La Gazzetta dello Sport

Ale Gentile: «Che finto moralismo Io ho solo difeso mio fratello»

● Ale fermato 3 turni dopo la rissa in Virtus-Trento: «Gutierrez ha fatto una porcheria». Papà Nando: «Se non fosse intervenut­o, sarei sceso dalle tribune»

- Vincenzo Di Schiavi

Parla la famiglia Gentile dopo la rissa scoppiata domenica a Bologna tra Virtus e Trento, costata tre giornate di squalifica ad Alessandro Gentile, una a Sutton poi commutata in multa (tremila euro) e due a Gutierrez la cui aggression­e a Stefano Gentile ha innescato la baraonda. Comincia papà Nando, dai microfoni di Radio Sportiva: «Alessandro non ha mai fatto una rissa in vita sua: sfido chiunque a non reagire ad un pugno dato a un fratello. Sono fiero di mio figlio, se non fosse intervenut­o lui, sarei sceso io dalla tribuna». Poi nel pomeriggio, via Instagram, la lunga riflession­e di Ale: «Queste sono cose che non dovrebbero mai capitare... scene brutte e sicurament­e non educative per i tanti tifosi che ci seguono, soprattutt­o per i più piccoli. Per questo motivo sono assolutame­nte d’accordo che siano gesti da condannare. Detto questo però, penso sia giusto sotto- lineare un’altra cosa: sono un giocatore e una persona molto corretta e molto rispettosa sia nei confronti degli avversari che dei miei compagni e non sono mai stato coinvolto in una cosa del genere. Il gesto che è stato fatto in quel momento da un giocatore avversario verso un mio compagno (e vorrei sottolinea­re, per chi non se ne fosse accorto, che in quel caso il compagno in questione rispondess­e al nome di Stefano Gentile: mio fratello!) è stata una grande porcheria. Questo non giustifica la reazione ma penso che chi ha dei fratelli o sorelle a cui è legato per davvero e non per finta possa capire... Lo capirebbe chiunque in realtà, basterebbe solo avere la mente sgombra da pregiudizi».

SASSOLINI Il club bianconero ha deciso di presentare ricorso contro le tre giornate di squalifica appioppate ad Alessandro, non consideran­do la condotta del proprio giocatore più grave e compromess­a di quella di Gutierrez che ha dato il via alla rissa. L’obiettivo è quello di ridurre la squalifica di una giornata, mentre l’ala virtussina ha qualcosa da dire a Gutierrez: «Ho letto di scuse da parte di chi ha fatto quel gesto verso i suoi compagni, allenatori, società e tifosi. L’unica persona con cui si sarebbe dovuto scusare è quello a cui ha provato a sferrare un pugno in pieno volto, e non certo dietro un comunicato ma bensì alzando il telefono. Cosa che non ha fatto, anche se le scuse su un comunicato stampa piacciono a tutti in questo mondo social...». E a chi si è scandalizz­ato nascondend­osi dietro al paravento di un finto perbenismo: «Ribadendo che questi sono assolutame­nte gesti da condannare ed errori - dice Ale Gentile-, vorrei anche dire che il finto perbenismo e moralismo di gente che non ha una singola idea di cosa vuol dire vedere aggredito un fratello, è anche esso un grandissim­o errore nonché sintomo di grandissim­a ignoranza».

SCUSE «Per chiudere - prosegue Gentile - vorrei chiedere scusa ai miei compagni e alla mia squadra tutti compresi per aver danneggiat­o loro e per dover scontare una squalifica. Nonostante questo sono sicuro e fiducioso che il nostro processo di crescita continuerà. Penso che sia giusto ora smettere di parlare di questo episodio è guardare oltre: chi ha sbagliato pagherà, fine della storia...».

(r.b.) Umanamente giustifica­to (arduo non reagire all’aggression­e di un proprio familiare) ben sapendo che le zuffe nel basket sono sempre esistite (si è visto molto di peggio): resta comunque un episodio da censurare. Compreso sì, elogiato no. Non è finto perbenismo, è solo buonsenso.

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Alessandro Gentile, 25 anni, durante la rissa CIAMILLO

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