Zizou-Real resa dei conti «Mi gioco tutto col Psg»
1La Champions resta l’ultimo obiettivo, ma si parla già dei successori: Pochettino o Guti
Il 6 marzo la stagione del Real Madrid potrebbe essere già finita. Appena all’inizio del terzo mese, l’anno solare chiudersi a «zero tituli» dopo che il 2017 ne ha portati addirittura 5, record del club. Una picchiata verticale. Quel giorno si giocherà Psg-Madrid, ritorno degli ottavi di Champions. Con la Coppa del Re sfumata l’altro ieri nel clamoroso tonfo in casa col Leganes che debuttava nei quarti di finale (prima volta nei 115 anni di storia della Coppa che il Madrid viene eliminato dopo aver vinto l’andata in trasferta) e il Barcellona avanti 19 punti in Liga la competizione europea offre ai campioni di tutto l’ultimo, tortuoso, giro di valzer. Che inizierà il 14 febbraio al Bernabeu, mentre nel giorno del 116o compleanno della Casa Blanca si deciderà il destino di Zinedine Zidane.
TUTTO O NIENTE «Bien sur», ha risposto uno Zizou scosso, arrabbiato, innervosito al giornalista francese che gli chiedeva se nella sfida col Psg si giocava il posto. «Siamo lontani in Liga e fuori dalla Coppa, ci giochiamo tutto, io compreso». La stessa domanda era arrivata anche in spagnolo, e la risposta era stata ugualmente rotonda: «Claro». Anzi, «Chiarissimo. Sono l’allenatore, il responsabile, sono io che devo cercare le soluzioni. È un po’ che ci proviamo ma non abbiamo trovato continuità nel miglioramento». Esatto.
BERNABEU ASSALITO Questo è il punto chiave di questa strana stagione del Madrid, iniziata al galoppo con le vittorie sul Manchester United e sul Barcellona per portare a casa le due Supercoppe estive e proseguita con singhiozzi sempre più forti. Il 20 settembre il Betis ha vinto 1-0 al Bernabeu, partita che chiudeva l’eccezionale striscia madridista di 73 gare consecutive a segno. E apriva il dibattito sul Bernabeu diventato improvvisamente territorio di caccia per gli avversari: prima del crollo col Betis erano arrivati i pareggi con Valencia e Levante. Quattro mesi dopo le cose non sono cambiate: nelle ultime 5 partite in casa 3 sconfitte, una vittoria e un pareggio.
TRADITO DAI SUOI Mercoledì notte Zidane si è preso tutte le colpe, parlando apertamente di «fracaso», fallimento (termine usato anche da Sergio Ramos) e facendo da parafulmine alla sua squadra. Zizou però è stato tradito dai suoi: dalle prime linee, che dopo aver vinto una Liga che mancava da 5 anni hanno deciso di concentrarsi solo sulla Champions, e dalle seconde che quando sono state chiamate in causa hanno mostrato limiti enormi, basti pensare che in Coppa del Re al Bernabeu il Madrid ha pareggiato 2-2 con Fuenlabrada e Numancia e perso col Leganes. Persi Morata, James, Pepe e l’ignorato Mariano che in Francia col Lione sta facendo meraviglie, i vari Theo, Achraf, Kovacic, Ceballos, Llorente, Vallejo, Mayoral e persino Asensio non sono cresciuti o si sono fermati, mentre i titolari di Cardiff hanno la pancia piena. L’unico in forma è Gareth Bale, che a Cardiff era in panchina ma che si fa sempre male. Isco è vittima di un’involuzione preoccupante, Benzema fischiato e incupito, Ronaldo distratto (6 gol in Liga, 9 in Champions…), Modric e Kroos appannati, Casemiro docile.
POCHETTINO O… GUTI Zizou ha bloccato ogni intento del club di agire sul mercato di gennaio: con questi giocatori è arrivato a vincere addirittura 8 dei 9 tornei che ha iniziato e ha deciso di mostrar loro gratitudine eterna. Però arrivano fulmini da tutte le parti: i cronisti più fedeli a Florentino Perez hanno iniziato a sparare, chiedendo a Zizou di risolvere la situazione o farsi da parte per lasciare il posto a Pochettino o addirittura a Guti che allena (con esito) nella cantera. Zizou conosce alla perfezione Perez e il Madrid. Si giocherà tutto a Parigi, e se le cose dovessero andar male non ci stupiremmo se fosse lui stesso ad andarsene.