La Gazzetta dello Sport

Barella & Joao Cagliari ritrova i trascinato­ri di un girone fa

- Francesco Velluzzi

Fatevi perdonare e ricordate la partita dell’andata. Perché oggi tocca a voi. Nicolò Barella e Joao Pedro ha risolto la partita di Ferrara quando sulla panchina del Cagliari c’era ancora Massimo Rastelli: quella vittoria (0-2), che seguiva quella nel debutto alla Sardegna Arena sul Crotone, sembrava potesse dare il via a un campionato esaltante. Invece, da quel pomeriggio del 17 settembre, il Cagliari si è fermato. Ha perso cinque partite di fila e alla quarta Tommaso Giulini ha esonerato il tecnico che lo aveva condotto in Serie A e all’undicesimo posto nella stagione successiva. E’ arrivato Diego Lopez, un ritorno, una bandiera, un simbolo che nelle 14 partite in cui ha guidato il Cagliari ha ottenuto 15 punti, vincendone 4, pareggiand­one 3, perdendone 7.

TRASCINATO­RI Nel corso del suo cammino ha perso due volte per squalifica (Fiorentina e Crotone) Barella e quattro volte Joao Pedro, ovvero gli uomini di maggior qualità. Il giovane cagliarita­no, che mercoledì festeggerà 21 anni, è il turbo del centrocamp­o: corre, lotta, recupera palloni, ringhia e riparte. Da quest’anno tira e segna pure (sono tre i gol contro Spal, Torino e Milan), ma ha un difetto: è troppo esuberante. Deve limitare le sue entrate, deve incappare meno nei cartellini: sono già 7, sei gialli e uno rosso, l’ultimo col Milan per un inutile fallo su Biglia. Lui si giustifica dicendo che se lotti rischi. Vero, ma oggi Barella è indispensa­bile per la squadra della sua città che si ritrova a combattere duramente per evitare dei grossi rischi che sono dietro l’angolo. Perché proprio la Spal, terzultima, ha solo quattro punti in meno ed è carica a mille dopo il pari imposto all’Inter domenica scorsa. Joao Pedro paga un errore, un pestone a Chiesa a gioco fermo nella disgraziat­a sfida persa prima di Natale con la Fiorentina, e l’eccessiva mano del giudice sportivo che gli ha inflitto una giornata in più del dovuto per una condotta che non era così violenta. Tre giornate erano inevitabil­i, quattro sono parse sproposita­te. A nulla è servito il ricorso. Joao Pedro si è divertito con la Primavera col Frosinone. Ma con la prima squadra non gioca dal 22 dicembre. Finora è stato determinan­te, soprattutt­o in trasferta. A partire dalla gara vinta con la Spal. Decisivo nel blitz di Udine, bravo a Bologna dove ha segnato il gol del vantaggio. In rete anche con Milan e Genoa, perle inutili, ma importanti per la classifica cannonieri dove risulta il miglior marcatore del Cagliari insieme a Leonardo Pavoletti a quota cinque.

LOPEZ Ieri il tecnico, come fa quasi sempre, ha annunciato i tre titolari e, oltre al rinforzo di gennaio per la difesa Castan, ha dato proprio Barella e Joao Pedro. Insomma, sono loro che devono prendersi sulle spalle la squadra di cui si sentono leader. Nicolò ci è cresciuto, Joao è alla quarta stagione ed è molto legato a città e ambiente. Che è caldo. La Sardegna Arena si annuncia piena. Restano 300 biglietti da vendere per una sfida che il Cagliari deve vincere: «Una partita da aggredire, ma da giocare», ha detto Lopez alla vigilia. La prima di tre gare verità, le prossime portano il Cagliari a Reggio Emilia col Sassuolo e a Verona col Chievo.

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GETTY Nicolò Barella, 21 anni mercoledì prossimo, e Joao Pedro, 25 anni, ritornano dopo le squalifich­e: all’andata hanno firmato il 2-0 con cui il Cagliari (allora allenato da Rastelli) sbancò Ferrara
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