La Gazzetta dello Sport

Gattuso non è solo Ringhio: «Ora giochiamo a calcio»

●>ino soddisfatt­o e senza voce: «Siamo in crescita. Il mercato? La società mi aveva messo a disposizio­ne qualcosa, ho detto no»

- Francesco Velluzzi INVIATO A CAGLIARI

Prende e porta a casa. E brinda. Perché Ringhio, che ringhia per tutta la partita e trasforma i 97 minuti dentro la Sardegna Arena in uno show puro, vince la prima gara della sua gestione in trasferta e si gode pure il bis dopo il successo col Crotone. L’ultima smorfia è nel finale quando un colpo di testa in mischia sta per rovinargli l’impresa. Si passa le mani sul volto portandole fino al mento. «I ragazzi in panchina ridevano di me? Ci sarebbe stato poco da ridere – dice senza voce scusandosi – se avessimo preso quel gol nel finale. Bisogna stare attenti, a Benevento abbiamo preso gol all’ultimo minuto e su questo aspetto dobbiamo migliorare. Il Cagliari ti gioca addosso, era difficile». Poi è un cinque a tutti, staff e ragazzi in festa con Cutrone che omaggia Andrea ANSA un bimbo di 11 anni, quasi incredulo, con la sua maglia.

CRESCITA Il Milan ha fatto una partita da big. Due acuti, buon controllo, giusto cinismo, copertura degli spazi. Ha rimediato a un errore del portierone che lo stesso tecnico ammette e ha messo una sfida nervosa, infastidit­a dal vento, in cassaforte stringendo i denti nel secondo tempo che prevedeva l’obbligata reazione del Cagliari: «Siamo in crescita. Sono contento, stiamo anche giocando un buon calcio. Donnarumma ha commesso un errore sul tiro di Barella, ma poi ha fatto un miracolo e ci ha tenuti in partita sempre. Posso dire che stiamo lavorando tanto, che i meriti sono tutti dei ragazzi». Le parole di sabato a Milanello, in cui aveva accennato a un possibile esonero se avesse fallito il derby (concetto poi smorzato), sono già volate via. Ora si pensa già alla partita con la Lazio: «Noi pensiamo a una partita alla volta. Oggi non ci possiamo permettere di guardare la classifica. Siamo brutti, gli occhi azzurri e i capelli biondi ancora non li abbiamo. Siamo così come sono io ora con la barba. Si vede il Milan di un allenatore giovane che ha fatto la Serie C e un anno in B, non un allenatore di prima fascia. Questa squadra sa giocare a calcio». COMPLIMENT­I Gli elogi ai singoli? Gattuso premia sostanzial­mente solo Kessie. Tiene anche ad Andrè Silva, ancora una volta rimasto fuori. «Abbiamo 11 partite in 43 giorni. Ci sarà il momento per André e spazio per tutti. Devo solo trovare il coraggio di buttarlo nella mischia e farlo rendere al meglio. Le responsabi­lità sono mie. Comunque stavolta Kalinic ha fatto davvero bene. Tiriamo tanto, ma dobbiamo migliorare». Ribadisce che la squadra è questa e non c’è bisogno di metter mano al portafogli: «La società mi aveva messo a disposizio­ne qualcosa, ho detto di no».

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Rino Gattuso, 40 anni, prima vittoria esterna con il Milan

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