Il keniano Kipkemboi meglio di Froome
●Ha 19 anni, è della Rift Valley e corre per un team tedesco: ieri ha vinto negli Emirati la prima gara pro’ di un keniano
anni – 27 in più del vincitore – continua a stupire con l’algerina Sovac Natura4Ever. Kipkemboi è diventato il primo keniano a trionfare in una vera corsa pro (lo Sharjah Tour è categoria 2.1). Proprio Froome aveva centrato nel 2007, un anno prima di ottenere la nazionalità britannica, le vittorie al Giro delle Regioni e al tour of Japan, corse però di categoria inferiore e aperte ai dilettanti.
LA STORIA Kipkemboi è il personaggio di una favola che porta sul volto segni antichi. È nato a Eldoret, nel cuore della Rift Valley, la culla della specie umana. Siamo a 300 km da Nairobi (la città di Froome), e su verdi altipiani a 2000 metri di quota che sono diventati il laboratorio per i grandi mezzofondisti e maratoneti keniani. Il piccolo Kipkemboi pedalava a piedi nudi per trasportare legna da ardere finché non ha incontrato il team giovanile Kenyan Riders, che gli ha dato delle scarpe da corsa e un nuovo futuro. Dopo 4 anni, e grazie alla partnership con la squadra Continental tedesca Bike Aid, a Kipkemboi si sono aperte le porte del calendario Uci. Nel 2017 ha corso il Tour of the Alps ed è arrivato 2° nella classifica dei giovani al Sibiu Tour dietro a Bernal; quest’anno 10° nella Tropicale Amissa Bongo. Bike Aid, la formazione in cui corre con i connazionali Kangangi e Langat, è un team noprofit fondato nel 2005 per sostenere il ciclismo in Africa, dove sempre più ragazzi sognano le grandi corse. Il ruandese Joseph Areruya, 22 anni, primo a Osimo al Giro Under 23, ha vinto la Tropicale Amissa Bongo ed è stato accolto all’aeroporto di Kigali da 20mila tifosi; il sudafricano Nickolas Dlamini, stessa età e neopro’, è stato il miglior scalatore al Tour Down Under. Forse quel giorno è più vicino di quanto si pensi.