La Gazzetta dello Sport

Corsa, gol e leadership Iago è sempre più Toro

1Lo spagnolo, primo tra i marcatori dietro agli attaccanti puri, non si ferma mai: anche con Mazzarri lui è sempre una certezza

- Fabrizio Turco TORINO

Si chiama Iago Falque e non Aleksej Stachanov; e di mestiere fa il calciatore e non il minatore. Ma la dedizione con cui l’esterno granata si applica alla causa del Toro permette l’accostamen­to con colui che nello scorso secolo era diventato un simbolo per l’Unione Sovietica. Di sicuro, finora, la seconda stagione dell’esterno spagnolo con la maglia granata addosso sta viaggiando con il vento in poppa. Lo dicono i numeri che lo promuovono leader silenzioso dello spogliatoi­o: otto gol segnati (diventano dieci consideran­do anche la Coppa Italia), 21 gettoni raccolti in altrettant­e partite di campionato. Un anno fa, dopo la seconda di ritorno, Falque aveva segnato lo stesso numero di reti pur giocando tre gare in meno; ma era anche andato a segno due volte dal dischetto. Quest’anno, invece ha fatto percorso netto, soltanto gol su azione che lo issano a esterno più prolifico del campionato. Iago, infatti, si trova all’ottavo posto nella classifica dei marcatori, ed è il re dei bomber-non bomber, visto che più di lui hanno segnato soltanto attaccanti di ruolo.

UOMO CON LA VALIGIA Ventott’anni appena compiuti, Iago ha trovato nella quiete di Torino la sua collocazio­ne ideale, dopo tanti anni da globetrott­er d’elite fra Spagna (ha giocato nel Real Madrid e nel Barcellona) e Inghilterr­a (Tottenham). Poi, tornato a Torino, dove già era stato per una fugace apparizion­e ai tempi della Primavera della Juve, la folgorazio­ne. Sarà per la tranquilli­tà che gli infonde la fidanzata storica Ines, sarà per la presenza rassicuran­te di Chato, il chow chow dalla lingua blu. E sarà, anche, per l’atmosfera che ha sempre respirato a casa, figlio unico di una politica spagnola, Carmela Silva, già capogruppo del partito socialista Psoe al Senato e ora presidente della provincia di Pontevedra, e di un ex professore di matematica. Di certo, in quell’appartamen­to nel cuore della Crocetta, il quartiere della tradizione elegante della città, si trova come a casa sua. Individuat­o l’ambiente giusto, anche per mangiare ogni tanto un piatto di carbonara, si è trattato di correre su e giù per la fascia destra per tirar fuori il meglio di sé; e in fondo per lui che in panchina sieda Mihajlovic o Mazzarri cambia poco. Iago fa il suo dovere sempre, tanto da essere stato un punto fermo di Sinisa («Iago è uno che non tradisce mai» diceva l’allenatore serbo), ma capace di trasformar­si in un punto fermo anche del Toro mazzarrian­o. Perché modulo e collocazio­ne in campo sono importanti, ma le garanzie che lo spagnolo sa dare alla squadra pesano tanto: senza alzare la voce, ma dando sempre l’esempio a tutti. L’allenatore di San Vincenzo, in tal senso, ha già fatto capire come la pensa: «I giocatori sono funzionali al gioco espresso e al risultato: non importa se gioca uno o l’altro, conta portare a casa i tre punti».

TELEFONO CALDO Dopo ogni gol realizzato, Iago riceve sempre la telefonata di compliment­i da parte della mamma, che oggi è la sua prima tifosa. «Anche se il mio è l’ultimo mestiere al mondo che voleva che facessi», sorride Iago. «Ma io a cinque anni avevo già deciso che cosa avrei fatto da grande». Dopo il gol segnato al debutto di Mazzarri contro il Bologna, spera di ripetersi dopodomani contro il Benevento che all’andata rappresent­ò il primo bersaglio grosso della stagione. In tal caso la dedica sarà già pronta, con il pensiero rivolto a nonno Carlos: che lo aveva seguito nei primi mesi torinesi e che è scomparso nei primi giorni dell’anno.

IL PERSONAGGI­O Mamma politica, padre professore. Segni particolar­i? La carbonara...

Nel 2016-17 aveva segnato 8 gol in meno partite, ma tirando pure i rigori

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LAPRESSE Iago Falque, spagnolo. 28 anni, seconda stagione col Toro

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