Avellino, colpo con Bidaoui-gol Crollo Brescia: ora è crisi nera
●Torregrossa con due reti non basta: dura 45’ la squadra di Boscaglia
L’Avellino passeggia e festeggia fra le rovine di un Brescia a metà: una squadra che dura un tempo soltanto, non un dettaglio visto che nel calcio esiste anche una ripresa e ormai non si contano le sue false partenze dopo l’intervallo. Cambiare allenatore non serve: Boscaglia come Marino subentra con una sconfitta, riprende col trend che aveva prima e la media è di un punto a partita, e lo scontro diretto in casa è perso all’inizio del girone di ritorno e del 2018 esattamente come l’ultima sfida dell’andata. Allora era stato l’Ascoli di Cosmi ad esultare. Stavolta Novellino viene espulso per proteste nel finale, ma poco gliene importerà guardando una classifica che finalmente respira.
ILLUSIONE BRESCIA Il Brescia no. Il suo affanno si specchia nella sua posizione in piena zona playout. Impressionante come il film delle sue partite tenda a ripetersi pur cambiando regista in panchina. In avvio sembra tutto perfetto, Caracciolo (celebrato anche dalla curva Nord per le sue 400 presenze in biancazzurro) e compagni attaccano e producono occasioni in serie. Gli inserimenti di Bisoli creano superiorità numerica, le due punte in area si fanno valere e danno al tiro al bersaglio. Eppure a passare in vantaggio è l’Avellino, abile a sfruttare la prima opportunità a disposizione con un’incursione di Molina. Ma il Brescia c’è e si scatena Torregrossa, che vuole dedicare un gol alla figlia appena nata Maria Vittoria. Gliene dedica due, in un minuto: prima insacca di testa, poi stoppa e infila di piatto, sempre su invito di Furlan.
RIBALTONE AVELLINO Brescia padrone, che sfiora il tris su punizione di Caracciolo, deviata da Radu sul palo. Poi però comincia un’altra partita. La squadra di Boscaglia non spinge più, smette di tirare in porta, non reagisce alla rimonta con sorpasso avellinese, firmata da Castaldo, che sfrutta con un colpo di gran classe un pasticcio di Ndoj, e da Bidaoui, che dopo aver servito l’assist iniziale slalomeggia fra rimpalli fortunati e dribbling riusciti fino alla conclusione da incorniciare. E sono gol che valgono oro, per una formazione impegnata nella lotta per non retrocedere. Torregrossa reclama il rigore per una trattenuta di Kresic (al 23’: il fallo è evidente), ma l’Avellino legittima il successo controllando agevolmente. Dimostra concretezza, guadagna metri a forza di duelli vinti e non li perde più. Sotto gli occhi del tifoso eccellente Gigi Marzullo sfiora pure il poker (erroraccio di Asencio, dopo che Castaldo ha fatto tremare la traversa). Boscaglia si gioca il tutto per tutto con gli attaccanti che ha in panchina, ma i minuti di recupero senza una sola occasione per il pari sono la fotografia di una debolezza strutturale. Cellino, presente allo stadio, sente i primi cori contro da quando è presidente e cerca rinforzi. Embalo e Spalek (Under 21 slovacco) potrebbero essere i primi. Ma di innesti ne servono diversi, a questo punto, per la rincorsa-salvezza.