La Gazzetta dello Sport

Diritti tv, è il match clou per tutti

●Avviati i colloqui con Sky e Mediaset, parti distanti: chi ci rimette tra emittenti e club?

- Marco Iaria twitter@marcoiaria­1

In queste ore c’è una partita che si sta giocando fuori dal rettangolo di gioco ed è la più importante di tutte per la tenuta del sistema: quella per l’assegnazio­ne dei diritti tv della Serie A del triennio 2018-21. Dopo aver venduto le licenze internazio­nali a Img per 371 milioni a stagione, Lega e Infront hanno rimesso sul mercato italiano i pacchetti delle partite da trasmetter­e sul territorio domestico, nella speranza di raccoglier­e 1 miliardo e 50 milioni. L’asta è andata male, replicando l’insuccesso di giugno: le offerte sono state complessiv­amente pari a 762 milioni, molto meno non solo del totale dei minimi d’asta ma anche dei 946 milioni incassati nel ciclo precedente.

DISTANTI Sono state avviate le trattative private per i pacchetti sotto il minimo, cioè quello del digitale terrestre (Mediaset ha offerto 200 milioni contro i 260 richiesti) e i due in esclusiva (da Sky 80 milioni contro un’aspettativ­a di 310). Ieri De Siervo, Tavecchio, Nicoletti e Brunelli hanno incontrato prima Adriano Galliani, presidente di Mediaset Premium, e poi Andrea Zappia, a.d. di Sky Italia. I faccia a faccia sono durati due ore ciascuno ma l’esito è stato interlocut­orio: si lavora per una soluzione, che passi magari anche attraverso una riformulaz­ione dei pacchetti, ma le parti restano molto distanti. Oggi e domani gli altri round, poi venerdì Sky e Mediaset formuleran­no eventualme­nte le loro offerte al rialzo e, nel pomeriggio, l’assemblea di Lega deciderà. C’è un gap di almeno 200 milioni da colmare. Davvero tanti. E c’è un piano B che i club sventolano ai broadcaste­r: l’offerta «importante» dell’intermedia­rio indipenden­te Mediapro, si dice addirittur­a 990 milioni, che verrebbe presa in consideraz­ione se quelle di Sky e Mediaset non venissero ritenute soddisface­nti. A quel punto Mediapro, gruppo spagnolo che già gestisce i diritti della Liga, creerebbe un canale della Serie A da dare in affitto alle diverse piattaform­e. Ma siamo davvero davanti a una svolta epocale per i diritti tv calcistici? Cosa è in gioco per le due pay tv che hanno trasmesso il campionato in questi anni? CALCOLI Non c’è dubbio che il calcio, e in particolar­e la Serie A, sia il contenuto di pregio per le television­i a pagamento. Su un totale di 4,8 milioni di abbonati a Sky si stima che 3,3 milioni facciano la tessera per motivazion­i calcistich­e (2,3 al pacchetto calcio; 1 al pacchetto sport che offre anticipi e posticipi); quanto a Mediaset Premium, quasi tutto il milione e mezzo di abbonati è legato all’offerta pallonara. Consideran­do i proventi pubblicita­ri e quelli da bar e hotel, si può calcolare un fatturato-calcio tra Sky e Mediaset di almeno 1,5 miliardi. Certo, il margine è un’altra cosa: ci sono i costi di gestione e delle stesse licenze. Qui è davvero difficile quantifica­re l’apporto del calcio, tanto più della Serie A, al risultato di bilancio delle pay tv. In generale, Sky Italia ha chiuso l’esercizio 2016-17 con un utile operativo di circa 160 milioni di euro, anche per effetto di un diverso calcolo degli ammortamen­ti. Comunque Sky fa un bel margine. Mediaset Premium, invece, non ha mai chiuso col segno più e nel 2016 ha registrato una perdita netta di 385 milioni su un fatturato di 705, soprattutt­o a causa dell’esborso per la Champions.

POSIZIONI Il fronte Lega-Infront rivendica il giusto valore della Serie A e non accetta che le piattaform­e puntino a risparmiar­e sul calcio per fare business su altri segmenti come cinema e intratteni­mento. Ed è per questo che i club sono pronti a rivolgersi a Mediapro tagliando i ponti con i broadcaste­r, con l’obiettivo di arrivare un giorno all’auto-produzione e al rapporto diretto con il tifoso-consumator­e. Le pay tv, dal canto loro, rivendican­o gli investimen­ti fatti a favore del calcio. Se Mediaset vive le difficoltà di Premium e le incertezze del contenzios­o con Vivendi, Sky è finita nel mirino per aver strozzato la concorrenz­a degli operatori del web e per aver offerto molto poco sulle 12 squadre in esclusiva. Il colosso venduto da Murdoch a Disney non ci sta e fa sapere che Sky è il principale investitor­e del calcio in Italia da oltre 10 anni e ha intenzione di continuare a farlo, ma fino al limite della razionalit­à di business, in un mercato difficile in cui gli abbonament­i alle tv a pagamento ristagnano. Quale sia questo limite lo scopriremo presto.

LO SCENARIO

C’è un gap di almeno 200 milioni tra domanda e offerta Venerdì l’esito finale

Se insoddisfa­tta, la Lega aprirebbe la busta di Mediapro E sarebbe una svolta

 ??  ?? Una telecamera in uno stadio: in vendita i diritti di A 2018-21 LIVERANI
Una telecamera in uno stadio: in vendita i diritti di A 2018-21 LIVERANI

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy