Lega in apnea tra diritti tv e nomine
1Rialzo di Sky e Mediaset: club soddisfatti o si vira su Mediapro? Elezioni verso un’altra fumata nera
Sì, ci sono le elezioni federali alle porte. Sì, c’è la lettera di Malagò che dà trenta giorni di tempo alla Lega per rinnovare gli organi, altrimenti scatterà il commissariamento della Figc. Ma oggi i presidenti di Serie A, che tornano a riunirsi, sono con il fiato sospeso per un’altra cosa: dopo le trattative private dei giorni scorsi, stamattina Sky e Mediaset formuleranno le offerte al rialzo sui diritti tv 2018-21 e nel pomeriggio l’assemblea di Lega scoprirà quanto ci sarà nelle buste. C’era da colmare un gap enorme, visto che l’asta per le dirette domestiche delle partite si era conclusa con offerte complessive per 762 milioni annui, nettamente al di sotto del minimo aggregato di 1050 e anche dei 946 incassati nell’attuale ciclo.
OFFERTE Sky ha messo sul piatto 261 milioni per il pacchetto A del satellite (8 squadre tra cui le big tranne la Roma) e 170 per il pacchetto C di Internet, oltre ai diritti accessori: prezzi superiori al minimo ma pacchetti “congelati” e assegnati solo contestualmente a quelli le cui offerte non hanno raggiunto la base d’asta e che sono stati oggetto delle trattative private. Di quali stiamo parlando? Per il pacchetto B del digitale terrestre Mediaset, che aveva puntato 200 milioni, dovrebbe avvicinarsi ai 260 richiesti. I problemi maggiori riguardano i due pacchetti D1 e D2 che concedono l’esclusiva delle altre 12 squadre: Sky non si era spinta oltre gli 80 milioni contro un minimo di 310. Sono stati serratissimi i colloqui tra Lega-Infront e l’emittente satellitare, chiamata a mettere un carico davvero consistente per soddisfare i club. Le ultime voci parlano di un rialzo – tra Sky e Mediaset – in grado di superare i 900 milioni totali, senza escludere una differente formulazione dei pacchetti. Sarà così? E, soprattutto, le offerte accontenteranno la Lega? La tentazione di aprire la busta dell’intermediario indipendente è forte: gli spagnoli di Mediapro dovrebbero aver offerto 990 milioni tra fisso e variabile per rilevare tutti i diritti e creare un canale della Serie A da dare in affitto alle varie piattaforme. In assemblea, in ogni caso, la valutazione non sarà esclusivamente economica: da un lato la continuità dei rapporti coi broadcaster, dall’altro un’avventura inesplorata con un intermediario. Di sicuro, se i club scegliessero di aprire la busta di Mediapro il bando precedente verrebbe azzerato e si avvierebbe una trattativa con gli spagnoli di 30 giorni.
MISSIVA CONI Scivola in secondo piano la partita delle nomine, che si incrocia con la campagna elettorale per la presidenza Figc. Il Coni ha ordinato alla Lega non solo di adeguare lo statuto ai principi informatori federali (maggioranza semplice dopo le prime votazioni) ma anche di rinnovare gli organi, vacanti da dieci mesi: se la Serie A non si metterà in regola entro un mese, la Federazione verrà commissariata. Giovanni Malagò ha anche attaccato Carlo Tavecchio, presidente dimissionario di via Allegri e commissario della Lega, che ieri ha replicato: «Non ho mai “nascosto” alcun documento, non è nel mio stile. La lettera alla quale ha fatto riferimento
Malagò è stata inviata tempestivamente ai club di A e portata all’attenzione del consiglio Figc, come risulta da apposito verbale: i passaggi formali e sostanziali sono stati rispettati».
NOMINE Si va verso l’ennesima fumata nera in Lega. Il quorum di 14 voti resta uno scoglio insormontabile, anche perché ci sono diverse società (Juve, Inter, Roma, Fiorentina, Sassuolo, Bologna) a cui non dispiacerebbe affatto il commissariamento della Figc. Per il presidente regna confusione: sono stati fatti tanti nomi, da Tavecchio a Del Sette a Cantamessa, forse Nicoletti è quello con qualche chance in più. Sull’a.d. le idee sono più chiare: tre candidati – Tebas, De Siervo, Kahale – con l’attuale presidente della Liga in pole position. Ma trovare un accordo su tutte le nomine, compresi i consiglieri (per quelli federali Marotta e Lotito in pista), è un’operazione improba. Si andrà in ordine sparso, di conseguenza, alle elezioni Figc di lunedì: Gravina, Sibilia e Tommasi restano tutti e tre in campo. Ieri hanno incontrato l’assemblea della Lega B, che chiede più mutualità e più peso federale e non prende posizione. Balata: «Aspettiamo un riscontro dai candidati».