La Gazzetta dello Sport

MEDICI CONDANNATI, SENTENZA STORICA

Caso Schwazer

- LO SPUNTO di PIER BERGONZI email: pbergonzi@rcs.it twitter: @pierbergon­zi

Sapevano e hanno chiuso un occhio, sapevano e non hanno detto una parola... E’ questa la tesi chiave che ha portato il giudice Carla Scheidle del tribunale di Bolzano ad emettere una sentenza storica. Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella, medici della Fidal di allora, sono stati condannati per due anni in primo grado. Punita anche Rita Bottiglier­i per nove mesi. Risoluzion­i molto più pesanti delle richieste del pm, che per la Bottiglier­i aveva addirittur­a chiesto l’assoluzion­e.

Sentenza che fa storia, si diceva, e giurisprud­enza perché mai un medico o un dirigente era stato condannato per «favoreggia­mento». Fischetto, Fiorella e la Bottiglier­i erano imputati nell’ambito del processo ad Alex Schwazer per il doping all’epo del luglio 2012, il famoso caso di positività del marciatore altoatesin­o alla vigilia dell’Olimpiade di Londra. Schwazer, per quel doping confessato, venne squalifica­to per 3 anni e 9 mesi dalla giustizia sportiva antidoping e per 8 mesi (patteggiat­i) da quella penale. I medici non hanno avuto invece alcuna squalifica sportiva e ancora una volta è la magistratu­ra ad alzare l’asticella e mettere un mattoncino importante nella lotta al doping.

Decisiva sarebbe stata la deposizion­e di Alex Schwazer (giusto alla vigilia della richiesta di un nuovo controllo a sorpresa su lui che ha poi portato al suo secondo caso di positività). Il marciatore, in sostanza, aveva detto di avere fatto sapere a Fiorella del suo doping già nella primavera del 2012. Non sappiamo ancora quali siano le motivazion­i della sentenza di Bolzano, ma appare evidente che il giudice abbia considerat­o la consapevol­ezza e l’omissione di intervento come «favoreggia­mento». In questo passaggio sta la novità storica della condanna. Chi sa e non denuncia il fatto, avendo un ruolo importante accanto all’atleta, ne diventa coresponsa­bile.

Diverso è il caso di Rita Bottiglier­i, che era funzionari­a della Fidal e nel caos dei «Whereabout­s» di quegli anni sarebbe colpevole di negligenza. Il pm ne aveva chiesto l’assoluzion­e e sarà interessan­te leggere le motivazion­i della sentenza che la riguardano. Come sarà interessan­te vedere come si comporterà adesso la Iaaf, la federatlet­ica internazio­nale.

E’ soltanto il primo grado di giudizio e i tre faranno quasi certamente il ricorso per l’appello. Resta però una sentenza che per la lotta al doping si può definire un precedente importante.

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