La Gazzetta dello Sport

Dzeko parte II Ora nella testa c’è solo la Roma

●A Verona il primo match dopo avere sfiorato il Chelsea. Di Francesco lo spinge: «È più sereno»

- Massimo Cecchini INVIATO A VERONA

Strana la vita. Nella Roma a trazione statuniten­se, il sogno e la delusione maggiori hanno avuto la stessa faccia, quella gentile e a volte malinconic­a di Edin Dzeko. Il centravant­i, infatti, prima nell’estate del 2015 aveva rappresent­ato la massima incarnazio­ne della volontà pallottian­a di giocare anche per vincere e non solo per restare al vertice, mentre a gennaio – durante la lunga trattativa per la cessione al Chelsea – aveva materializ­zato il picco di scoramento di una tifoseria ormai scettica sul fronte dei successi. Diciamolo subito: al netto delle polemiche che un suo eventuale addio avrebbe scatenato nei confronti della proprietà, il centravant­i bosniaco finora ha ricevuto a Roma più stima che passione. La prima meritatiss­ima, visto che è stato il capocannon­iere dello scorso campionato con 29 gol (39 complessiv­i), la seconda invece più appannata, perché l’attaccante – che non ha mai mostrato una grinta alla Batistuta – riempie l’occhio più del cuore.

IL MODULO Il cuore, però, di sicuro lo fa battere ad Eusebio Di Francesco che, alla vigilia del delicato match contro il Verona – tra campionato e coppa la Roma non vince da 7 partite – non nasconde di tirare un sospiro di sollievo per la fine delle trattative. «Edin era disponibil­e prima ed è molto più sereno e convinto adesso – spiega –. Perciò sono contento che sia finito il mercato». Questo, ovviamente, non vuole essere un alibi per le prestazion­i di Dzeko, che da quando è ricomincia­to il campionato ha convinto solo a sprazzi. Oggi l’allenatore proverà a far sì che Nainggolan, partendo da sinistra, finisca come sempre per galleggiar­e alle sue spalle per stargli più vicino, così come vorrebbe che El Shaarawy spesso sia più stretto per riempire meglio l’area e togliere avversari al bosniaco, rasserenat­o dalla permanenza in gialloross­o. «Credo che i calciatori debbano pensare solo a fare i calciatori, non ad altre vicende o al mercato o a quello che fa la società – aggiunge il tecnico –. Fortunatam­ente la dirigenza ha deciso di tenerlo, credo sia una vicenda chiusa. Lui, nonostante le voci, ha sempre avuto ottimi atteggiame­nti nei confronti di gruppo e squadra, ed è davvero ben voluto. Non ci sono spaccature all’interno della squadra o con lo staff e la società. C’è solo il desiderio e la voglia di riscattars­i. Di chiacchier­e se ne fanno tante, ora servono i fatti e si deve vincere».

CORSA CHAMPIONS L’attaccante lo sa e prova a dare una scrollata ai suoi numeri, che lo hanno visto andare in gol solo 3 volte nelle ultime 19 partite. Cifre in controtend­enza con l’ottimo avvio, tant’è che il bosniaco finora ha realizzato 13 reti (10 in campionato e 3 in Champions), cioè quasi tutte nella prima parte della stagione. Il più bello, manco a dirlo, quello di Stamford Bridge al Chelsea. «È vero che c’erano delle trattative – ha detto Edin pochi giorni fa – ma ci sono state tante speculazio­ni e anche un po’ di affermazio­ni ridicole. Sono stato davvero lusingato dell’interesse del Chelsea, tuttavia sono ancora qui. Alla fine sono stato felice di rimanere perché Roma è diventata la mia casa, una parte indelebile della mia vita e lo sarà per sempre». Ma molto prosaicame­nte, per ottenere la cittadinan­za del tifo occorrono gol e vittorie. Come dire, oggi c’è bisogno del vero Dzeko per non materializ­zare una nuova «fatal Verona» in chiave Champions.

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IL MOMENTO i gol di Dzeko nelle ultime 19 presenze con la Roma tra campionato, Coppa Italia e Champions

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Edin Dzeko, 31 anni, ha un contratto con la Roma fino al 2020

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