La Gazzetta dello Sport

Catania, solo un’illusione Di Piazza rialza il Lecce

●Finisce pari il big match giocato davanti a oltre 17mila spettatori L’incubo degli etnei risponde al rigore di Lodi: e il duello continua

- Giuseppe Calvi LECCE

Sognando sotto la pioggia, per regalare uno spettacolo davvero da Serie A. Più sugli spalti, molto meno in campo, Lecce-Catania è stata una sfida da brividi che, per effetto dell’1-1, ha lasciato tutto inalterato tra le prime due della classifica. I quasi 17.000 spettatori del Via del Mare – tutti di fede gialloross­a, per il divieto di accesso per i residenti in Sicilia – hanno tremato per 50 minuti, dal vantaggio firmato da Francesco Lodi su rigore sino al pareggio realizzato con una strepitosa azione da Matteo Di Piazza, a metà ripresa. Il risultato, alla fine giusto, ha lasciato qualche rammarico in casa rossazzurr­a, visto che, pochi secondi prima di incassare l’1-1, Curiale ha mancato il colpo del k.o.. Lepore e compagni, invece, hanno tirato un sospiro di sollievo, avendo mantenuto il vantaggio di 4 punti sulla più immediata inseguitri­ce (all’andata si era imposta per 3-0). CATANIA AVANTI Uno stadio così avrebbe meritato più emozioni sul piano del gioco. Curva nord gremita, coloratiss­ima (censurabil­e, però, lo striscione con la scritta «Auguri Micale… Aspettando Speziale») e capace di trascinare i gialloross­i nel momento della difficoltà. Ma, come capita spesso negli scontri diretti, le squadre di Liverani e Lucarelli – squalifica­to, si è accomodato in tribuna, salutato con affetto dai suoi ex tifosi – hanno badato soprattutt­o a non scoprirsi troppo, con l’obiettivo di evitare di lasciare varchi alle ripartenze avversarie. Per uno strano destino, però, i due gol sono nati proprio su contropied­e. Più intraprend­ente in avvio il Catania, con Vanigli in panchina (anche lui ex, come Conticchio, altro collaborat­ore di Lucarelli) che spronava gli esterni Caccavallo e Di Grazia a supportare Curiale. Su un rilancio dalla trequarti campo, Di Grazia ha preso in velocità la difesa salentina: tiro secco respinto male da Perucchini, poi Di Matteo è intervenut­o in scivolata, commettend­o fallo su Mazzarani. Dal dischetto, il solito Lodi non ha fallito.

POI ARRIVA LUI… Il Lecce non ha saputo reagire, quasi mai ha impensieri­to i centrali difensivi avversari, scogli contro i quali Caturano e Torromino sono andati a sbattere continuame­nte. Nella ripresa, invocato un rigore per trattenuta di Marchese su Caturano e scampato il pericolo sulla conclusion­e di Curiale – e qualche confronto acceso tra Cosenza e lo stesso Curiale, poi Liverani e Aya, con espulsione del d.s. Meluso - è salito in cattedra il protagonis­ta più atteso, quel Di Piazza partito dalla panchina (era stato fermo per infortunio prima della lunga sosta) e da sempre animato dal sacro fuoco nei confronti con il Catania, dov’è cresciuto calcistica­mente e mai in carriera ha voluto far ritorno. Subentrato a Torromino, l’attaccante, di Partinico ha tirato fuori il meglio del suo repertorio. Imbeccato da Mancosu, ha sprigionat­o la sua rapidità palla al piede, facendo ammattire il difensore Bogdan e infilando con un sinistro micidiale il portiere Pisseri. I gialloross­i hanno preso campo, risultando più pericolosi con qualche iniziativa di Tsonev e Cosenza.L’1-1, in fin dei conti, è risultato però una sentenza di… attesa gradita dalle due squadre. Il duello può continuare.

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LAPRESSE Il gol del pari del Lecce firmato da Matteo Di Piazza, 29 anni

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