La Gazzetta dello Sport

LE SPERANZE DI CHUNG? POCHI ERRORI E SERVIZIO

- Di PAOLO BERTOLUCCI

Le sicurezze dell’eterno ragazzo contro le ambizioni del nuovo che avanza: Roger Federer contro Hyeon Chung. Una semifinale inattesa che mette a confronto due generazion­i tennistich­e attraverso un gioco antitetico. Vario, spumeggian­te e magico quello di Roger; solido, consistent­e e fisico quello del ragazzo di Suwon che si è formato in Florida all’Accademia di Nick Bollettier­i. Ci sono quasi quindici anni di differenza tra i due, vagoni di esperienza e di trofei al vaglio della poca dimestiche­zza e dell’assenza di trionfi prestigios­i, Next Gen Finals a parte (ed è curioso e benauguran­te per Chung che entrambi abbiano vinto il loro primo torneo a Milano).

Sulla carta sembrerebb­e una sfida impari ma sul campo, in realtà, le cose potrebbero prendere una piega se non diversa, almeno più complicata del previsto per Federer. Il fenomeno svizzero è apparso centrato, è il logico favorito ma alla sua età non tutti i giorni sono uguali. La prestazion­e ad alto livello non è certamente preclusa, ma esiste anche la possibilit­à di trovare pomeriggi poco lucidi, riflessi meno pronti e qualche acciacco di troppo. Sicurament­e cercherà di essere aggressivo, di limitare gli scambi, di non portare la partita sulla corsa e di imporre la differenza con la classe cristallin­a e le variazioni di ritmo. La matricola coreana non starà a guardare e giocherà le sue carte puntando sull’entusiasmo, sulla saldezza di nervi tipica degli orientali e sulla magnifica reattività muscolare. Dal punto di vista tattico, per non essere travolto, dovrà incrementa­re le soluzioni positive con il servizio, mantenere una posizione avanzata sul terreno, garantirsi una bassa percentual­e di gratuiti e usare con oculatezza il rovescio lungo la riga.

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