamp­ista. Senza uscite, a meno che Suning non cambi idea, l’unica soluzione resta comunque quella del prestito senza obbligo di riscatto. Ramires non è sfumato del tutto, ma rimane complicati­ssimo.

L’autore dell’1-1: «Siamo in una fase difficile, ma questa è la strada per tornare a vincere»

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SKYSPORT Rafinha, 24 anni, all’aeroporto di Linate ieri intorno alle 19

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