Malagò lancia i Giochi azzurri «Vorrei Nadia Fanchini sul podio»
●La spedizione cerca l’oro dopo 8 anni: «Italia da doppia cifra, per l’oro è la volta buona». Lotti sarà a PyeongChang
Il lancio olimpico dell’Italia della neve avviene a Palazzo Vecchio nel corso di una Giunta molto calda per i diversi temi trattati, e carica anche di significati simbolici, presenti i campioni olimpici fiorentini, toscani ed il decano dei giornalisti dell’atletica, il nostro Roberto L.Quercetani, 95 anni. Il sindaco Dario Nardella cita Nelson Mandela a proposito «del potere dello sport» che ha portato la Nord Corea a dialogare di nuovo con la Sud Corea grazie ai cinque cerchi tanto cari al presidente del Coni, Giovanni Malagò, secondo il quale «l’accordo è una vittoria enorme del nostro mondo ed il Cio merita il Nobel per la pace». Il ministro per lo Sport, Luca Lotti, annuncia che il governo italiano sarà presente alla cerimonia inaugurale dei Giochi il 9 febbraio. Una formalità organizzativa e il via libera ufficiale del premier Gentiloni gli impediscono di annunciare che sarà proprio lui, il ministro fiorentino a presenziare ai Giochi asiatici: Lotti a PyeongChang sarà in tribuna il 9 febbraio per la cerimonia in cui l’Italia sarà guidata dalla portabandiera Arianna Fontana, ed in cui sfileranno le due Coree unite «un forte segnale, lo sport unisce sempre, è un segno molto positivo». Lotti, impegnato in campagna elettorale, dovrebbe seguire qualche gara e stare per qualche giorno vicini agli azzurri.
MEDAGLIE Malagò annuncia il «contingente più numeroso a parte Torino 2006, abbiamo 84 atleti sicuri ma arriveremo a 121 nel fine settimana, consentiremo ai tecnici di sciogliere le ultime riserve» prima della chiusura delle iscrizioni, domenica. Ha la delega sugli ultimi inserimenti che gli suggerirà il presidente Fisi, Flavio Roda. Il capo dello sport spera di festeggiare l’oro («magari non solo uno») che a Sochi 2014 mancò, e vorrebbe vedere sul podio «Nadia Fanchini perché una medaglia avrebbe un valore simbolico diverso (la sorella sciatrice Elena ha rivelato di avere un tumore, ndr)». Non sceglie un nome specifico per le discipline del ghiaccio, ma aspetta che dalla velocità e dall’artistico «l’Italia faccia vedere di essere al completo. In generale sono molto ottimista: stavolta possiamo arrivare in doppia cifra». Sarà l’Olimpiade del passaggio di consegne tra il segretario Roberto Fabbricini e Carlo Mornati, suo vice, il 12 marzo al rientro dalla Corea quando Malagò spera che il calcio gli dia meno tormenti. Malagò aspetta notizie sull’ennesima bufera doping che investe la Russia («senza i suoi atleti avremmo più chance, ma non mi risultano voci di boicottaggio»), e quando gli chiedono previsioni, ammette: «In discesa e nello short track non è come correre i 100, il bello degli sport invernali è che non c’è nessuna certezza, si corrono più rischi, ma sappiamo di aver lavorato bene e abbiamo diverse speranze in vari sport». Tra l’oro dei desideri e Giochi di pace: «Dove hanno fatto un buco nell’acqua i grandi Paesi - chiosa Malagò -, lo sport ha qualcosa di meraviglio. Non c’è messaggio più forte».