LE SPERANZE DI CHUNG? POCHI ERRORI E SERVIZIO
Le sicurezze dell’eterno ragazzo contro le ambizioni del nuovo che avanza: Roger Federer contro Hyeon Chung. Una semifinale inattesa che mette a confronto due generazioni tennistiche attraverso un gioco antitetico. Vario, spumeggiante e magico quello di Roger; solido, consistente e fisico quello del ragazzo di Suwon che si è formato in Florida all’Accademia di Nick Bollettieri. Ci sono quasi quindici anni di differenza tra i due, vagoni di esperienza e di trofei al vaglio della poca dimestichezza e dell’assenza di trionfi prestigiosi, Next Gen Finals a parte (ed è curioso e benaugurante per Chung che entrambi abbiano vinto il loro primo torneo a Milano).
Sulla carta sembrerebbe una sfida impari ma sul campo, in realtà, le cose potrebbero prendere una piega se non diversa, almeno più complicata del previsto per Federer. Il fenomeno svizzero è apparso centrato, è il logico favorito ma alla sua età non tutti i giorni sono uguali. La prestazione ad alto livello non è certamente preclusa, ma esiste anche la possibilità di trovare pomeriggi poco lucidi, riflessi meno pronti e qualche acciacco di troppo. Sicuramente cercherà di essere aggressivo, di limitare gli scambi, di non portare la partita sulla corsa e di imporre la differenza con la classe cristallina e le variazioni di ritmo. La matricola coreana non starà a guardare e giocherà le sue carte puntando sull’entusiasmo, sulla saldezza di nervi tipica degli orientali e sulla magnifica reattività muscolare. Dal punto di vista tattico, per non essere travolto, dovrà incrementare le soluzioni positive con il servizio, mantenere una posizione avanzata sul terreno, garantirsi una bassa percentuale di gratuiti e usare con oculatezza il rovescio lungo la riga.