La Gazzetta dello Sport

DOUGLAS GOL MINIMAL JUVE

Stavolta i bianconeri vincono dopo la sosta, ma senza brillare Decide il brasiliano, sempre più importante nel gioco di Allegri

- Pierfrance­sco Archetti INVIATO A TORINO

La Juve non stravolge una trama semplice, attesa, anche se le uniche due sconfitte in campionato erano state registrate dopo le soste. Altri momenti, altri avversari (Lazio e Sampdoria). Questa Juve non si sposta dall’obiettivo, propone la voglia di riavvicina­rsi subito al Napoli, in una lunga serie di scatti e controscat­ti che determiner­à i prossimi due mesi in cui le duellanti continuera­nno a non esibirsi mai in contempora­nea. Però il giudizio sulla partita, e non sul risultato, non può essere positivo e vale più di cento spiegazion­i l’urlo di un tifoso tremante a una manciata di secondi dalla fine: «Arbitro, fischiaaa».

I MOTIVI Perché la Juve chiude con la paura e con la difesa a cinque, la seconda conseguenz­a della prima, anche se il Genoa non tira mai in porta e i mucchi al limite dell’area sono lo specchio di buona parte della gara, veramente brutta: confusione, falli, cadute e tanti, troppi palloni giocati a caso. Nel secondo tempo i bianconeri usano soltanto il contropied­e ma non riescono a chiudere, sembrano pesanti, ingolfati dalle vacanze e dal richiamo atletico. I cambi sono significat­ivi: Sturaro per Khedira e Barzagli per Lichtstein­er, dopo quello più equilibrat­o di Asamoah con Alex Sandro. I campioni vanno in affanno senza che gli avversari facciano i fenomeni, Ballardini diversific­a soltanto l’attacco con due punte vere come Galabinov e Lapadula. Quindi il meglio dei bianconeri viene annotato nel primo tempo: la rete dopo 16 minuti consegna il privilegio di poter gestire la serata, spesso però sembra che gli juventini non vogliano sudare, come se avessero un impegno più importante il giorno dopo, invece il prossimo appuntamen­to sarà sabato, e con il Chievo.

IL MEGLIO JUVE D’accordo, mancano Dybala e Cuadrado, oltre a Buffon, Marchisio, Rugani, Höwedes. Il tridente d’attacco è costruito attorno a Higuain da una punta vera come Mandzukic e da un’ala come Douglas Costa. Ma come sempre non si cementano nelle posizioni, il brasiliano ondeggia tra fascia e centro. Dopo due errori che fanno sbuffare, Costa prevale con decisione su un contrasto con Bertolacci, serve Mandzukic e riceve in cambio l’assist per l’1-0. E’ l’elemento decisivo, come nel derby e in parte a Cagliari (cross per la vittoria): nessuno gli toglierà i compliment­i. Per Higuain invece altra storia. Non segna in campionato dalla notte di Napoli, primo dicembre, ma in tribuna è ben coperto il suo c.t. Sampaoli: sarebbe irrispetto­so non fornirgli spunti in vista del Mondiale, però il numero nove non abbatte la siepe rossoblù; piuttosto viene spesso abbattuto da Spolli, connaziona­le anche ammonito. Un Pipita di raccordo, che evita gli anticipi e fa girare l’azione, più che da conclusion­e.

Un Pipita mai fondamenta­le.

DIFESA A POSTO

Funziona meglio dell’attacco la protezione: è la settima uscita consecutiv­a senza prendere gol in casa, mentre in generale nelle 12 gare più recenti i bianconeri hanno subito una sola rete. La struttura elastica mantiene al riparo Szczesny, anche con due laterali di corsa come Lichtstein­er e Alex Sandro e non con i tre centrali. Il piedone di Chiellini vale più del piedino di Pjanic, che tira sei volte ma soltanto in una conclusion­e fa volare Perin.

GENOA POCO OFFENSIVO Il Genoa non vince a casa Juve da gennaio 1991, ma nei due mesi della cura Ballardini ha trovato una fruttuosa solidità difensiva: soltanto tre reti subite in otto gare di campionato prima di questa, veniva anche da quattro trasferte senza incassare gol, la quinta sarebbe stata da record perché non è mai successo nella lunga storia del Genoa. La statistich­e non si riscrivono perché Costa non viene fermato quando si poteva, perché all’inizio tutto il gruppo non riesce a restare compatto per evitare le entrate sui lati, dove Costa e Mandzukic fanno spazio per terzini e interni. Senza Veloso, è Bertolacci a sistemarsi da regista centrale per avere anche qualità nella costruzion­e e non affidarsi soltanto ai lanci. La linea offensiva vede Pandev e Taarabt non appoggiati ai difensori, ma alla ricerca di spazi per triangoli ed entrate in velocità dalla trequarti. Non riescono e nel secondo tempo escono; Ballardini cambia il 3-5-2 in 3-4-2-1 e poi 34-3, però l’unico guadagno è quello di far ansimare la Juve e far gridare al tifoso: «Arbitro, fischiaaa».

 ??  ?? Gol decisivo Douglas Costa, 27 anni, brasiliano, mentre segna la rete decisiva: è arrivato alla Juve dal Bayern Monaco
Gol decisivo Douglas Costa, 27 anni, brasiliano, mentre segna la rete decisiva: è arrivato alla Juve dal Bayern Monaco
 ?? LAPRESSE ?? Douglas Costa, 27 anni, su assist di Mandzukic tocca di destro alle spalle di Perin: è il gol vittoria 16’ P.T.
LAPRESSE Douglas Costa, 27 anni, su assist di Mandzukic tocca di destro alle spalle di Perin: è il gol vittoria 16’ P.T.
 ?? GETTY ?? La curva vuota dell’Allianz ieri sera contro il Genoa
GETTY La curva vuota dell’Allianz ieri sera contro il Genoa

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy