I due volti della fatica
Ritrovarsi insieme a Seefeld, in Austria, sede dei Mondiali 2019,come quando raccoglievano allori ai Mondiali 2015 di Falun: per l’ultimo test di Coppa, ma con la testa ai Giochi di PyeongChang. Federico Pellegrino ed Alessandro Pittin si dividono la scena, leader dello sci della fatica. In un certo senso gemelli, essendo nati entrambi nel 1990. E’ da 8 anni che si parla delle loro imprese: a modo loro diverse. Così come diverso è l’avvicinamento olimpico. Due reucci, due assalti.
ALTERNANZA Di curioso c’è che Pittin, il friulano della combinata nordica, il brivido del podio olimpico lo ha già vissuto a Vancouver 2010; lo ha rivissuto con la medaglia sfiorata (bronzo non difeso in volata) e così si appresta a vivere la terza Olimpiade con lo stesso approccio delle precedenti: prendersi tutto in un giorno, riprendersi da anni di fatiche, cadute e difficoltà - soprattutto dal trampolino - che lo hanno tormentato non poco. E uomo di un giorno, in verità, è stato anche ai Mondiali svedesi di Falun con l’argento. «Mi è mancata solo la continuità, ho sempre dovuto aggiustare qualcosa» fa Pitbull, che pure in Coppa del Mondo s’è ritagliato un momento d’oro, con 3 vittorie in 3 giorni a Chaux Neuve nel 2012. Una settimana fa sulla stessa pista francese il finanziere ha raccolto un 28° posto e d un 6° a squadre e poi pur ammettendo le difficoltà s’è fatto fotografare con un «Non è finita». Anzi il bello deve ancora cominciare. In stagione, Alessandro ha raccolto Ma Chicco pensa ora solo a se stesso: lunedì chiude i rapporti pubblici per dedicarsi minuziosamente solo alle gare: «Domenica gareggerò anche nella 15 km a skating in linea, che mi serve per la staffetta. Abbiamo tutti la testa all’Olimpiade e per chi non andrà sarà un’occasione di riscatto. Sarà una gara da prendere con le pinze. E’ per tutti l’ultimo test prima dei Giochi e va relativizzato, perché in molti come me sono reduci da due settimane di pesanti allenamenti».
FIDUCIA Certo è che la decima vittoria contro l’asso emergente norvegese ha aumentato in Pellegrino la consapevolezza che niente e nessuno possono fermarlo a prescindere dal format, dal passo di gara. «Riuscire a battere il più forte ti dà più soddisfazione, anche arrivarci davanti perché non è detto che sia solo la volata. Se non fosse stato per la caduta di Planica nelle qualificazioni, potrei dire che è andato tutto secondo i piani studiati e la programmazione, i risultati hanno aumentato la fiducia verso il grande obiettivo. Sì, sono quasi pronto». Insomma Pittin fa i conti con i dubbi ma non molla, Pellegrino fa i conti con l’occasionissima dopo quattro anni ricchi di soddisfazioni, tra 3 medaglie mondiali, la Coppa di specialità e la consapevolezza di essere il miglior sprinter del mondo. Un ultimo weekend per correggere qualcosa e poi, la partenza per PyeongChang, dove i gemelli dello sci della fatica assicurano comunque giornate indimenticabili. Tra i due è stato un continuo rincorrersi, finora. La caccia alla gloria è ormai alle porte. Riprovateci.