I timori di Gattuso nel derby mondiale
●Per la prima volta in A si sfidano 2 tecnici Campioni del mondo ‘06. Ma quello del Milan non è tranquillo
La trappola è lì, tra i fili d’erba del campo, nascosta ma non abbastanza da sfuggire al suo occhio attento. Il termometro che Gattuso utilizza quotidianamente per verificare lo stato di salute della sua squadra, negli ultimi giorni deve avergli consegnato temperature non del tutto confortanti. E stavolta non parliamo di questioni fisiche: «Stiamo molto meglio». No, stavolta la faccenda è mentale e riguarda molto probabilmente qualche calo di tensione in alcuni giocatori, se è vero che il tecnico rossonero ha appena fatto un discorso molto chiaro – e anche piuttosto deciso – alla squadra, i cui concetti base sono poi stati ribaditi in conferenza. Questi: «In questo momento la bravura mia e della squadra è far sì che si resti compatti. E’ vero, ultimamente stanno giocando sempre i soliti, ma spero di non vedere e toccare con mano musi lunghi o atteggiamenti negativi. Ho bisogno di tutti. Occorre cercare di essere squadra. E’ normale, a chi non gioca può passare l’entusiasmo, ma questo non deve succedere. E’ la mia più grande paura. Voglio una squadra in cui ognuno si senta protagonista. C’è davvero bisogno di tutti e sotto questo aspetto l’asticella va alzata».
INTELLIGENZA Tutto molto chiaro, ed è la prima volta che Gattuso si produce in un richiamo ai naviganti con parole così inequivocabili. Lo fa alla vigilia di una partita speciale, per diversi motivi. Intanto perché il Milan arriva da una serie positiva, tutto compreso, di sei partite; poi perché all’orizzonte è già ben delineato un mese da vivere in centrifuga, con partite ogni tre giorni in tutte e tre le competizioni; ma soprattutto perché gli dispiacerebbe fare brutta figura col suo amico Oddo («Contro l’Udinese servirà la partita perfetta», racconta Rino). Oggi assisteremo a un abbraccio particolarmente intenso, che ha tante sfumature. Per esempio il fatto che in A è il primo incrocio in panchina fra due campioni del mondo 2006. Più, ovviamente, tutta la storia rossonera. «Io e Massimo abbiamo condiviso tantissimo, era uno che faceva molto ridere, con lui mi sono divertito tanto, ma è anche un personaggio di grande intelligenza. Si è laureato, ha una bella testa, e comunque non è vero che non gli rispondo mai, ci sentiamo e ci messaggiamo, c’è ancora una grandissima amicizia. Da me ha preso pure qualche cinquina in faccia perché io sentivo tantissimo le partite, e lui meno. Le prendeva in modo diverso, amava scherzare mentre io ero già sul pezzo».
CALIMERO Sentire le partite, essere sul pezzo: il racconto che Rino illustra sorridendo a proposito di Oddo in fondo vale anche adesso coi suoi giocatori. Abbassare la guardia è un’attività illecita e il concetto è chiaro anche se viene usata l’ironia: «Dimenticarci di ciò che eravamo due mesi fa sarebbe un errore. Non dobbiamo pensiamo di essere diventati tutti come Brad Pitt, dobbiamo essere brutti come la mia faccia, con la barba, del colore di Calimero e con le occhiaie. Altro che corsa Champions, a oggi non siamo nemmeno in Europa League». Gattuso sferza e scherza, ma poi si fa assolutamente serio nel ricordare una cosa che ai suoi ragazzi farà particolarmente piacere: «Il fatto che non sia arrivato nessuno dal mercato significa che in questo gruppo credo fortemente. Fassone e Mirabelli mi hanno chiesto più volte se avevo bisogno di qualcosa e io sempre risposto che la squadra andava bene così, perché mi è stato dimostrato in allenamento».
>«Voglio tutti protagonisti, niente musi lunghi. Oddo? Qualche cinquina gliel’ho data...»