«Chievo mio, per stupire torna a essere antipatico E Maran è sottovalutato»
fL’ALTRO PORTIERE SORRENTINO
BUFFON È IL NUMERO UNO, TUTTI NOI SIAMO SOLO DEI PORTIERI
Quando deciderà di ritirarsi («Dopo i 40, ho un anno e mezzo di contratto con opzione per un altro, la certezza è che chiuderò al Chievo») Stefano Sorrentino si vede in una fattoria o in uno stabilimento balneare, con le quattro figlie e la compagna Sara. A quasi 39 anni si diverte ancora a parare e a fare lo stilista di se stesso: i guanti che indossa se li disegna da solo. Quelli nuovi bianchi e neri, perfetti per sfidare la Juve, non sono arrivati in tempo.
Sorrentino, 5 gol con Inter e Lazio e 0-0, con grandi sue parate, con Roma e Napoli. Come spiega questo Chievo double face?
«Dobbiamo sempre stare al 100% e non dobbiamo sentirci bravi. La parata più difficile l’ho fatta di piede su Schick, anche se mio papà Roberto, avaro di complimenti, dice che mi ha tirato addosso».
Figlio d’arte, però ha iniziato in attacco. Poi cos’è successo?
«Ero nei Giovanissimi del Bologna, papà giocava lì. Mancavano i due portieri e l’allenatore mi disse: “Vai tu, avrai qualcosa nel dna”. Fui il miglior portiere del torneo».
Da ragazzino vide Maradona festeggiare lo scudetto. Il Napoli lo rivincerà quest’anno?
● I gol subiti da Sorrentino con la maglia del Chievo nelle 21 presenze in questa Serie A. Sono solo quattro le partite in cui non ha subito reti «Era il 1990, facevo il raccattapalle in Bologna-Napoli. Il Milan perse a Verona e per gli azzurri fu la svolta: Diego era il mio idolo, mi intrufolai nello spogliatoio per godermi la festa. Il Napoli sta facendo cose importanti, questo è l’anno giusto. Inglese è pronto per una big, ma altri 6 mesi con noi gli faranno bene».
Che cosa direbbe oggi a Moggi, che ai tempi della Juve voleva mandarla in Eccellenza?
«Non fu colpa sua: aveva avuto relazioni negative su di me. Mi propose la Saviglianese, gli risposi che preferivo studiare. Andai al Torino e qualche anno dopo il figlio diventò mio procuratore: i casi della vita. Magari fu lui a segnalarmi...».
Perché con Torino c’è un legame speciale?
«I miei genitori e le mie figlie vivono lì, ci torno una volta a settimana. Al Toro devo tutto, a Superga è stata battezzata Matilda e ogni tanto ci torno, mi dà energie. In quel periodo il club aveva pochi soldi ed è stata la mia fortuna: si puntava sui giovani».
Però ha fermato Belotti dal dischetto sotto la Maratona. Come si diventa un pararigori?
«Istinto, studio e un bel po’ di fortuna. Belotti lo conosco da Palermo, senza acciacchi è il miglior centravanti italiano».
Al Chievo ha avuto Claudio Filippi, ora alla Juve. È lui uno dei segreti di Buffon?
«Filippi è un numero uno, spacca il capello in 4 senza essere pesante: i dettagli fanno la differenza. Ogni tanto gli ricordo che è alla Juve grazie a me... Se Gigi a 40 anni ha la stessa voglia è anche merito suo»
37 ●Oggi Stefano sfida i bianconeri che lo scartarono: «Manca Dybala, chance per noi. E dopo il Gallo stoppo Higuain»
Szczesny è l’erede di Buffon?
STEFANO SORRENTINO PORTIERE CHIEVO «Lo sta dimostrando. Mi è sempre piaciuto, di Buffon ce n’è uno ma lui può non farlo rimpiangere. Gigi è il numero uno, noi siamo solo portieri».
A Palermo predisse il Pallone d’oro a Dybala: pensa ancora?
«Certo: è un grande talento. Eravamo vicini di casa, mia figlia Viola si è messa a piangere quando si è fatto male col Cagliari. È imprevedibile: può farti il tiro a giro, lo scavino, metterla sul primo palo o darla a un compagno. Meno male che contro di noi non ci sarà».
Che allenatore è Maran?
«Sta raccogliendo poco per ciò che ha fatto. È pronto per una big, ma è poco pubblicizzato. Forse perché non polemizza».
Come si ferma la Juve?
«Con la partita perfetta, come con Roma e Napoli. Se vogliamo stupire dobbiamo tornare a essere antipatici e rompiscatole come a inizio stagione».
Senza Dybala, chi teme di più?
«Higuain che non segna da quasi due mesi: prima o poi si sbloccherà. Spero di fermarlo come ho fatto con Belotti».
PER FERMARLI SERVE PERFEZIONE E... ROMPERE LE SCATOLE