La Gazzetta dello Sport

Dubbi, tensioni e punti La lucida follia del 9 che sboccia con Schick

●L’agente del bosniaco tratta ancora l’ingaggio col Chelsea Edin è nervoso, l’«erede» lo sblocca. Di Fra: «Finché c’è gioca»

- Davide Stoppini INVIATO A GENOVA IL PUNTO DA CUI HA SEGNATO TIRI OCCASIONI CREATE 3

Ela chiamano lucida follia, che poi scegliete voi quale delle due parole sia fuori tema. Forse nessuna, perché il risultato che ne viene fuori è questo qui: Edin Dzeko in campo con i nervi a fior di pelle e comunque decisivo, mentre l’agente tratta l’ingaggio con il Chelsea e la Roma resta lì in attesa dopo aver trovato l’accordo con i Blues. Il tutto nonostante il dribbling – obbligato, per carità – di Monchi, che da giocatore faceva il portiere e ora davanti ai microfoni prima della partita non può che dire: «Noi ascoltiamo sempre le offerte, se Dzeko gioca è perché le proposte arrivate fin qui non sono state interessan­ti». Se Dzeko gioca è perché è giocatore centrale per Di Francesco anche con il cartello «vendesi» appeso al collo. «La cessione? Se la fanno, ci sono motivi validi, e la società li ha. Magari poi me li spiegheran­no... – dice ironico alla fine Di Francesco, arrabbiato però per il mancato fallo su Strootman prima del rigore –. Inutile nasconders­i, c’è una trattativa ma io finché posso lo utilizzo. E alla fine è stato comunque determinan­te». Quella capocciata a nel recupero su assist del ragazzino all’esordio in Serie A – Antonucci –, in fondo a una partita mal giocata, mal digerita, mal gestita, ma tutto sommato salvata, è il premio a un attaccante che saluta con 47 gol in Serie A in due campionati e mezzo. Saluta perché il pacchetto, comprenden­te Emerson Palmieri, di 50 milioni e dieci di bonus a Trigoria l’hanno già accettato di buon grado, manca solo che il Chelsea si decida ad offrire a Edin un contratto fino al 2021 invece del 2020. LA SERATA E allora ecco qui la lucida follia. Lucida perché Eusebio Di Francesco ragiona con la logica del presente: stasera Dzeko c’è, stasera Edin gioca. La follia, a leggerla da fuori, è un centravant­i con la valigia e un altro – Schick – che aspetta in panchina pure il giorno del compleanno, poi entra e mette più d’un piede nella rimonta della Roma. Di logico c’è poco, di logico Di Francesco ha pensato ci fosse tutto una volta uscito rassicurat­o dal colloquio avuto prima della partita con lo stesso Dzeko. Il tecnico s’è preso un rischio infinito. Perché il bosniaco aveva sulla pelle tutte le chiacchier­e degli ultimi giorni. Nervoso come mai, isterico perché un uomo vive di sentimenti e la voglia di lasciare una firma prima di imbarcarsi per l’Inghilterr­a. E quando funziona così, quasi mai funziona bene. 68 secondi per divorarsi un gol su assist di Under, 4 minuti per non trasformar­e in gol una girata, otto scarsi per un’altra occasione, 15 per rifilare un calcione a Torreira: ammonito. Tanto che Orsato prima si avvicina a Florenzi e gli fa: «Di’ a Dzeko di darsi una calmata». E poi fa lo stesso con Di Francesco, che urla a Edin: «Sta zitto e pensa solo a giocare». È un ordine, Dzeko esegue e manda in porta Defrel: alto, manco a dirlo. Il secondo tempo è un trascinars­i tra stop sbagliati e poco altro. Quando l’allenatore si decide a mettergli vicino Schick la musica cambia. Il gol è nell’aria, arriva sul cross di un esordiente. Arriva con Dzeko, lucida follia completata. Anzi no. Perché magari va a finire come spera Nainggolan: «Edin è un giocatore forte e io vorrei sempre che i giocatori forti rimanesser­o a Roma». Hai visto mai.

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IL NUMERO i gol di Dzeko in Serie A con la maglia della Roma: il bosniaco li ha segnati in 89 partite

AFP

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Edin Dzeko

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