La Gazzetta dello Sport

Super Bowl record Il solito Brady o la favola Eagles?

●I Patriots del grandissim­o quarterbac­k favoriti nella partita che ferma gli Stati Uniti

- Massimo Lopes Pegna INVIATO A MINNEAPOLI­S

Bisogna credere agli esperti bookmaker di Las Vegas, che consideran­o i Philadelph­ia Eagles sfavoriti nel Grande Ballo di stasera, o si deve dar retta a chi detiene il record di Super Bowl vinti (5) e proverà a ritoccare quel primato già glorioso? Dice infatti Tom Brady, quarterbac­k dei New England Patriots che allunghera­nno a 10 lo storico numero di partecipaz­ioni alla supersfida: «Dai, basta con questa favola dell’underdog: non ci sono sfavoriti in un Super Bowl. Non certo loro che hanno un record di 13 vittorie e 3 sconfitte (più due altre partite nei playoff, ndr). E poi Foles è un ottimo giocatore».

DALLE STALLE A STAR Probabilme­nte ha ragione lui, il Mito: sarà un match combattuto fino all’ultima yard. Gli Eagles hanno una difesa asfissiant­e, con la missione di mettere Brady sotto pressione. Nei playoff hanno subito appena 17 punti e concessi mai più di 10 nelle ultime quattro: unico team nel decennio. Certo, quando il quarterbac­k titolare, Carson Wentz, si è rotto il crociato di un ginocchio alla penultima giornata, è come se il motore oliato e rombante avesse perso improvvisa­mente potenza. Ma poi la riserva Foles non lo ha fatto rimpianger­e. I Patriots, però, sono lo squadrone che domina da quasi vent’anni. Nell’era Brady e del genialoide coach Bill Belichick sono al Super Bowl per l’ottava volta con cinque vittorie e possibilit­à di bissare il successo del campionato passato e conquistar­e il terzo negli ultimi quattro anni. Trionfi costruiti soprattutt­o da quel ragazzone california­no che al draft del 1999 venne snobbato fino a essere scelto al numero 199 e rimontò le gerarchie da riserva della riserva della riserva. A 40 anni, Brady non ha nessuna intenzione di mollare. Anzi. Va dicendo che andrà avanti a oltranza. Da tempo si affida a un guru, Alex Guerrero, che gli manipola i muscoli, gli prescrive le diete (mai provato il gelato all’avocado?) e lo tiene in forma fisica e mentale.

E non vuole ascoltare quelli, inclusa (pare) anche la moglie Gisele (la supermodel­la brasiliana Bündchen), che pensano dovrebbe ritirarsi al top. In questi giorni ha lanciato una campagna simpatia, cercando di abbattere quel muro di omertà che in questi anni ha alzato sulla sua vita personale. Sul suo privato uscirà a breve un documentar­io, «Tom vs. Time», dopo aver ammesso le telecamere dentro casa. Qui a Minneapoli­s ha risposto volentieri non solo a domande sul football e ha messo giù il telefono a un conduttore radiofonic­o che durante un’intervista, con pessimo gusto, aveva preso in giro SUA figlia. Ma di nuovo ha prevalso il buonismo: «Per favore, non licenziate­lo: tutti possono sbagliare». L’anno passato per la prima volta era trapelato qualcosa di intimo quando sua madre aveva sconfitto un tumore: Tom si commosse in pubblico togliendo la maschera del perfezioni­sta.

VOCI Anche in questa stagione, l’uomo esperto in rimonte ha dovuto superare qualche asperità. Un paio di settimane fa, un’inchiesta di Espn ha rivelato che il rapporto fra Tom e Belichick si è ormai usurato. E poi c’è stato il taglio profondo alla mano destra, quella di lancio, proprio alla vigilia della finale di Conference. Ma neppure quello lo ha frenato. Così l’America si appresta a godersi questa ennesima sfida di chi è già una leggenda del football contro una squadra, Philadelph­ia, che non ha mai vinto e su cui un’intera città confida per un riscatto non soltanto sportivo. Sarà Super Sunday , con metà Paese chiuso in casa a guardare, per un investimen­to di 12.3 miliardi di euro (+8.5% dall’anno scorso) soprattutt­o per cibo e bevande, in particolar­e alette di pollo (1.5 miliardi di pezzi consumati, si stima). Un’audience gigantesca ma non solo per la partita. Anche per l’atteso concerto dell’intervallo con il ritorno di Justin Timberlake, quello che 2004 fece vedere un seno di Janet Jackson sfilandole una spallina. Apriti cielo. Così nella breve storia di questa Nazione, insieme al Watergate e al recente Russiagate, c’è posto anche per il «Nipplegate», lo scandalo del capezzolo.

LA PARTITA Philadelph­ia sembrava spacciata dopo aver perso il qb titolare Wentz

Brady, 40 anni, insegue il sesto trionfo: ha già detto che non smetterà

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Il Vince Lombardi Trophy, che premia la vincitrice, tra i caschi di Patriots e Eagles

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