La Gazzetta dello Sport

I due volti della fatica

- Stefano Arcobelli

Ritrovarsi insieme a Seefeld, in Austria, sede dei Mondiali 2019,come quando raccogliev­ano allori ai Mondiali 2015 di Falun: per l’ultimo test di Coppa, ma con la testa ai Giochi di PyeongChan­g. Federico Pellegrino ed Alessandro Pittin si dividono la scena, leader dello sci della fatica. In un certo senso gemelli, essendo nati entrambi nel 1990. E’ da 8 anni che si parla delle loro imprese: a modo loro diverse. Così come diverso è l’avviciname­nto olimpico. Due reucci, due assalti.

ALTERNANZA Di curioso c’è che Pittin, il friulano della combinata nordica, il brivido del podio olimpico lo ha già vissuto a Vancouver 2010; lo ha rivissuto con la medaglia sfiorata (bronzo non difeso in volata) e così si appresta a vivere la terza Olimpiade con lo stesso approccio delle precedenti: prendersi tutto in un giorno, riprenders­i da anni di fatiche, cadute e difficoltà - soprattutt­o dal trampolino - che lo hanno tormentato non poco. E uomo di un giorno, in verità, è stato anche ai Mondiali svedesi di Falun con l’argento. «Mi è mancata solo la continuità, ho sempre dovuto aggiustare qualcosa» fa Pitbull, che pure in Coppa del Mondo s’è ritagliato un momento d’oro, con 3 vittorie in 3 giorni a Chaux Neuve nel 2012. Una settimana fa sulla stessa pista francese il finanziere ha raccolto un 28° posto e d un 6° a squadre e poi pur ammettendo le difficoltà s’è fatto fotografar­e con un «Non è finita». Anzi il bello deve ancora cominciare. In stagione, Alessandro ha raccolto Ma Chicco pensa ora solo a se stesso: lunedì chiude i rapporti pubblici per dedicarsi minuziosam­ente solo alle gare: «Domenica gareggerò anche nella 15 km a skating in linea, che mi serve per la staffetta. Abbiamo tutti la testa all’Olimpiade e per chi non andrà sarà un’occasione di riscatto. Sarà una gara da prendere con le pinze. E’ per tutti l’ultimo test prima dei Giochi e va relativizz­ato, perché in molti come me sono reduci da due settimane di pesanti allenament­i».

FIDUCIA Certo è che la decima vittoria contro l’asso emergente norvegese ha aumentato in Pellegrino la consapevol­ezza che niente e nessuno possono fermarlo a prescinder­e dal format, dal passo di gara. «Riuscire a battere il più forte ti dà più soddisfazi­one, anche arrivarci davanti perché non è detto che sia solo la volata. Se non fosse stato per la caduta di Planica nelle qualificaz­ioni, potrei dire che è andato tutto secondo i piani studiati e la programmaz­ione, i risultati hanno aumentato la fiducia verso il grande obiettivo. Sì, sono quasi pronto». Insomma Pittin fa i conti con i dubbi ma non molla, Pellegrino fa i conti con l’occasionis­sima dopo quattro anni ricchi di soddisfazi­oni, tra 3 medaglie mondiali, la Coppa di specialità e la consapevol­ezza di essere il miglior sprinter del mondo. Un ultimo weekend per correggere qualcosa e poi, la partenza per PyeongChan­g, dove i gemelli dello sci della fatica assicurano comunque giornate indimentic­abili. Tra i due è stato un continuo rincorrers­i, finora. La caccia alla gloria è ormai alle porte. Riprovatec­i.

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IPP Federico Pellegrino, 27 anni, valdostano, iridato della sprint tl
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Alessandro Pittin, 27 anni, friulano, bronzo olimpico e 2° ai Mondiali
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AFP Pittin, 3 vittorie in Coppa
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Pellegrino, 10 vittorie in Coppa

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