La Gazzetta dello Sport

Lazio, esce Immobile ma è goleada da 3° posto

●Il Chievo ribatte subito con l’1-1, poi i ragazzi di Inzaghi dilagano con un sontuoso Milinkovic, anche se il capocannon­iere si fa male CHIEVO

- Stefano Cieri ROMA

ARBITRO Abisso di Palermo. NOTE spettatori 25 mila circa (paganti e inc. non comunicati). Tiri in porta 10 (1 traversa)-3. Tiri fuori 6-3. Angoli 2-2. In fuorigioco 0-3 Recuperi: p.t. 1’; s.t. 3’.

Benvenuti alla giostra del gol. La Lazio non sa ancora se realizzerà il suo grande sogno, la qualificaz­ione in Champions, ma ha deciso come tentarci: divertendo­si a suon di reti. La temuta sosta invernale non cambia nulla. La squadra di Inzaghi era andata allo stop con i 5 gol segnati alla Spal ed altri 5 li riserva al Chievo. Che, peraltro, proprio come la squadra emiliana il giorno della Befana, resta in partita molto più di quanto dica il punteggio finale. Ma questo è un ulteriore merito degli Inzaghiani, inesorabil­i nel bucare gli avversari sia quando dominano sia quando soffrono.

ALTRA GOLEADA Così l’aggancio al terzo posto matura grazie ai dieci gol segnati negli ultimi ● Sergej Milinkovic, 22 anni, festeggia dopo il gol del 3-1, il secondo personale nel match e settimo in questo campionato Ciro Immobile, 27 anni, costretto a uscire al 35’ del primo tempo per un problema muscolare L’esultanza di Bastos, 26 anni, autore del 4-1 180 minuti di campionato. Con un totale che sale a 53 reti in 20 partite. Nessuno in A ha fatto altrettant­o, neppure la Juve che insegue a quota 49 e che stasera può accorciare le distanze contro il Genoa. Ma la Lazio mercoledì avrà l’occasione di allungare nel recupero con l'Udinese (e isolarsi pure al terzo posto in classifica, staccando l’Inter). Una banda del gol che non si ferma neppure nel giorno in cui il suo grande solista deve fermarsi. Immobile si blocca dopo appena sei minuti per un risentimen­to muscolare alla coscia (lo stop non dovrebbe essere lunghissim­o), gioca fino alla mezzora e poi si arrende. Ma nessun problema per Inzaghi, perché a segnare ci pensano Luis Alberto (che la sblocca dopo 23 minuti) e poi Milinkovic con la terza doppietta della sua straordina­ria stagione. E alla fine arrivano pure i gol di Bastos e del redivivo Nani, alla prima marcatura all’Olimpico.

SUPER MILINKOVIC Qualità che sgorga in ogni zona del campo. Grazie alla bravura dei singoli, d’accordo, ma anche ad un’organizzaz­ione di gioco che non lascia nulla al caso. La Lazio recita a memoria, con il suo fraseggio corto nella propria metà campo in attesa del momento giusto per l’imbucata che metta in azione gli uomini più ispirati. Luis Alberto e Milinkovic, innanzitut­to. Ma anche Felipe Anderson che, subentrato a Immobile, agisce (bene) da falso nueve, scambiando­si di continuo di posizione con gli altri due. E il tourbillon diventa ancora più letale quando alla fine entra pure Nani. Un’orchestra che funziona alla perfezione, nella quale si isolano i virtuosism­i di Milinkovic. Sì, perché il bel gioco va anche concretizz­ato. E il ● le partite di questo torneo vinte segnando almeno 5 gol: oltre al Chievo, 5-2 alla Spal, 5-1 al Benevento, 6-1 al Sassuolo. Nessuno ha fatto tanto

serbo lo fa al momento giusto con due giocate d’autore. La prima alla mezzora quando riporta in vantaggio i biancocele­sti dopo il pari di Pucciarell­i. E poi a metà ripresa quando chiude i conti con un colpo di classe nel momento di maggiore sofferenza per la Lazio.

MARAN CHE SUCCEDE? Quarta sconfitta esterna consecutiv­a e la miseria di 2 punti nelle ultime sette partite. Continua la crisi del Chievo che in campionato non vince dal 25 novembre (2-1 alla Spal). I segnali di risveglio mostrati con l’Udinese prima della sosta sono già svaniti, anche se all'Olimpico, sia pure solo a tratti, i veneti qualcosa di buono lo fanno. Soprattutt­o sul 2-1, quando vanno vicino al 2-2 con Pucciarell­i e Stepinski, dopo aver pensato di farlo dagli 11 metri (ma Abisso giustament­e si rimangia il rigore inizialmen­te concesso prima dell’intervallo). La pancia piena per l’ottima partenza ormai non regge più come motivazion­e. Anche perché il margine di sicurezza in classifica continua sempre più ad assottigli­arsi. Le assenze di Inglese, Castro e Meggiorini non sono poca cosa, d’accordo. Ma l’interpreta­zione del 4-3-1-2 è scolastica. E soprattutt­o manca la foga agonistica propria delle squadre che devono salvarsi. Va ritrovata prima che sia tardi.

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LAPRESSE Simone Inzaghi, 41 anni
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● 2 GETTY/LAPRESSE

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