La Gazzetta dello Sport

La Tripla Corona? Per Alonso c’è prima la 24 Ore di Daytona

1 Prepara a modo suo Indy e Le Mans «perché il motorsport non è solo F.1»

- Filippo Grimaldi

«Equesto cosa ci fa qui?». Due giorni, in North Carolina, quando Fernando Alonso si è presentato — a sorpresa — al Convention Center di Charlotte, dove la Nascar stava facendo tappa nel suo tradiziona­le media tour di inizio stagione, la (sbalordita) star della categoria Jimmie Johnson si è rivolto così allo spagnolo, giunto sin lì ad annusare l’aria di un mondo che lo affascina maledettam­ente, prima di raggiunger­e la Florida, dove sarà impegnato come debuttante di lusso nella 24 Ore di Daytona, dove l’esperienza a Indianapol­is dell’anno scorso.

OLTRE LA F.1 Il 3 gennaio, in pieno clima di vacanze invernali per i suoi colleghi della Formula 1, Fernando ha iniziato il suo 2018 partecipan­do ai primi test in vista della gara di sabato. Perché un pilota con due Mondiali di F.1 in tasca, a 36 anni e mezzo, con 16 stagioni e 291 GP alle spalle, dall’anno scorso ha strizzato l’occhio alle corse americane: «Per esplorare nuovi orizzonti. Ho capito che il motorsport non si esaurisce con la Formula 1», nonostante quest’ultima rimanga il suo primario obiettivo per la stagione che verrà.

OSSESSIONE Con due intermezzi di lusso quasi sicuri: oltre alla 24 Ore di Daytona, appunto, è probabile che in giugno il due volte iridato partecipi alle 24 Ore di Le Mans, approfitta­ndo della pausa del Mondiale di Formula 1 dopo la gara di Montreal, in Canada (10 giugno), settimo appuntamen­to della stagione e quello del 24 giugno a Le Castellet, in Francia. L’obiettivo neppure troppo segreto dell’asturiano è la conquista della Tripla Corona (che spetta al vincitore di Montecarlo, della 500 Miglia di Indianapol­is e, appunto, della 24 Ore di Le Mans), impresa finora riuscita solo a Graham Hill nel 1972. SCOMMESSA Resta da vedere se l’ottimismo di Fernando dopo il divorzio McLaren-Honda e il nuovo matrimonio con Renault porterà gli effetti sperati: Fernando non vince un GP dal 12 maggio 2013 (in Spagna con la Ferrari). E anche se l’orribile 2017 (solo cinque gare a punti, con il 6° posto in Ungheria come miglior risultato) è stato archiviato con una buona dose di autoironia, guai a pensare a un Alonso plafonato su livelli non più da top driver. «È una questione di testa, io sono sempre lo stesso», assicura lui, prima di pensare a Daytona. Domani sarà al via con una Ligier JS P217 del team di Zak Brown, lo United Autosport, insieme a Lando Norris, terza guida McLaren per la nuova stagione e al baby britannico Phil Hanson, che ieri in prova ha sbattuto contro le barriere.

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Fernando Alonso segue le ultime prove ai box di Daytona EPA

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