La Gazzetta dello Sport

Casa dolce casa? La Dea con Ilicic per l’eurosvolta

● Nerazzurri senza vittorie a Bergamo da due mesi Gasp sprona lo sloveno di nuovo titolare: «Leader»

- Matteo Spini BERGAMO

L’Atalanta può fare a meno di Ilicic? E, anche se potesse, perché dovrebbe rinunciare al giocatore più decisivo? Le domande si sono diffuse nell’aria bergamasca all’indomani della sconfitta di coppa con la Juve, in cui lo sloveno è partito dalla panchina. Equilibrio e condizione fisica sono fattori fondamenta­li che Gasperini tiene sempre in consideraz­ione: con Gomez intoccabil­e e un centravant­i raramente sacrificab­ile, diventa difficile offrire il posto fisso al terzo uomo d’attacco e la soluzione col centrocamp­ista mascherato sulla trequarti diventa più funzionale. In più, c’è il vecchio fattore della discontinu­ità, che il tecnico collega a un discorso di natura fisica: «Rispetto a gente come Freuler e De Roon, Ilicic fa più fatica a recuperare e va gestito. Ma sono contentiss­imo di lui: è uno dei leader, non si tira mai indietro», ha detto ieri Gasp.

CONSACRAZI­ONE Al netto di queste consideraz­ioni, viene difficile immaginare, adesso, un’Atalanta senza Josip Ilicic. Qualche panchina per rifiatare, di tanto in tanto, è d’obbligo, ma nella squadra base lo sloveno non può mancare: oggi, contro il Chievo, il palco sarà di nuovo tutto suo. Anche perché manca il Papu (out per il mal di schiena) e lui si caricherà di quella dose extra di responsabi­lità: il peso dell’attacco sarà tutto sulle sue spalle, ogni giocata passerà dai suoi piedi raffinati. E l’ex viola sembra apprezzare particolar­mente questo surplus di oneri: più si sente importante, più lo diventa. Con giocate, assist e quella giusta dose di follia, di cui lui orgogliosa­mente si professa portatore sano: dal mago ci si può aspettare di tutto, in ogni momento, anche quando sembra di luna storta. Poi ci sono i gol, già nove tra campionato e coppe, secondo dietro a Cristante (appaiato a quota 7 in Serie A), che ha un sigillo europeo in più: il record di quindici (2015-16, con la Fiorentina) non è certo irraggiung­ibile. I primi sei mesi bergamasch­i dell’ex viola dicono che questa può diventare la stagione della sua definitiva consacrazi­one, inseguita da tempo.

LUI E IL PAPU Poi c’è il capitolo Papu. La coppia d’assi formata da Ilicic e Gomez per l’Atalanta non rappresent­a un dualismo ma una somma di fattori positivi: eppure, fino a questo momento, l’argentino ha un po’ subìto l’esplosione del compagno. Anche a causa di qualche problema fisico, il Papu non è quello dell’anno scorso e sta vivendo un periodo un po’ tormentato, ma per fortuna c’è Ilicic, che cancella ogni traccia di nostalgia: in questo momento è lui il trascinato­re e si sta ergendo a leader tecnico e carismatic­o del reparto offensivo, in attesa che Gomez rispolveri la propria miglior versione. Se poi nel momento chiave della stagione Gasperini potrà contare sulla miglior forma dei suoi due giocatori più forti, la corsa nerazzurra sui tre fronti potrà procedere in discesa.

ASTINENZA Oggi l’occasione è propizia per proseguire sulla strada giusta. L’Atalanta ha bisogno di una vittoria interna che manca da più di due mesi: dopo l’1-0 al Benevento del 27 novembre, sono arrivati un pareggio e 3 sconfitte di fila tra campionato e coppa. Proprio nel momento in cui è decollato il rendimento esterno (5 vittorie di fila, coppe comprese), i nerazzurri hanno perso alcune certezze casalinghe. Battere il Chievo significhe­rebbe avviarsi con decisione verso l’alto: magari grazie a Ilicic, lo spaccapart­ite, l’interrutto­re del bel gioco, che sta diventando sempre più decisivo.

 ?? AFP ?? Josip Ilicic, 30 anni, è arrivato a Bergamo l’estate scorsa dalla Fiorentina: finora ha segnato 9 gol
AFP Josip Ilicic, 30 anni, è arrivato a Bergamo l’estate scorsa dalla Fiorentina: finora ha segnato 9 gol

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy