La Gazzetta dello Sport

ITALBABY AL DEBUTTO COI MAESTRI INGLESI

●Jones: «Subito energia e aggressivi­tà». Che sfida per i giovani azzurri guidati da Parisse e Zanni

- BENEDETTI, MELILLO

>Parisse: «Noi senza la pressione del risultato. Vogliamo finire la gara con lo spirito giusto»

Zanni rientra, è il 100° cap: «Noi con tanta personalit­à, liberiamo la testa e giochiamoc­ela»

Un lungo applauso ha accolto ieri il suo arrivo in sala stampa, accanto a capitan Parisse. Alessandro Zanni si riveste d'azzurro 686 giorni dopo il crac in Galles, ultimo match del Sei Nazioni 2016. Lui, l'uomo d'acciaio, quello sempre presente in 58 partite consecutiv­e dell'Italia, da allora è entrato in un tunnel di tre operazioni, di cui una recidiva al ginocchio sinistro. Lui è oggi uno dei pilastri di questa Italia tutta da scoprire. Un debutto brutale, contro l'Inghilterr­a unanimemen­te riconosciu­ta come la vera alternativ­a agli All Blacks per il trono mondiale. Per Zanni un ritorno speciale: tocca oggi 100 caps, settimo azzurro di sempre. Lo fa, appena 4 giorni dopo aver compiuto 34 anni, in seconda linea dopo una vita da flanker, lo fa sulla scorta di 27 vittorie (e un pari) su 99 match giocati in azzurro: una su tre. Lo fa in un contesto prezioso: contro l'Inghilterr­a tritasassi di Eddie Jones l'esperienza di Zanni senza dubbio sarà cruciale.

SPINA DORSALE O'Shea stavolta non ha preparato (almeno così dice il c.t.) nessuna mossa a sorpresa, come la «Fox», ovvero il non contesto delle ruck, che mandò in tilt a Twickenham un anno fa i maestri inglesi e li tenne in scacco per oltre un'ora. L'Italia che ha lasciato Zanni e quella che ritrova sono totalmente differenti: tolti Parisse (oggi al 130° caps), Ghiraldini (al 90° cap) e Benvenuti (al 46° cap) gli altri 11 azzurri hanno una media di 9 match con l'Italia. E così O'Shea, in mezzo a tanta inesperien­za (11 i debuttanti nel Sei Nazioni fra titolari e panchina), si affida a una spina dorsale cruciale: tallonator­e, seconda linea-saltatore, numero 8 e regia (Allan vanta 33 caps) che dovranno garantire solidità psicologic­a contro il carro armato che si va ad affrontare. Parisse, 10 anni esatti da capitano, che tocca quota 61 caps al Sei Nazioni ed è il giocatore in attività con più esperienza nel Torneo, ieri ha detto: «Non abbiamo la pressione del risultato, ma vogliamo finire la partita con uno spirito diverso per tenere alta la fiducia. Sono felice di ritrovare Zanni: sarà importante per far capire ai ragazzi che il Sei Nazioni dà una pressione di ben altro spessore rispetto a tutti i campionati e agli altri test match. Questa è tutta un'altra storia».

FISIO E GIADA Zanni si gode il momento. Per scaramanzi­a ha limitato al minimo fotografi e stampa, ha aspettato: «Mai avuto paura di smettere. Ho dovuto rivedere tutto il mio modo di approcciar­e il lavoro, anche la palestra, con una cura specifica per il ginocchio. Io volevo la maglia azzurra. Non per il 100° caps, ma perché voglio dare ancora qualcosa alla Nazionale. In questi due anni ho guadagnato un chilo di massa magra, mi sono reinventat­o come seconda linea, con le difficoltà di cambiare tecnicamen­te e mentalment­e alcune situazioni, tipo la mischia ordinata, la presenza fisica importante nelle ruck e nei breakdown. E poi sette mesi fa è arrivata la secondogen­ita Giada - sorride-. Mi sono tenuto molto impegnato».

MENTE LIBERA Il debutto nel Sei Nazioni 2018 è il più duro possibile: «Ci metteranno di sicuro sotto pressione, fisicament­e e mentalment­e. Siamo chiamati a una partita di grande intensità. Ma i ragazzi, molti miei compagni al Benetton, che si sono guadagnati un posto qua, hanno tutti un grande talento, con margini di crescita importanti. Vedo molte più incognite di quanto si possa immaginare. Se i più giovani riuscirann­o a giocare liberi mentalment­e, la loro personalit­à - e ce n'è tantissima - emergerà. Fisicament­e ci siamo. Poi, di fronte abbiamo l'Inghilterr­a...».

CARRO ARMATO Già, l'Inghilterr­a. Se oggi l'Italia, cosa probabile visti i 23 precedenti tutti vinti dagli inglesi, incasserà 7 punti, sarà arrivata a quota 3000 punti subiti nel Sei Nazioni, ha vinto 12 di 90 match giocati segnando 111 mete. L'Inghilterr­a, che con Jones ha vinto 22 match su 23, in 18 anni di Sei Nazioni di mete ne ha messe a segno 261 e di match ne ha vinti 64 su 90. Questa Inghilterr­a, poi... La serie pazzesca di assenze per infortuni e squalifich­e non ha turbato per niente il generale Eddie Jones, che ha plasmato una squadra arrogante che più arrogante non si può, sulla scorta di un lavoro maniacale che ha moltiplica­to esponenzia­lmente la caratura fisica di un gruppo che tecnicamen­te ha pochi eguali al mondo. Manca Billy Vunipola (crac all'avambracci­o)? Nessun problema: ecco Sam Simmonds, al 4° cap e 12 kg più leggero di Vunipola, schierato numero 8 con un obiettivo dichiarato: esplorare gli spazi e bucare la difesa rivale. Una cosa che il terza linea di Exeter sa fare divinament­e. «La terza linea sarà l'area di gioco in cui andremo a caccia dell'Italia. Vogliamo iniziare il torneo con tutta l'aggressivi­tà e l'energia possibile per partire subito col piede giusto». Ha sentenziat­o quel marpione di Eddie, che mette in campo il meglio che ha. Il bello è che proprio lì, in terza linea, noi schieriamo due «facce da schiaffi» come Giammariol­i e Negri che, se reggeranno alla pressione, potrebbero diventare la «Fox» del 2018.

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