«Va bene la Mercedes, ma la priorità è la scuola»
●Marco Antonelli, papà del baby pilota citato da Wolff come erede di Hamilton: «Un ignorante non fa strada nelle corse»
Ipatti sono chiari. «La priorità va allo studio; non fa strada un pilota ignorante. Se non va bene a scuola, niente kart». A parlare così è Marco Antonelli, 53 anni, bolognese, papà di Andrea Kimi, il quasi 12enne che Toto Wolff ha individuato come uno dei potenziali eredi di Lewis Hamilton. Antonelli risponde da Abu Dhabi dove è impegnato con le Lamborghini del suo team. «L’ho fondato nel 1993 quando mi sono accorto che da pilota non avrei potuto fare di più». Lui che ha corso da ufficiale per Alfa, Bmw e Peugeot nel Superturismo tricolore. Dunque Andrea, prima di inseguire il mito di Lewis, deve ottenere buoni voti a scuola (frequenta la prima media a Casalecchio di Reno, dove risiede con la famiglia). «Resta al passo dei compagni anche quando è via coi kart», assicura papà.
Che sensazione si prova a sapere di avere un figlio nel mirino della Mercedes?
«Il merito è di Minardi che lo ha seguito».
Ha battezzato suo figlio con il nome di Raikkonen.
«Eppure non è in suo onore. “Colpa” di Enrico Bertaggia (altro ex pilota; n.d.r.): fu lui a suggerirmi un nome internazionale. Decidemmo per Kimi perché era breve e così pure i nonni non si sarebbero sbagliati».
Facile immaginare che suo figlio malgrado, sia nel mirino della Mercedes, sia un tifoso della rossa.
«Per la verità non fa il tifo particolare per qualcuno. Segue la
F.1 ma ha una attenzione particolare per il
Dtm, il turismo tedesco. In questo forse l’ho influenzato io con i miei discorsi su quanto sia difficile entrare nel mondo dei gran premi».
Non sarà stato difficile per suo figlio appassionarsi all’automobilismo con un papà pilota.
«Sin da piccolo giocava con le macchinine, faceva pure le telecronache. Oggi è una enciclopedia. sa tutto della F.1 dal ‘79 in poi così come dei Prototipi o di altre categorie».
IL NOME «Perché Kimi? Raikkonen c’entra poco. Bertaggia mi consigliò un nome internazionale ma breve così i nonni...»
La Mercedes comunque lo ha soffiato alla Ferrari.
«Noi con la Ferrari manteniamo un ottimo rapporto, Massimo Rivola, che ringrazio, è sempre stato al nostro fianco. Forse mio figlio era un po’ troppo giovane per entrare nella Ferrari Driver Academy». Ma il dato di fatto è che la Mercedes ha fatto una offerta e la Ferrari no.